La Reggina svenduta per una questione di partito: le ombre dell’accordo Brunetti-Califano sulla ricerca del calciatore del Bocale

Reggina, chi ha telefonato a Nunzio Tripodi del Bocale per proporgli di giocare (gratis) nella Fenice Amaranto? Tutti gli indizi portano proprio al consigliere comunale di Italia Viva Gianluca Califano

StrettoWeb

La notizia, già di per sé clamorosa, inizialmente era “soltanto” (sigh!) che la nuova Reggina e cioè la Fenice Amaranto andasse a cercare l’esterno sinistro del Bocale, dignitosissima società dilettantistica reggina che milita in Eccellenza. Un po’ come se la Juve appena retrocessa in serie B dopo Calciopoli fosse andata affannosamente a chiedere il terzino del Gelbison Cilento. Il particolare che rendeva subito la notizia di ieri sera ancor più eclatante – al punto che qualcuno, ancora incosciente rispetto alla raccapricciante situazione in cui Brunetti ha fatto precipitare la Reggina, non ci credeva (!) – era il non indifferente dettaglio che il ragazzo, Nunzio Tripodi, una carriera tra l’Eccellenza e la Prima Categoria, rifiutasse senza pensarci un secondo: “no grazie, preferisco rimanere qui”.

Nella notte, però, il comunicato stampa del Bocale apriva una nuova crepa in tutta questa vicenda grottesca. Così grave che tutto il resto, cioè la Reggina alla ricerca dell’esterno del Bocale e il successivo rifiuto, passava in secondo piano. Nel comunicato, infatti, ricostruendo l’accaduto, il Bocale scrive che “un soggetto connesso alla Fenice Amaranto ha contattato Tripodi”. E allora il nocciolo della questione diventa subito un altro: chi ha chiamato Nunzio Tripodi? Certamente non è stato il DS Maurizio Pellegrino, né il DG Pippo Bonanno: hanno un ruolo esplicito nell’organigramma della società, sono interni al club e non “soggetti connessi”, per giunta non conoscono il calcio dilettantistico reggino arrivando dalla Sicilia. Non hanno contatti e non saprebbero come muoversi. A chiamare Tripodi è stato quindi qualcuno di Reggio, che conosce bene le dinamiche e ha contatti nel calcio dilettantistico reggino, ma non compare ufficialmente nell’organigramma della nuova società, in quanto si tratta di un “soggetto connesso alla Fenice Amaranto”. Di chi si tratta? E come è “connesso” alla nuova società?

Chi ha telefonato a Nunzio Tripodi?

Siamo certi che tutti coloro che hanno già da tempo compreso le reali dinamiche dietro la svendita della Reggina da parte del sindaco f.f. Brunetti hanno già raggiunto la medesima conclusione: a chiamare Tripodi potrebbe essere stato di persona personalmente nientepopodimeno che Gianluca Califano, il consigliere comunale di Italia Viva (stesso partito di Brunetti), dirigente calcistico nel dilettantismo locale (è Presidente del Val Gallico, Prima Categoria; l’anno scorso si era lanciato nell’avventura poi conclusa del Real Metropolitana, sempre in Prima Categoria)? Califano da venerdì sera si atteggia a uomo della nuova società, era presente persino alla conferenza stampa in cui Brunetti venerdì pomeriggio ha annunciato la scelta per la Fenice, ed era l’unico consigliere comunale presente in platea nel Salone dei Lampadari in una conferenza convocata per i giornalisti.

Che sia proprio lui, sul territorio, a cercare in queste ore calciatori delle categorie minori pur di costruire una squadra è l’ipotesi più accreditata tra gli addetti ai lavori e per verificarla abbiamo contattato Filippo Cogliandro, Presidente del Bocale, e Nunzio Tripodi, il ragazzo che ha ricevuto la telefonata e rifiutato l’offerta. La loro diretta testimonianza è che a chiamare Tripodi sia stato un fantomatico “cugino del Presidente Minniti”. Il concetto di “cugino” a Reggio Calabria è particolarmente simile a quello dei nostri vicini “cugini” africani, ma effettivamente Gianluca Califano è il fratello del cognato del presidente Virgilio Minniti e quindi non abbiamo alcun dubbio che presentarsi come “cugino del Presidente Minniti” sia un modo di presentarsi coerente al legame familiare che c’è tra i due.

La testimonianza di Nunzio Tripodi

Parlando con Nunzio Tripodi, il calciatore ci ha confidato anche che l’offerta della Reggina (sigh!) – Fenice Amaranto – non prevedeva alcuna retribuzione, “mi hanno chiesto di andare gratis per due settimane e poi si vedrà”; e soprattutto che stamani lo stesso soggetto di ieri “mi ha telefonato nuovamente, molto risentito perchè non avrei dovuto fare tutto questo scalpore, ma io non ho fatto niente, io l’ho detto alla mia società e la notizia è uscita giustamente sui giornali, non volevo alcuno scalpore. Infatti stamattina gli ho risposto male, anche perchè mi chiama sempre con un numero anonimo, non mi dice chi è, sempre un cugino carissimo e vicino al presidente Minniti, ma io gli dico che neanche lo conosco al presidente Minniti, se vogliono dirmi qualcosa che venissero a dirmela di persona. Io resto al Bocale perchè qui mi trovo benissimo, siamo come una famiglia e mi trattano bene e ho preso un impegno con loro e lo mantengo”.

Nunzio Tripodi

L’intreccio Califano-Brunetti e la Reggina svenduta a Palazzo San Giorgio

Se ci fosse davvero Califano in queste ore ad operare sul mercato come “soggetto connesso alla Fenice Amaranto” per cercare i calciatori della nuova Reggina, avremmo la conferma che quella di Brunetti è stata una scelta politica, già stabilita da tempo: svendere la Reggina agli amici e ai compari di partito. Altro che Bandecchi, Myenergy e imprenditori reggini: sarebbero potuti arrivare anche Elon Musk e Bill Gates, ma Brunetti aveva già deciso di dare la Reggina a Califano come in città si mormorava da metà agosto nello scetticismo generale: “ma dai” rispondevamo tutti ai ben informati che ipotizzavano questo scenario parlando già allora di Califano. “L’hanno fatto sul Miramare, potranno farlo su altro, ma sulla Reggina non possono arrivare a tanto”. E invece adesso comprendiamo con un occhio diverso quelle dichiarazioni del facente funzioni di primo cittadino sulla “D come Dignità”, rilasciate già da inizio agosto, quel ripetuto “siamo pronti alla serie D”, quella strana visita a Catania per incontrare Manuele Ilari proprio alle falde dell’Etna (guarda caso, oggi Manuele Ilari garantisce per la Fenice!), e poi la certezza esternata pubblicamente più volte sul fatto che “il bando non andrà deserto, state tranquilli” anche quando sembrava che tutte le altre cordate locali non ce la facessero e la preoccupazione comune era quella che – appunto – al bando non si presentasse nessuno.

Una preoccupazione – quella che il bando andasse deserto – così diffusa in città che proprio in quei giorni il consigliere comunale delegato allo Sport, Gianni Latella, si prodigava personalmente per coinvolgere Stefano Bandecchi esponendosi e dicendogli che “se non viene lei, il bando andrà deserto e la Reggina scompare”. Un dettaglio più volte ribadito sia da Bandecchi, “mi avete preso in giro, avete fatto una figura di merda”, che dallo stesso Latella, particolarmente provato da questa situazione e deluso dalla delegittimazione che ha dovuto ricevere da parte di Brunetti. Lui, il sindaco f.f., evidentemente aveva già deciso come hanno avuto impressione tutti i convocati al comitato di valutazione delle domande in quei giorni nelle riunioni di Palazzo San Giorgio. E la decisione non era il meglio per la Reggina, ma soltanto una “questione di famiglia” o meglio ancora “di partito”. Una decisione che ogni giorno sta umiliando e mortificando ulteriormente la squadra e la città, con l’aggravante che stavolta oltre ai “poteri forti del Nord”, oltre a Gravina, Balata, oltre a “Cosenza e Catanzaro” (sigh!), oltre a Cellino, oltre a Saladini e Brunori, stavolta non regge alcun alibi complottista. Stavolta è successo tutto a Palazzo San Giorgio.

PS: guardate questo video. Brunetti in conferenza stampa ci risponde di aver saputo della parentela tra Califano (consigliere comunale del suo partito) e Minniti (neo presidente della nuova Reggina) soltanto il giorno precedente “grazie all’articolo di StrettoWeb”. Dunque, secondo la narrazione di Brunetti, la Reggina in cui oggi il consigliere comunale Califano è pienamente coinvolto, è finita a questo gruppo che ha come presidente il fratello della cognata dello stesso Califano, vincendo un bando comunale in cui si era candidata e della cui candidatura Califano non avrebbe mai detto nulla a Brunetti, unico decisore sull’assegnazione del bando! Neanche ad Helsinki…

Reggina, le domande di StrettoWeb e le risposte di Latella e Brunetti (video integrale)
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