Reggina, Mimmo Praticò: “un problema il 50% di Bandecchi? Io nel 2015 ho iniziato con il 15%…” | INTERVISTA

Reggina, Mimmo Praticò racconta ai microfoni di StrettoWeb come nasceva nell'estate 2015 l'ASD Reggio Calabria che ripartendo dalla serie D avrebbe poi dato continuità alla gloriosa storia amaranto

StrettoWeb

Reggio Calabria discute in queste ore l’impegno di Bandecchi per la scelta di “limitarsi” al 50% delle quote sociali della nuova società che si è candidata a rilevare la Reggina per la ripartenza dalla serie D, in una cordata in cui il rimanente 50% è diviso tra numerosi imprenditori reggini. Non riusciamo a capire perchè questo dovrebbe essere un problema, anche alla luce della stessa storia recente della Reggina. E allora abbiamo pensato di rinfrescare i ricordi di una città con la memoria corta, e lo abbiamo fatto tramite Mimmo Praticò, l’ultimo proprietario reggino della Reggina (2015-2019).

Nell’estate 2015 Mimmo Praticò guida una cordata di imprenditori reggini (c’erano l’avvocato Francesco GiuffrèDe CaridiSgròStilo, Nato Martino, Pietro PolimenoDomenico Comandè e qualche altro) che rilevano la società con l’ASD Reggio Calabria dando continuità alla gloriosa storia amaranto. Eppure avevano tutti il 15% delle quote: lo conferma lo stesso Praticò ai microfoni di StrettoWeb: “siamo partiti tutti con le stesse quote, più o meno il 15%, perchè avevamo messo tutti 50 mila euro ciascuno. Per iscriverci abbiamo dovuto versare 350 mila euro a fondo perduto, quindi i soldi che avevamo messo si sono bruciati in un lampo, è stato subito necessario un altro intervento e lì sono iniziati i primi problemi con i soci. Qualcuno ha versato, altri no, non ricordo per quali motivi. Il gruppo aveva scelto che io facessi il Presidente, e da uomo di sport innamorato della Reggina non potevo tirarmi indietro così sono stato costretto, ripeto, costretto, ad anticipare i soldi degli altri. Mi ero permesso timidamente di chiedere una garanzia fideiussoria, ma – sono parole che tengo scolpite su pietra – ricordo tutti coloro che mi dissero ‘Mimmo tra noi c’è bisogno di fare una fideiussione?’. E dico, vabbè. Andiamo avanti, versiamo. Nessuno mi ha mai restituito nulla, così sono arrivato al 40%, ma a quel punto c’era gente che aveva lo zero virgola e pretendeva di incidere come me, quindi in pochi mesi abbiamo fatto la Srl, abbiamo messo altri soldi per prendere il 51%, e poi i problemi sono continuati ancora e col tempo siamo arrivati fino all’80% con tante vicissitudini che oggi non voglio raccontare per non riaprire ferite aperte e per me molto dolorose“.

Se nel 2015 Mimmo Praticò ha iniziato con il 15%, quindi, non si capisce perchè Bandecchi non possa iniziare con il 50%. L’aspetto delle percentuali delle quote sociali all’interno di un’azienda è questione meramente tecnica e amministrativa, tra l’altro molto semplice, che riteniamo rappresenti l’ultimo problema in questa fase soprattutto dopo che sono saltati tutti gli altarini sul comportamento del Comune e della Città Metropolitana nei confronti della Reggina, sulla pelle dell’Università per Stranieri Dante Alighieri.

Mimmo Praticò è amareggiato anche per questo: “sono molto rammaricato che non ci siano espressioni reggine, io non entro nel merito delle cordate di oggi perchè non conosco nessuno ma qualche mese fa ho parlato amichevolmente con una persona interessata che mi aveva riferito che erano in dieci e volevano mettere 50 mila euro ciascuno. Io gli ho solo detto che sarebbero durati da Natale a Santo Stefano e che se erano davvero in dieci, avrebbero dovuto mettere almeno 200 mila euro ciascuno, alla luce dell’esperienza che ho fatto otto anni fa“.

Mimmo Praticò è particolarmente scettico nei confronti di nuovi forestieri, soprattutto dopo le esperienze di Luca Gallo e Felice Saladini: “io da cittadino e da tifoso chiedo alle istituzioni di pretendere da qualsiasi forestiero voglia rilevare la Reggina di presentare agli enti pubblici una fideiussione a prima garanzia di 2 milioni di euro, in modo che se non rispetterà gli impegno che oggi propone, quantomeno la città avrà una garanzia per mantenere in piedi la società. In ogni caso faccio fatica ad accettare personaggi che vengono da fuori dopo le esperienze che abbiamo fatto. Guardate, gestire la Reggina non è facile, il Sant’Agata è un bestione pesantissimo dal punto di vista economico, così come lo Stadio. Non vorrei che arrivasse qualcuno e dopo un anno ci ritroviamo dalla padella alla brace…  Non conosco nessuno tra coloro che si sono presentati e non mi permetto di commentare chi non conosco, il mio è un discorso generico. Io non conosco queste Università, ma se leggo che vogliono portare la squadra in serie C e poi lasciano, mi chiedo cosa significa. Lasciano a chi e in quali condizioni? Perché queste Università vogliono venire a Reggio? Lo sanno che per fare un campionato di serie D servono 2 milioni di euro? Il Trapani e il Siracusa hanno fatto investimenti importanti, ci sono calciatori che in serie D prendono 70-80 mila euro. Lo sanno questo? Io sto alla finestra da tifoso reggino, e mi auguro che sia io a non vedere oltre in questo momento e che tutto si possa risolvere con una partenza rapida, con scelte decise e soprattutto rivedendo il vecchio gruppo dirigenziale. Questa è la città dei falsi miti“.

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