Reggio Calabria, 43 agosto 2023: the day after Festa di Madonna

L'annus horribilis di Reggio Calabria e questa estate che sembra non voler finire mai: immagini e suggestioni di una passeggiata sul lungomare

Reggio Calabria lungomare mare spiaggia
StrettoWeb

Passeggio sul lungomare di questa città che profuma di Magna Grecia, con retrogusto romano, bizantino, normanno, svevo e aragonese. Passeggio e mi rendo conto che non è settembre. Non è il 13, il giorno dopo la festa di Madonna e il giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico. No. E’ estate piena, anzi: la parte migliore dell’estate.

C’è chi corre con motivazione, chi cammina pigramente, chi si abbronza perché non vuole arrendersi all’autunno alle porte, chi parla al telefono gridando e chi a bassa voce, chi pulisce le strade, chi fotografa panorama e monumenti per poi tornare a casa – dalla lingua che sento forse in Germania – e mostrare ai propri cari le foto di quella città, nell’estremo Sud dell’Italia, che è bella ma non si applica.

In fondo spero anch’io

E poi non li vedo, ma so anche che ci sono coloro che sperano. Che poi in fondo spero anche io. Spero e mi auguro non che questa città diventi come un’opulenta città del Nord, ma che ritrovi se stessa, così come mi viene raccontata da chi, a differenza mia, qui c’è nato e cresciuto. Spero che torni a credere che un futuro c’è e può essere roseo solo se lo si vuole, solo se si voga tutti insieme e in sinergia. Perché un annus horribilis come quello che Reggio Calabria ha appena vissuto, non solo per lo sport ovviamente, non può che insegnare una sola cosa: gli individualismi distruggono, non creano. La lotta al prossimo per partito preso non arricchisce noi, ma impoverisce tutti. La lamentela perenne invece del rimboccarsi le maniche non apre le porte ad un futuro migliore, ma lo compromette irrimediabilmente ancora prima di cominciare.

Io ci credo fermamente in questa città, ma vedo troppa gente che ha smesso di sperare e mi chiedo: come si può vivere e progredire senza speranza? Reggio, violentata e vituperata, ha bisogno di un’ancora di salvezza, e cosa c’è di meglio se non credere nel futuro per cominciare, un passo alla volta, a riprendersi in mano la propria identità?

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