Reggina, niente attaccante per la Fenice. Bonanno sul Granillo: “stadio imponente, tanti sacrifici a livello lavorativo”

Le parole del Direttore dell'Area Tecnica della Fenice Amaranto, Giuseppe Bonanno, sulla partita di domenica contro il Siracusa e non solo

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Il Direttore dell’Area Tecnica della Fenice Amaranto, Giuseppe Bonanno, è intervenuto questa mattina a Video Touring per parlare del match contro il Siracusa di domenica ma non solo. “Domenica col Siracusa – esordisce – c’è un altro grosso tabù da sfatare, cioè l’organizzazione e l’apertura del Granillo, che comporta grossi sacrifici a livello lavorativo. Ci vuole tanto personale perché lo stadio è imponente“.

“Non bisogna però pensare alla singola gara e all’avversario, ma alla crescita complessiva, a cui si deve arrivare nel più breve tempo possibile. Le indicazioni di domenica scorsa ci hanno detto che c’è molto da lavorare ma che tecnicamente siamo moderatamente soddisfatti. Sul Siracusa, come hanno ottime individualità loro, ne abbiamo ottime noi”, ha aggiunto.

Sulla risposta della tifoseria: “siamo molto contenti dei numeri della campagna abbonamenti, perché la città ha capito, dopo la diffidenza iniziale. Ovviamente siamo consapevoli che nel più breve tempo possibile dobbiamo essere al massimo della condizione e tentare di essere protagonisti in questo campionato. Anzi non tentare, dobbiamo esserlo”.

Poi la discussione si sposta sul mercato. Già qualche giorno fa il Ds Pellegrino aveva fatto intendere come non fosse prioritario acquisire ad oggi un attaccante, molto richiesto dai tifosi. Bonanno conferma: “non ci sono risposte da dare sul tema, noi abbiamo in mente ciò che bisogna fare. In sei giorni abbiamo messo dentro venti ragazzi che vanno valutati. Metterne dentro altri tanto per, sinceramente io proverei ad avere chiara la situazione. E’ inutile avere 40 giocatori se ne devono giocare 15. In quel poco che abbiamo visto, la qualità della squadra è apparsa evidente. Dobbiamo vedere in maniera costante cosa può dare la squadra: deve crescere in primis atleticamente e poi tatticamente”.

“Si è disperso – ha aggiunto – un patrimonio importante, che la Reggina possedeva, per mancanza di tempo. Se fossimo partiti prima, in tempo, già c’era un patrimonio importante con i giovani del settore giovanile. Così invece abbiamo dovuto prendere under da fuori importanti. E’ chiaro che in futuro vogliamo strutturarci come la Reggina merita, con le scuole calcio e un settore giovanile fiorente. In Serie A e B si gestisce denaro con proventi derivanti da diritti tv e altro. In C e D no, almeno fino a che non ci si struttura per produrre economia. Al momento siamo solo ad ‘uscire'”.

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