Quando i sindaci Brunetti e Versace rassicuravano tutti rispetto al fatto che il bando non sarebbe andato deserto, evidentemente avevano certezze che a Reggio nessun altro aveva. Mentre tutte le cordate che gli imprenditori locali e/o originari di Reggio provavano a costruire si scioglievano nelle difficoltà delle limitate risorse economiche e mentre a meno di 20 ore dalla scadenza il bando era ancora deserto, a Reggio Calabria c’erano due sole persone che avevano la serenità più assoluta rispetto al fatto che le domande sarebbero arrivate, “anche importanti e numerose”. Queste persone erano proprio i Sindaci, Paolo Brunetti e Carmelo Versace.
Adesso le domande sono arrivate, effettivamente sono numerose, anche se non possiamo sapere se sono davvero importanti. I Sindaci, quindi, avevano ragione. Lo sapevano già che le candidature sarebbero arrivate. Ed evidentemente sapevano anche che tutto ruota intorno al mondo dell’Università per Stranieri ‘Dante Alighieri’, unico ateneo per studenti stranieri del Sud e terzo dell’Italia intera dopo Perugia e Siena che da anni vive sull’orlo della chiusura. Quello della ‘Dante Alighieri’ è un piatto appetibile per gli operatori privati della formazione universitaria, che intendono rilanciarla mantenendola privata in alternativa al progetto di aggregazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria che è già deliberato e che coinvolge il Ministero della Pubblica Istruzione e la Regione Calabria nell’ottica di un percorso di definitiva fusione con l’ateneo reggino per trasformare anche la Dante Alighieri in un’università Statale.
A fronte di questa nobile iniziativa che coinvolge le massime istituzioni dello Stato, c’è qualcuno che sta cercando nuovi investitori privati per mantenere privata la Dante Alighieri: si tratta di Umberto Pirilli, navigato politico di Gioia Tauro, oggi ad 82 anni Presidente dell’Associazione che gestisce proprio la Dante Alighieri. Pirilli, che negli anni ’90 è stato Presidente della Provincia di Reggio Calabria e nel 2004 è stato eletto Europarlamentare, nella sua carriera politica è sempre stato a destra: dal MSI ad Alleanza Nazionale fino al PdL. Ma oggi la sua sponda politica è nei massimi rappresentanti istituzionali di Comune e Città Metropolitana, Paolo Brunetti e Carmelo Versace. Così – non a caso – nel bando di oggi due dei tre candidati a guidare la Reggina sono imprenditori che operano nel mondo delle università private.
L’ambigua posizione di Bandecchi sulla Reggina: ieri l’interessamento, oggi il passo indietro
Un candidato è Bandecchi, proprietario del colosso Unicusano che ieri ha annunciato il suo impegno per salvare la Reggina perchè “rischia di scomparire e sarebbe catastrofico se non si iscrivesse neanche in serie D”, chiarendo subito che “io ci sarò soltanto per riportarla in serie C e poi venderla subito, come traghettatore, per salvarla perchè mi sta simpatica”. Oggi il dietrofront: “ho visto che ci sono altre due domande, sono molto felice e spero di non arrivare primo in questo bando: io sapevo e temevo che non c’era nessuno e che la Reggina rischiava di morire, per questo mi ero impegnato ma ricordatevelo sempre, l’ho detto da subito, solo per riportarla in serie C, quindi invito il Sindaco a scegliere chi ha un orizzonte più ampio nel tempo, chi ha maggiori ambizioni”. Secondo nostre indiscrezioni, Bandecchi sarebbe stato fortemente tirato dalla giacchetta dalla politica locale con forti richieste e pressioni di intervenire per la Reggina in modo particolare da parte dell’area vicina al Sindaco metropolitano f. f. Carmelo Versace.
Chi è la Fenice Amaranto: il Presidente è un parente di un consigliere comunale dello stesso partito di Brunetti
Un altro candidato è la Fenice Amaranto: sono stati i primi a presentare la domanda ieri sera, a sorpresa, tenendo tutto nascosto e avvolto nel mistero. Con uno stringato comunicato stampa, ieri sera hanno annunciato la candidatura presentandosi come neo costituita “La Fenice Amaranto ASD”, presieduta da tale dott. V. Minniti e rappresentata dall’Avvocato Ferruccio Maria Sbarbaro. Chi è questo Minniti? Da ieri sera proviamo a capirlo, invano. Siamo riusciti a scoprire soltanto che questa domanda è arrivata da Catania. Abbiamo risposto al comunicato stampa chiedendo un contatto telefonico, ma invano. Tutto molto strano, anche alla luce del fatto che in qualsiasi posto del mondo chiunque investe nel calcio lo fa per ottenere visibilità e quindi è alla ricerca dei giornalisti. Perché, invece, tutta questa segretezza? Oggi il secondo comunicato di Minniti, “ il nostro gruppo è composto da imprenditori reggini e siciliani impegnati a livello nazionale nel settore della formazione universitaria”. Ancora l’Università, ancora evidenti mire sulla Dante Alighieri alle spalle dell’interesse per la Reggina. Minniti a Reggio ce ne sono tanti ma nel mondo della formazione universitaria il cerchio si restringe alla famiglia Minniti/Califano.
Franco Califano è uno storico sindacalista della UIL e suo figlio, Domenico Califano, ne ha ereditato il mestiere. Due anni fa è stato arrestato per una brutta storia di diplomi falsi che ha determinato il commissariamento della UIL scuola di Reggio Calabria. Domenico è sposato proprio con la sorella di Minniti, il presidente della neo costituita Fenice Amaranto. Il fratello di Domenico Califano è Gianluca Califano, consigliere comunale che ha di recente aderito a Italia Viva, lo stesso partito di Paolo Brunetti. Capite cosa significa? Uno dei tre candidati alla guida della Reggina è addirittura un parente di un consigliere comunale dello stesso partito del Sindaco che dovrà decidere chi vincerà il bando!
Dal punto di vista imprenditoriale, Minniti collabora con diversi gruppi di formazione universitaria privata a Reggio Calabria, in modo particolare un’università telematica e una scuola per mediatori linguistici come succursale del polo di Catania guidato dal professore Antonino Ballarino, presidente di Orizzonte Docenti e direttore dalla Columbus Academy. Ecco perchè la domanda è arrivata da Catania. “La Fenice” è proprio il nome di un centro universitario di Orizzonte Docenti, come facilmente riscontrabile sul web.
Di fatto, mentre le massime istituzioni dello Stato (Ministero, Regione Calabria e Università Mediterranea) stanno lavorando per salvare in modo organico e strutturale la Dante Alighieri con tutti i suoi dipendenti e l’indotto che determina per il territorio rendendola pubblica inglobandola alla Mediterranea, al bando del Comune per la Reggina si sono presentati due gruppi su tre che operano nel settore delle università private ed evidentemente – non trattandosi di samaritani del calcio – intendono utilizzare la Reggina come strumento per rilevare l’Università per Stranieri mantenendola privata.
Il terzo gruppo che ha presentato domanda per la Reggina, quello dell’imprenditore di Torre Annunziata Francesco Agnello, al momento sembra il più genuino nel senso che è avulso dalle logiche della politica locale e totalmente estraneo dal mondo delle università private. Agnello, piuttosto, sembra un altro avventuriero: negli ultimi anni ha provato a prendere la Salernitana in serie A e la Casertana e l’Avellino nelle categorie minori ma non ci è mai riuscito. “Ritengo che le squadre di calcio sono come le case: tu ne vedi dieci finché non trovi quella giusta. Io voglio vedere il sole. C’è gente che invece si butta anche nei… sottoscala” ha detto in un’intervista di poco tempo fa. A livello imprenditoriale è certamente più solido, ma nei maldestri tentativi di scalata nel mondo calcistico ci ricorda molto da vicino quel Manuele Ilari che non avremmo mai più voluto nominare e che però in queste ore ci torna in mente per quelle parole forti sul Comune rilasciate l’11 agosto scorso: “Il delegato allo Sport del Comune Latella pretende di cedere la società a persone amiche, non mi sembra molto professionale. La telefonata che abbiamo avuto non mi è piaciuta”. Latella ha risposto che era tutto falso e che lo avrebbe denunciato, poi la totale assenza di credibilità di Ilari ha fatto cadere l’accusa nel vuoto riuscendo nell’impresa di riabilitare persino Latella (mister “ti mangiu u cori” e poi anche “governo melone”) agli occhi della città. Ma dopo quasi un mese non sappiamo se Latella quella denuncia l’ha fatta davvero e soprattutto adesso abbiamo la certezza che se la facesse nessun giudice potrebbe dargli ragione perchè da oggi è ufficiale che tra i candidati del bando ci sono effettivamente persone molto vicine, più che amiche addirittura parenti, rispetto all’amministrazione comunale.
In questo triste contesto si inserisce l’enorme pasticcio per la partita del cuore del 10 settembre, l’incontro previsto allo stadio Granillo in nome di Gianluca Vialli che Comune e Città Metropolitana stanno sponsorizzando da tempo e che in queste ore si sta rivelando una grande truffa. Oggi la Fondazione Vialli ha chiarito: “Visto il proliferare di iniziative di raccolta fondi, la famiglia Vialli non ha dato autorizzazione a utilizzare il nome di Gianluca Vialli ad alcuna organizzazione ad eccezione di Fondazione Vialli e Mauro per La Ricerca e Lo Sport Onlus”.
L’ennesima beffa nei confronti di una città che è certamente povera, è certamente spenta, è certamente vuota ma in tutta franchezza con tutti i problemi e gli errori commessi non avrebbe mai meritato di cadere così tanto in basso. Che tristezza.