La società a un catanese, la squadra a un messinese: così la Reggina è finita ai siciliani, e in città si vedono già le prime bandiere

Scegliendo la Fenice Amaranto, Brunetti ha consegnato la Reggina ai siciliani: catanese il proprietario, messinese il direttore tecnico

StrettoWeb

Quando parlavamo di Area Metropolitana dello Stretto, non intendevamo questo. Doveva essere un percorso di integrazione comune, non di letterale colonizzazione. E che Reggio sia ormai diventata terra di conquista, ieri di un lametino e oggi dei siciliani, rappresenta le condizioni della città che però stavolta si è letteralmente consegnata per mano del proprio sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, il quale sulla Reggina avrebbe potuto scegliere la cordata non solo molto più solida economicamente, guidata da un multimiliardario di fama nazionale, ma anche con un 50% di quote sociali rappresentate da reggini doc.

Invece il Sindaco ha consegnato la Reggina a uno sconosciuto imprenditore catanese con risorse economiche limitate, che poi ha per giunta affidato la squadra a un messinese. Il nuovo direttore tecnico della Fenice Amaranto – o Fenice Catania o Fenice Sicilia fate voi – è Pippo Bonanno, dirigente sportivo che è proprio di Messina, storica bandiera dell’Acireale da difensore e poi dirigente nel Catania calcio.

Il direttore sportivo, invece, arriva da Siracusa dov’è nato e anche lui, Maurizio Pellegrino – l’uomo di Manuele Ilari a Reggio lo scorso agosto – ha fatto carriera nel Catania calcio. Qualcuno in queste ore ha diffuso la fake news rispetto all’ipotesi che Massimo Taibi rientrerebbe nei quadri dirigenziali della nuova società, ma sono appunto soltanto bufale. Taibi è a Modena in famiglia, non tornerà a Reggio nei prossimi giorni, non è assolutamente coinvolto nel progetto de La Fenice di cui il patron Ballarino ha già fornito pubblicamente tutto l’organigramma con tanto di dettagli relativi alla parte tecnica, per giunta rispondendo alle domande dei giornalisti su Taibi anche con evidente disprezzo nei confronti dell’ormai ex Direttore Sportivo amaranto che, lo ricordiamo, è stato l’unico a metterci la faccia, a garantire la presenza costante e appassionata, nei drammatici mesi della scorsa estate quando tutti gli altri erano fuggiti.

Con il messinese e i siciliani, la nuova società dovrà allestire la squadra che domenica prossima, tra sette giorni, sarà chiamata a scendere in campo per la prima partita del campionato (che per le altre, chiamate oggi all’esordio, sarà la seconda). Ed è ancora tutto in alto mare. Non è stato individuato l’allenatore e al momento non c’è neanche un calciatore. Anche su questo circolano voci che sono fake news: Ciccio Cosenza non è mai stato contattato dalla nuova società, che invece ha fatto una timida richiesta a Nino Barillà. Il centrocampista di Catona ha chiesto adeguate garanzie sulla bontà del progetto tecnico, sulle ambizioni di vertice e sulla solidità economica della società, da reggino innamorato della Reggina. Garanzie che non ha ancora ricevuto, e quindi non ha ancora dato una risposta. Sia Cosenza che Barillà, come ha confermato ieri Belardi ai microfoni di StrettoWeb, erano già coinvolti nel progetto della nuova Reggina con Bandecchi, Myenergy e gli altri reggini, dove invece queste garanzie le avevano ampiamente ricevute da tempo. C’era anche Montalto, che ha aspettato fino all’ultimo e poi ha firmato in C con la Casertana; c’erano gli altri calciatori e c’era un allenatore scelto non solo per vincere la D ma per vincere subito dopo anche la C: se Brunetti avesse scelto loro, oggi sarebbero già al Sant’Agata ad allenarsi e sarebbe già partita la campagna abbonamenti, con grande entusiasmo in città.

Invece il 90% dei tifosi (vedi sondaggi) è incredulo e arrabbiato, non condivide la scelta compiuta dal primo cittadino e l’affidamento della dirigenza a un gruppo proveniente da Messina, Catania e Siracusa che svilisce la tradizione della Reggina che ha sempre potuto contare sui grandi cuori amaranto che rappresentano l’identità di questa città, anche nel calcio, e lo dimostrano su tutti Belardi e Taibi (come molti altri). In questo contesto, la presenza a partire da ieri della prima bandiera del Catania nel centralissimo corso Garibaldi proprio di fronte lo store della Reggina, materializza la colonizzazione in atto. A Catania o a Messina avrebbero accettato una bandiera della Reggina proprio di fronte il negozio della squadra della loro città?

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