La domanda è semplice, banale. La Fenice Amaranto può fare chiarezza in un secondo, rispondendo: che tipo di contratto hanno i lavoratori della Fenice Amaranto che prestano servizio al club presso il Centro Sportivo Sant’Agata? Il tema, scottante, è stato posto questa mattina al Comune di Reggio Calabria nel corso della Commissione Controllo e Garanzia. Una seduta molto partecipata in cui le opposizioni, da Massimo Ripepi ad Angela Marcianò, hanno chiesto chiarezza al Sindaco che non si è presentato.
Le condizioni dei dipendenti della Reggina erano state il primo campanello d’allarme della fine della società di Saladini quando, a marzo, non hanno più visto arrivare il regolare pagamento degli stipendi. Adesso l’operato della nuova società dovrebbe essere sotto stretto controllo del Comune di Reggio Calabria, tanto che il sindaco Brunetti ha garantito che avrebbe “vigilato con attenzione” rispetto al fatto che la Fenice avesse “rispettato gli impegni presi nel business plan“. Non ci sembra che Brunetti stia vigilando molto se la Fenice ha già deciso di rinunciare alla scuola calcio (nel business plan raccontava di voler puntare molto sul settore giovanile); se aveva annunciato un’apertura della campagna abbonamenti senza possibilità di pagare con bancomat ma solo in contanti; se adesso emergono pubblicamente i primi dubbi sulla regolarizzazione dei dipendenti.
Al Centro Sportivo Sant’Agata per la Fenice stanno lavorando magazzinieri, giardinieri, cuochi, addetti delle pulizie e tanti altri operatori che gravitano intorno al club. Molti erano già assunti dalla Reggina di Saladini, quindi dovrebbero ricevere la NASPI che è l’indennità mensile di disoccupazione per i lavoratori con rapporto subordinato che hanno perduto involontariamente l’impiego. A che titolo stanno lavorando per la Fenice? Con che contratto? Come sono regolarizzati e come vengono retribuiti?
Al Sindaco Brunetti il dovere morale di “vigilare” – lui che si è assunto tutta la responsabilità di scegliere questa società – anche perchè è finanziere. Prima che a vigilare siano i suoi colleghi in divisa…