Brunetti, che coraggio da leone! Adesso prova il dietrofront su Foti, Cozza, Taibi e StrettoWeb, ma è un’arrampicata sugli specchi

Reggina, Brunetti prova un maldestro dietrofront dopo le accuse elargite ieri in consiglio comunale a Lillo Foti, Ciccio Cozza, Massimo Taibi e StrettoWeb in un'arrampicata sugli specchi di cui sentiamo ancora il fastidiosissimo rumore

StrettoWeb

Questa mattina durante la seduta della Commissione Controllo e Garanzia sul caso Reggina, il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria si è così tanto arrampicato sugli specchi che deve essersi compromesso tutte le unghie. Lasciando tutto il resto all’articolo appositamente dedicato sulla seduta in cui di fatto Brunetti ha ammesso di aver compiuto una scelta di natura politica, ci ha colpito un particolare davvero emblematico rispetto al coraggio di quest’uomo di esporsi nelle proprie posizioni.

Rispondendo ai numerosi consiglieri comunali che gli chiedevano conto di come si potesse essere permesso di rivolgere accuse così gravi, e infondate, a personaggi che hanno scritto le migliori pagine della storia del calcio a Reggio Calabria, e alla principale testata giornalistica della città, Brunetti ha avuto il coraggio di rispondere “io non li ho mai nominati, excusatio non petita, accusatio manifesta”. Peccato per il nostro novello latinista che lui li ha nominati, ci ha nominati, eccome. Non ha avuto il coraggio di farlo per nome e cognome, e oggi ha fatto l’ennesima brutta figura provando a mascherarsi, ma ormai il guaio l’aveva compiuto. Li aveva nominati, ci aveva nominato eccome: Lillo Foti, Ciccio Cozza, Massimo Taibi e StrettoWeb.

Se io dico “un sindaco del Comune di Reggio Calabria facente funzioni il cui mandato scade a breve”, non sto facendo il nome e il cognome ma sto nominando inequivocabilmente Paolo Brunetti perchè non può essere confuso con nessun altro. E allora quando Brunetti, rispondendo a chi lo aveva contestato per la scelta della Fenice nelle ultime settimane, ha parlato di  “presidenti falliti che ci hanno mandato in serie D”, a chi si riferiva se non a Lillo Foti? Ce lo dica. E quando ha parlato di “allenatori della Reggina con 5 incarichi e 6 esoneri”, a chi si riferiva se non a Ciccio Cozza? E quando ha parlato di “persone dell’ex società che ci dicevano che dovevamo fare in altra maniera”, a chi si riferiva se non a Massimo Taibi?

E quando poi ha parlato di  “una cordata aveva già accordi con una testata giornalistica per lanciare una cordata”, a chi si riferiva se non a StrettoWeb? E quando poi ha aggiunto il riferimento a “qualche giornalista, pur di fare la volata a un’altra cordata, aveva già accordo di fare l’addetto stampa della Reggina”, a chi si riferiva se non a Peppe Caridi, il direttore di StrettoWeb? Le sue parole (vedi video a corredo dell’articolo) fanno riferimenti inequivocabili che nessuno può confondere con alcun altro,  quindi Brunetti con il maldestro tentativo di fare marcia indietro si dimostra anche un codardo. Dopotutto lo vediamo anche sul caso della Fenice: continua a dire che vuole “prendersi le proprie responsabilità” ma poi dice che “in alcun caso mi dimetterò, state tranquilli”. A prescindere che staremmo molto più tranquilli se lui si dimettesse, ma esattamente cosa significa per Brunetti “prendersi le proprie responsabilità”? Ha forse intenzione di frustarsi in piazza? O è l’ennesima presa in giro nei confronti della città che suona un po’ come “Mi prendo le mie responsabilità, ma tanto per me non cambierà mai nulla“.

Che tristezza questa classe dirigente incapace anche di assumersi le proprie responsabilità persino rispetto a dichiarazioni pubbliche. La politica era una cosa seria…

Reggina, le clamorose parole di Brunetti in Consiglio Comunale
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