I sogni di un cittadino di Reggio Calabria in questi giorni movimentati: la lettera al Direttore che scuote la comunità

Il sogno di un cittadino che ha raccontato che è stato un suo sogno, tra Festa della Madonna, questione Reggina, Piazza De Nava e non solo

StrettoWeb

Un Avvocato di Reggio Calabria, Giancarlo Murolo, ha scritto una lunga e approfondita lettera al Direttore di StrettoWeb alla luce degli ultimi movimentati fatti di questi giorni. Lo ha fatto raccontando quello che è stato un suo sogno, tra Festa della Madonna, questione Reggina, Piazza De Nava e non solo. La riproponiamo integralmente.

“Egr. Direttore.
già in passato mi ero complimentato per le sue scelte editoriali che la collocano quale voce “fuori dal coro” e, in questa occasione, non posso che reiterare la mia stima nei suoi confronti per il suo coraggio e la sua libertà da ogni condizionamento ambientale.
Con questa mia, Le voglio narrare un fatto accadutomi qualche giorno fa, prima della discesa della Sacra Effige dal Santuario dell’Eremo sino alla nostra cattedrale.
Ho sognato che la processione si svolgesse senza il lungo corteo di reggini, chiusisi in una sorta di lockdown in casa per non dover seguire lungo il tragitto i due sindaci f.f. e ciò per una civile protesta contro il degrado in cui la nostra città versa ed a cui una miope politica l’’ha relegata, nulla togliendo alla venerazione della nostra Patrona.
Quindi una protesta contro le istituzioni e non contro la nostra amata “Madonna della Consolazione” che avrebbero potuto visitare non appena allocata nella temporanea casa presso la Chiesa Madre.
Ho sognato, l’assenza dei nostri concittadini dalle miriadi di improvvisate postazioni per la rivendita dell’ormai irrinunciabile “panino con la salsiccia” in una città spettrale senza partecipazione del popolo ad una festa che, inevitabilmente, si trasforma in un affare per i commercianti.
Ho sognato le tradizionali “giostre” vuote e senza impavidi e coraggiosi utenti.
Ho sognato la città immersa in un silenzio irreale che facesse da contraltare alle esternazioni dei rappresentanti delle istituzioni, affinché questi comprendessero che il loro tempo fosse scaduto e che urgente sarebbe un ricambio politico ed il loro allontanamento.
Ho sognato che P.zza De Nava non fosse stata stravolta da un progetto che non ha tenuto conto che si eliminava un pezzo importante della nostra storia: ma tanto tutto ciò di quel poco che ci resta e che ci ricorda il passato, viene sistematicamente trasformato se non eliminato.
Nel sogno, ho visto gli ultras, tifosi della Reggina, uno dei pochi collanti della cittadinanza, dichiarare solennemente che avrebbero preferito un anno senza calcio, anziché accontentarsi di dar il loro appoggio ad una squadretta di serie D senza alcuna garanzia di una pronta riscossa, per poi affidarsi a soggetti già esperti in materia calcio.
Ho udito, nel sogno, un silenzio urlante di protesta; ho visto l’assenza del popolo che desertificava le strade ed il Corso Garibaldi, compiacendomi che, rispetto agli anni ’70, la protesta pacifica avesse preso il posto della violenza per la quale questa città è stata sonoramente punita dallo stato, pur ritenendo la rivolta di Reggio l’ultimo atto di orgogliosa dignità di un popolo a cui la politica di allora infliggeva la più vile umiliazione.
Ho sognato che, assaliti da un rigurgito di dignità, tutti gli attuali personaggi che rivestono cariche istituzionali, vista la silente e civile protesta presentassero le loro irrevocabili dimissioni, non ponendo in essere atti d’impegno per la creazione di una squadretta di calcio, dopo aver per mesi trascurato le vicende drammatiche che hanno portato alla cancellazione della Reggina 1914 dai quadri federali.
Nel sogno ho immaginato che quei pochi imprenditori presenti nella nostra città prendessero in mano la situazione, associandosi e creando le basi per un serio rilancio del calcio reggino, da qualche anno in mano a soggetti che non oso definire per non incorrere nel reato di diffamazione.
Insomma, Egr. Direttore, tutto questo mi ha reso felice, tant’è che ho passato una tranquilla notte, pensando ad un risveglio che mi trasbordasse in una nuova realtà, accanto ai miei concittadini finalmente ripresisi da torpore che li ha attanagliati per anni, sotto l’effetto soporifero delle esternazioni dei rappresentanti ufficiali delle istituzioni e di quelle enunciate da soggetti sospesi dalle funzioni.
Ahimè, il risveglio è stato traumatico! Nulla è cambiato, la processione si è svolta more solito con il popolo a seguire le istituzioni in prima fila, con l’arcivescovo che lo ha redarguito perché non paga le tasse e da qui, quindi, nascono i disservizi.
Gli improvvisati e non rivenditori del famoso panino distribuivano e distribuiscono l’ambito feticcio a più non posso.
Una folla immensa ha popolato sino ad ora tarda il centro cittadino, dove le solite tarantelle, hanno rallegrato i cittadini recatisi in massa per partecipare alla “festa” in Piazza Duomo (la nostra risposta storico – culturale al Palio di Siena), non curanti dei problemi endemici che affliggono la nostra città, per i quali nessuna soluzione si intravede a breve scadenza.
Nemmeno il default della squadra del cuore ha limitato l’entusiasmo popolare: tutto come se nulla fosse accaduto.
Egr. Direttore, potrei dilungarmi all’infinito, ma è tempo che concluda questo mio sfogo: Reggio Calabria è divenuta una città malata con prognosi nefasta.
Chi poteva dare una svolta, il popolo, si è abituato a subire e, quindi, qualsiasi cura allo stato sarebbe inutile: chissà se un cittadino coraggioso, ancorché competente, vorrà e potrà prendersi carico di un tale disastro!?
Ho i miei dubbi, sinché al popolo basta avere “panem et circenses”, senza contare i fuochi pirotecnici.
Con la stima di sempre”.

Avv. Giancarlo Murolo

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