Strage di Ustica, clamorosa rivelazione di Amato: “è stata la Francia in ambito NATO con i nostri militari complici”

Clamorosa intervista di Giuliano Amato a Repubblica svela cos'ha provocato la strage di Ustica

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La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. E il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario“. Lo afferma l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, in un’intervista a ‘la Repubblica’, parlando della strage di Ustica.

Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia che si inabissò con dentro ottantuno innocenti – sottolinea – L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata. La Francia su questo non ha mai fatto luce“. “Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – sottolinea AmatoE può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione“.

Amato ricorda che “da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario alla Presidenza ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere a Palazzo Chigi le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba esplosa dentro l’aeromobile. Era da tempo crollata la menzogna del ‘cedimento strutturale’ dell’aeromobile e bisognava sostituirla con la tesi altrettanto falsa del ‘cedimento interno a causa dell’ordigno‘”. “Ovviamente – osserva – mi chiedevo perché venissero a dirmi queste falsità. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna. C’era qualcosa di molto inquietante in tutto questo. Se tanti militari, tutti con incarichi ufficiali molto importanti, dicevano la stessa cosa palesemente falsa dietro doveva esserci un segreto molto più grande di loro. Un segreto che riguardava la Nato“.

Amato ricorda che fu l’allora “presidente del Consiglio Bettino Craxi a chiedermi di occuparmi” del caso Ustica “nell’agosto del 1986. La sollecitazione era arrivata dal presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, su pressione di parlamentari e intellettuali. A quell’epoca navigavamo ancora nel buio“. “Io ricordo – sottolinea Amatoche Craxi era insofferente alle mie perplessità sulle tesi dei generali. Andavo da lui per avere sostegno sui fatti che secondo me le smentivano e lui mi diceva senza mezzi termini che dovevo evitare di rompere le scatole ai militari. Poi mi faceva fare, perché questo era il nostro rapporto. Ma non era contento“. Sul perché fosse insofferente, Amato sostiene: “Avrei saputo più tardi – ma senza averne prova – che era stato Bettino ad avvertire Gheddafi del pericolo nei cieli italiani. Non aveva certo interesse che venisse fuori una tale verità: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio a favore dell’avversario. In fondo è sempre stata questa la sua parte. Amico di Gheddafi, amico di Arafat e dei palestinesi: uno statista trasgressivo in politica estera“.

Bobo Craxi: “ricostruzione confusionaria, tira in ballo mio padre sbagliando tutte le date”

La tesi francese è sempre stata presente, mai provata del tutto e mai smentita. Messa così, tira in ballo mio padre facendo vistosa confusione di date. Nell’80 era letteralmente impossibile che fosse a conoscenza di operazioni alleate“. Così Bobo Craxi sulle affermazioni di Giuliano Amato rilasciate nell’intervista di oggi su La Repubblica.

Marrazzo: “finalmente abbiamo la verità, me l’aveva già rivelata Cossiga”

Ci abbiamo messo quasi vent’anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Anche Giuliano Amato conferma quanto mi rivelò Cossiga: ad abbattere il Dc9 dell’Itavia sui cieli di Ustica fu un missile francese”. A dichiararlo è il giornalista e conduttore tv Giampiero Marrazzo, autore dell’inchiesta ”Sopra e sotto il tavolo”. ”Già nel 2008 quando lo intervistai – continua Marrazzol’ex presidente della Repubblica rivelò che era stato Amato ad informarlo. Oggi finalmente anche lui parla, seppur con notevole ritardo. Manca un ultimo tassello alla verità: la presa di responsabilità da parte della Francia. Quella notte del 27 giugno del 1980 fu violata la sovranità nazionale italiana e morirono 81 persone. È il momento per loro, per i loro familiari e per il nostro Paese di avere giustizia”.

L’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica: “finalmente emerge la verità”

Sono parole molto importanti quelle dette da Amato ed è una corretta ricostruzione di tutto quello che nelle carte c’è, che sappiamo da anni” cioè “che il Dc9 è stato abbattuto” e che, secondo la ricostruzione di Francesco Cossiga del 2009 “sarebbero stati i francesi“. Così all’ANSA Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, commenta l’intervista di Repubblica all’ex presidente del Consiglio. “Con questa nuova sollecitazione importantissima – aggiunge Bonfiettisi tratta di far tornare con forza l’attenzione sulla vicenda e di far capire che la nostra dignità nazionale è stata molto lesa dai comportamenti degli alleati“. Ora, sottolinea, occorre “chiedere con forza ai francesi e al presidente Macron – che non è coinvolto anche per motivi anagrafici – di attivarsi maggiormente per assumersi le loro responsabilità. È fondamentale e importante che insieme a me lo cominci a urlare anche qualcun altro. E Giuliano Amato è sempre stato una grande presenza per noi“. Tra le affermazioni di Amato, Bonfietti è rimasta colpita dalle rivelazioni su Craxi. “Non sapevo – dice – come lui sostiene, che fosse stato Craxi ad avvisare Gheddafi” del piano di farlo fuori, perché “nella ricostruzione di Cossiga era stato il generale Santovito quella notte ad avvisare” il leader libico. Ora, conclude Bonfietti, “mi aspetto qualcosa dalla Francia e mi aspetto che il Governo della Repubblica si attivi per farsi rispondere. Non è bello che i nostri alleati ci trattino così“.

Il generale Leonardo Tricarico: “falsità già demolite al processo, perchè non le ha dette lì?”

La sensazione che ho provato dopo aver letto l’intervista resa da Giuliano Amato a ‘la Repubblica’ è stata quella dello scampato pericolo nel senso che Amato, è stato presidente del Consiglio nonché della Corte Costituzionale, e avrebbe potuto essere presidente della Repubblica. Faccio fatica a immaginare come l’unità nazionale avrebbe potuto essere rappresentata da una persona che consegna alla stampa ipotesi fantasiose, che sono state tutte demolite nel dibattimento penale, su una tragedia italiana di cui le cause non hanno più alcunché di oscuro: è stato un atto terroristico attraverso una bomba“. Lo afferma all’Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, presidente della fondazione Icsa e membro dell’Associazione per la verità sul disastro Aereo di Ustica. “Come si fa ancora oggi a parlare, da quel livello istituzionale, di vere e proprie falsità come è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio e con numerose evidenze nel processo penale?“, continua. “Bisognerebbe chiedere ad Amato – prosegue il generale Tricaricocome mai, nella deposizione davanti al pm Rosselli ha ritenuto di dover tacere una parte delle cose che ha confidato poi a ‘la Repubblica“. Tricarico si dice anche “preoccupato” per il fatto che “un altro quotidiano senza che vi sia una ricorrenza o una novità emersa, a tutta pagina e con servizi di rilievi, continua a divulgare falsità” sulla strage. Ciò secondo il generale Tricariconon trova una spiegazione; ci sono sicuramente degli interessi che non è dato al momento asseverare, forse di natura politica, forse si vuole attaccare il governo visto che si parla molto di Francia o forse ci sono interessi di altra natura quali quelli risarcitori, di cui ora non è dato sapere“. Il generale Tricarico sottolinea che nonostante ciò “non verrà meno la determinazione e l’impegno con cui la nostra associazione continuerà a combattere senza lasciarsi intimidire o dissuadere da queste campagne di stampa ancora senza spiegazione“.

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