Come Nick Scali. Sta finendo tutto come Nick Scali: la soluzione migliore c’è ma la città la respinge con il suo solito carico di invidie, arroganze, presunzioni e gelosie. A Reggio Calabria quattro giorni fa è arrivato un ragazzo originario di Saline Joniche che da Milano sta facendo affari in tutto il mondo con le energie rinnovabili. Negli ultimi tre anni quest’azienda ha quintuplicato il fatturato, è in un settore in grande crescita e le cose vanno molto bene. Sono tifosissimi della Reggina e innamorati della loro terra che gli ha dato i natali, per questo hanno pensato di avventurarsi nella follia di rilanciare il calcio a Reggio. Hanno contattato Massimo Taibi, chiedendogli di rimanere. Hanno coinvolto Emanuele Belardi, che a sua volta ha già costruito una squadra dal dna amaranto, con tantissimi “figli del Sant’Agata” già blindati in organico per essere subito competitivi con il Trapani. Un progetto serio con un orizzonte che va oltre la serie D: l’obiettivo è quello di vincere anche la serie C il prossimo anno, e per questo la scelta dell’allenatore è ricaduta su Michele Pazienza.
Questo ragazzo originario di Saline è arrivato a Reggio disteso, sorridente, sereno e carico di idee da presentare alla città. Idee che vanno oltre il calcio, ma prevedono investimenti importanti sul territorio. Idee sane e genuine, pulite e animate dalla voglia di creare valore anche a Reggio Calabria, così come la sua azienda fa in tutto il mondo. Ebbene, adesso lo stanno facendo scappare. Gli è venuta la febbre a 40, gli sono spuntati i brufoli sul volto, persino i capelli sono meno curati e brillanti del giorno in cui è arrivato. Ne sta subendo di tutti i colori e alla fine rischia di tornare a Milano deluso e rammaricato per l’ambiente che ha trovato nella città in cui è nato e per cui voleva fare qualcosa di buono.
E’ l’unica soluzione valida per la rinascita della Reggina. L’alternativa è quella del gruppo dei giovani di Confindustria che Edoardo Lamberti Castronuovo e Ninni Tramontana hanno coagulato nei giorni scorsi. Nella riunione di stamani, finalmente questi ragazzi si sono resi conto che continuare ad inseguire la strada della volenterosa colletta per l’iscrizione non sarebbe stata percorribile senza un orizzonte successivo. Che non c’è mai stato. Ma il problema più grande è che non solo stiamo parlando di cifre irrisorie per il mondo del calcio, ma anche e soprattutto che si tratta di 40 teste da mettere d’accordo con idee molto differenti sulla gestione tecnica. Ognuno ha il suo direttore generale, ognuno ha il suo direttore sportivo, ognuno ha il suo allenatore e ognuno ha persino i suoi calciatori (qualche nomignolo sta anche circolando, e fa accapponare la pelle rispetto alla gloriosa storia della Reggina che invece è una cosa seria). Eppure ognuno mette poco più di diecimila euro!
L’idea emersa nella riunione di questa mattina è quella di replicare quello che è successo negli scorsi anni a Cesena e a Trapani: i giovani industriali stanno valutando la percorribilità di un’alternativa che è piaciuta molto ad Edoardo Lamberti Castronuovo, e cioè quella di bypassare il bando del Comune, risparmiare quindi i 400 mila euro per l’iscrizione e unirsi con il Locri, che già milita in serie D, ha già fatto l’iscrizione ma si trova in difficoltà economiche tanto che dopo il secondo posto dello scorso anno alle spalle del Catania quest’anno si è molto ridimensionato e punta alla salvezza. Negli scorsi anni il Cesena l’ha fatto con il Romagna Centro, il Trapani con l’ASD Dattilo, seppur in contesti molto diversi. L’idea sarebbe quella di cambiare il nome e il logo del Locri, fondersi per questa stagione, intanto lanciare una scuola calcio a Reggio vivendo un anno sabbatico, e poi rilevare la prossima estate il titolo sportivo del Locri riprendendo nome e marchio della Reggina per strutturarsi in modo solido con più tempo. Ma comunque i 400 mila euro di iscrizione risparmiati quest’anno, bisognerebbe spenderli l’anno prossimo. E per contribuire a salvare il Locri/Reggio (?) bisognerebbe comunque spendere altri soldi.
Il giovane e volenteroso ragazzo di Saline, intanto, medita se fare un passo indietro. Proprio come Nick Scali otto anni fa. E cresce il rischio che il bando di giovedì vada deserto. Perché in questa città siamo abituati a farcele sfuggire tutte, le belle occasioni, per poi abbracciare ed esaltare i più improbabili personaggi (vedi Luca Gallo o Felice Saladini) bravi solo ad ingannare gli allocchi. Che strana che è questa città…