Reggina: il nipote di Brunetti alla Fenice, le scomode verità di StrettoWeb e i soliti creduloni della città

Reggina, ieri l'ufficialità di Domenico Girasole, nipote del sindaco f.f. Paolo Brunetti che ha firmato un biennale nonostante il grave infortunio: la notizia di StrettoWeb ha scatenato il malumore dei soliti creduloni

StrettoWeb

Questo articolo è riservato a lettori alfabetizzati che non hanno perso lo spirito critico e la libertà di pensiero: chi invece ha già deciso che la Fenice Amaranto è il proprio nuovo Dio e che quindi andrà a messa ogni domenica per fustigarsi a prescindere, anche se il prete durante l’omelia darà sentenze umilianti e mortificanti, può anche evitare di leggere oltre. Per chiudere la pagina basta un click in alto a destra. Per il tifoso medio che trasforma il calcio in religione e pensa di difendere la propria squadra con i soliti alibi, “arbitro cornuto”, “è colpa di Gravina”, “Catanzaro opponendum” e fandonie varie, non ha alcun senso proseguire nella sfida di affrontare la lettura di un testo che non potrà mai comprendere.

Noi, invece, che facciamo fatica a credere che un Dio esista davvero in cielo, figuriamoci in terra tantomeno nel mondo del calcio, abbiamo il brutto vizio di fare il nostro lavoro: raccontare fatti, pubblicare notizie, porre riflessioni, esprimere opinioni, commentare quello che succede. Ecco perchè ieri abbiamo evidenziato la parentela tra il sindaco f.f. Paolo Brunetti e il difensore ufficializzato dalla Fenice Amaranto – la nuova Reggina (sigh!) – Domenico Girasole: è una notizia, reale e verificata, nell’articolo non c’è una sillaba che non corrisponda alla realtà, è assolutamente pertinente e di pubblico interesse, tant’è che ha suscitato grande clamore, e merita di essere raccontata e commentata.

L’opportunità di tesserare il nipote del sindaco Brunetti

L’arrivo del nipote di Brunetti nell’organico della Fenice è l’ennesimo episodio controverso rispetto alla gestione della Reggina negli ultimi mesi, e non abbiamo bisogno di fare alcuna insinuazione per sottolineare a chiare lettere che in base ai nostri principi e valori il nipote del Sindaco in una società di calcio che lo stesso Sindaco ha appena assegnato con una scelta molto dubbia a quella stessa società, semplicemente non ci doveva andare. I rappresentanti delle istituzioni hanno l’obbligo e il dovere di gestire la cosa pubblica in base al merito e al valore, senza favoritismi e raccomandazioni e anche senza poter dare l’impressione di fare favoritismi e raccomandazioni. Ecco perchè anche se Domenico Girasole fosse Cristiano Ronaldo, alla Reggina in questo contesto storico, e cioè dieci giorni dopo che suo zio, proprio suo zio, da Sindaco l’aveva data a questa società, non ci sarebbe dovuto andare comunque. Non è colpa del ragazzo, ovviamente, ma in un mondo normale lo stesso zio si sarebbe dovuto opporre alla firma del contratto: “mio caro nipotino, io ti voglio bene e tu lo sai, starò sempre dalla tua parte ma in questo momento io sono Sindaco della città quindi tu nella squadra che io ho appena dato a questi, tra l’altro vedi quante polemiche che mi stanno massacrando, non ci puoi andare. Vai dove ti pare ma non alla Reggina e non adesso”. Così avrebbe dovuto parlare Brunetti a Domenico, contro cui non abbiamo nulla nel modo più assoluto. Mai abbiamo scritto che è un ragazzo cattivo, né lo abbiamo fatto intendere. Mai abbiamo scritto che è maleducato, che è scostumato, che è privo di valori, che arriva da una brutta famiglia, tutti rilievi che abbiamo letto tra le reazioni al nostro articolo e che sono completamente fuori luogo in quanto nessuno ha mai fatto a Domenico Girasole questo tipo di accuse.

Come il nipote di Brunetti è arrivato alla Fenice e la fake news secondo cui “arriva dalla serie C”

Abbiamo raccontato una notizia, che è prettamente calcistica e forse è il caso di spiegarlo meglio per chi non ha seguito questo mercato nel dettaglio: Domenico Girasole, il bravissimo ragazzo di buona famiglia super educato che mai da StrettoWeb è stato contestato sotto l’aspetto umano, non è arrivato alla Reggina dalla serie C. E’ arrivato alla Reggina da svincolato. Cioè disoccupato. Al 20 settembre era rimasto senza squadra, quindi non è affatto vero che sta scendendo di categoria. Lui sarebbe rimasto volentieri a Potenza, ma il club lucano ha voluto rescindere il contratto triennale firmato un anno fa. E’ vero, Domenico lo scorso anno ha giocato tutto il campionato a Potenza (anche se in tre occasioni non è stato convocato), in una squadra che è arrivata a metà classifica in serie C, ma è anche vero che il calcio non si fa sui tabellini di transfermarkt e se davvero avesse fatto così bene la scorsa stagione, il Potenza non lo avrebbe svincolato rescindendo il contratto. Poi Domenico si è fatto seriamente male al ginocchio e quando, meno di un mese fa (era il 24 agosto) era tutto fatto per andare alla Lucchese, con i toscani non ha superato le visite mediche ed è rimasto senza squadra. Fino a ieri, quindi, era semplicemente disoccupato.

Il punto non è soltanto la questione di opportunità politica rispetto alla circostanza che il nipote del Sindaco Brunetti va nella società appena scelta dal Sindaco Brunetti, tra l’altro con il già noto legame familiare tra il neo Presidente e il consigliere comunale dello stesso partito di Brunetti. Il punto vero è se Girasole, che è seriamente infortunato ed era senza squadra, sia arrivato alla Reggina perchè è il nipote di Brunetti o al contrario perchè i dirigenti della Fenice Amaranto lo ritengono valido per la squadra (e non sappiamo quale tra le due cose possa essere più grave).

L’altra bufala sul settore giovanile: Domenico Girasole non ha superato il provino alla Reggina nel 2015 e poi è cresciuto nel vivaio dell’Avellino

Qualcuno ha inoltre polemizzato sulla storia di Domenico Girasole: sarebbe cresciuto nel settore giovanile della Reggina (?), e il suo sarebbe quindi un ritorno, come a voler dire che fosse già qui prima di Brunetti e che quindi la parentela sarebbe solo una coincidenza (l’ennesima di questa triste storia). E invece no, a meno che non ci si confonde con il fratello Rosario, più piccolo e più talentuoso che davvero è cresciuto nella Reggina, Domenico non è cresciuto nel vivaio amaranto: quando era bambino ha fatto un po’ di scuola calcio ma poi è cresciuto nel vivaio dell’Avellino, dov’è andato quando aveva 15 anni, ben otto anni fa. A stroncare sul nascere le polemiche sulla storia di Domenico Girasole è stato lui stesso, ieri sera, con un bellissimo post facebook dove tra l’altro ha scritto, con riferimento alla sua storia da bambino alla Reggina, che nel 2015 “sono stato scartato perché non ero ritenuto all’altezza”. La Reggina, quindi, otto anni fa lo aveva scartato quando era un bambino perchè non ritenuto all’altezza, a differenza del fratello Rosario che dopo tutta la trafila al Sant’Agata, a 17 anni l’anno scorso è stato devastante con gli Allievi tanto che Pippo Inzaghi lo ha convocato in qualche occasione persino in prima squadra. Ebbene, con l’avvento della Fenice, Rosario è andato via mentre Domenico è tornato: non sono forse informazioni utili ai tifosi e ai cittadini per evidenziare come si è ridotta la Reggina proprio a causa della scelta del sindaco Brunetti? A nostro avviso sì, sono informazioni utili ed è giusto pubblicarle. Completamente vere, totalmente documentate e riscontrabili. Sulle opinioni, poi, ognuno ha la propria idea: la linea editoriale di StrettoWeb non è verità assoluta ed è nostro compito proprio alimentare il dibattito tra tesi opposte e stimolare le riflessioni per la crescita di una comunità.

Se Domenico Girasole non sarà una zavorra per la nuova società, se Domenico Girasole dimostrerà di essere un lusso per questa categoria, se Domenico Girasole farà la differenza, se Domenico Girasole trascinerà la Fenice alla promozione, saremo i primi a riconoscere i suoi meriti, a raccontare trionfalmente le sue gesta, perchè no rivendicando lo stimolo di averlo spronato a dimostrare che non è lì soltanto perchè raccomandato dallo zio sindaco. Oggi è inevitabile che venga considerato tale.

Il nome: perchè continueremo a chiamarla Fenice Amaranto

A pochi giorni dall’esordio stagionale, qualcuno ci chiede con insistenza di chiamare questa squadra e questa società “Reggina” e non più Fenice Amaranto. Molti altri in realtà ci contestano l’opposto, e cioè che negli articoli sulla Fenice Amaranto continuiamo a chiamarla anche “Reggina”. Noi una scelta l’abbiamo presa, e non la cambieremo: siamo abituati a chiamare le cose con il loro nome, quindi continueremo a chiamarla Fenice Amaranto così come al Sindaco lo chiamiamo Paolo Brunetti e non Alessandro Brunetti e a suo nipote lo chiamiamo Domenico Girasole e non Luigi Girasole. Continueremo a chiamarla Fenice Amaranto così come quando pubblichiamo articoli in cui esaltiamo la storia d’orgoglio amaranto di Carminello lo chiamiamo Carminello e non Peppinello; così come quando dobbiamo parlare del nuovo addetto stampa della Fenice scriviamo di Peppe Praticò e non di Francesco Praticò. Peppe che, tra l’altro, fa egregiamente il suo mestiere: non è un mistero che a lui siamo legati da uno stretto rapporto umano e professionale, nei suoi confronti abbiamo sempre avuto una grande stima e come abbiamo avuto già modo di evidenziare riteniamo sia stato il miglior acquisto di questa nuova società, l’unico che ci è piaciuto, non solo come addetto stampa ma anche come dirigente (e senza esagerare riteniamo che domenica sarebbe anche il caso di farlo scendere in campo, soprattutto se Pellegrino non si sbriga a prendere l’attaccante. Peppe lì davanti ci sa fare).

Il problema è un altro: la Fenice Amaranto si chiama la Fenice Amaranto ufficialmente per scelta della nuova società. Ha avuto molto tempo per decidere come chiamarsi e ha scelto Fenice Amaranto in piena coscienza; persino all’operatore della FIGC che stupito chiedeva come mai non mettessero un riferimento a Reggio Calabria nel nuovo nome della società hanno risposto che avrebbero voluto Fenice Amaranto. Dopo le polemiche dei tifosi, il ds Pellegrino è andato in televisione a dire che “utilizzare Reggio Calabria è impossibile” e quindi sarebbe rimasta Fenice Amaranto. Parliamo di una settimana fa. E adesso il problema è di StrettoWeb che li chiama così come loro hanno scelto? Così come sono registrati in FIGC, così come compaiono in tutti i documenti ufficiali? Invece di essere felici che continuiamo a chiamarvi come avreste voluto dall’inizio e che facciamo pubblicità gratis alla vostra università…

Chiedere adesso di cambiare nome equivale alla storia di un killer che dopo l’omicidio viene beccato e contestato, inizialmente si difende dicendo che “era impossibile non sparare” e dopo due giorni incontra un avvocato più bravo che gli consiglia di ammettere l’errore e dirsi dispiaciuto promettendo una futura buona condotta. Il cambio di strategia, però, non può in alcun modo cancellare l’omicidio. Il valido avvocato della Fenice è stato proprio Peppe Praticò che ha capito quanto ai tifosi dava fastidio la Fenice e ha convinto la dirigenza a provare a fare un passo indietro, di fatto smentendo Pellegrino, inventandosi la soluzione di LFA Reggio Calabria che è pur sempre La Fenice Amaranto puntata e poi Reggio Calabria: la società ha fatto richiesta di cambio di denominazione, ma questa richiesta non è stata ancora accolta. Il nome ufficiale non è quello che arbitrariamente il club decide di utilizzare su facebook, ma quello che si legge nei documenti di Lega e FIGC dove la nuova Reggina (sigh!) è a tutti gli effetti La Fenice Amaranto e quindi continueremo a chiamarla semplicemente… con il suo unico vero nome! E il problema è come la chiama StrettoWeb, non come loro hanno scelto di chiamarsi?!??

Riteniamo che, a maggior ragione dopo tutti i disastri degli ultimi anni, nuovi sconosciuti che arrivano da fuori dovranno meritarsi e conquistarsi la fiducia di tutti i reggini, che siano cittadini, tifosi, spettatori e operatori giornalistici. Anche la società di Bandecchi l’avremmo chiamata Reggio Football Club, come aveva scelto di presentarsi, e non Reggina, finché non avrebbe dimostrato di meritarselo. Anche perchè il nome Reggina, per NOIF federali, la nuova società non potrà riacquisirlo in ogni caso prima del prossimo anno. E bisognerà vedere cosa succede da qui al prossimo anno: se la Fenice Amaranto rimarrà in serie D, non è scontato che riesca a riprendere il nome e il marchio storico della Reggina, soprattutto se una delle altre squadre reggine che militano in Eccellenza riuscisse a conquistare la promozione. Peggio ancora se fosse la Fenice a non riuscire a centrare la salvezza. Sì, salvezza, perchè qui c’è qualcuno che si è eccitato per due nomi sconosciuti che su trasfermarket ha visto aver disputato la serie C negli scorsi anni, ma per tutti questi vale lo stesso discorso di Girasole: sono arrivati alla Fenice da svincolati a metà settembre, non quindi da categorie superiori ma dal divano di casa loro. Non hanno fatto la preparazione estiva, molti non giocavano da anni, alcuni (vedi il portiere) non hanno mai giocato titolari in carriera, e adesso saranno chiamati ad un tour de force atletico mai visto con 11 partite in poco più di 30 giorni tra ottobre e inizio novembre, in un torneo in cui ci sono almeno tre corazzate (Trapani, Siracusa e Vibonese) di cui una si sposta con un aereo privato utilizzato come charter (roba che neanche in serie B…).

No, la Fenice non ci convince affatto e lo abbiamo scritto in tempi non sospetti con una lettera aperta a Ballarino: a maggior ragione dopo le esperienze di Gallo e Saladini, è sconvolgente come una parte della tifoseria e della città sia già prona al nuovo padrone di turno, totalmente appiattita, senza alcun tipo di pensiero critico, di fronte ad una società tra l’altro concepita con le ombre della peggiore gestione politica. La Fenice non ci convince come non convince Lillo Foti, Massimo Taibi, Emanuele Belardi, Ciccio Cozza, tanto per citare qualcuno che di calcio ovviamente non capisce nulla e che non ha alcun legame storico con la Reggina…  Come non ha convinto Ciccio Cosenza (altro che “motivi familiari”, a Belardi aveva già detto sì a fine agosto e se Brunetti non avesse fatto la scelta sbagliata il forte difensore si starebbe allenando al Sant’Agata da due settimane con Montalto e una super corazzata che con mister Pazienza era già pronta, prima della scadenza del bando, per vincere il campionato). Al contrario, gli unici che della Fenice hanno espresso pubblico entusiasmo sono stati Manuele Ilari e Pietro Lo Monaco. E StrettoWeb sarebbe “di parte contro la squadra e contro la città”? Certo che siamo di parte, sempre dalla parte di Reggio e della Reggina! Al momento la storia dice che gli unici “di parte contro la squadra e la città” sono quelli che la sostengono, alla Fenice! Che la Fenice dimostri sul campo che ci stiamo sbagliando: se davvero vincerà il campionato, saremo pronti ad ammettere a caratteri cubitali di esserci sbagliati. Esattamente così come avremmo moltissimo voluto ammettere di esserci sbagliati quando quest’estate raccontavamo in tempi non sospetti le malefatte di Saladini & company, l’esclusione dalla serie B, l’addio con Inzaghi, quando ancora i tifosi-creduloni ci contestavano perchè davano fiducia ai “comunicati ufficiali” (doppio sigh!). La lezione non è servita, siamo di nuovo punto e a capo con pupari che raccontano favole per incantare le scimmie, orde di allocchi che ci cascano e quei pochi che provano ad aprire gli occhi vengono considerati eretici. Eretici a cui dopo, col senno di poi, tutti gli altri chiederanno scusa, ancora una volta.

Condividi