Cannabis, farmacologo calabrese: “prospettive di sviluppo anche sull’ansia e sul trattamento del dolore”

Farmacologo Calabrese: “la cannabis è una pianta che tutti conosciamo e che possiede diversi principi attivi, che stiamo imparando a utilizzare sempre di più

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In occasione del 62° Congresso Nazionale delle Scienze Neurologiche Ospedaliere, a Firenze, l’agenzia Dire ha intervistato Emilio Russo, Professore di Farmacologia presso l’Università di Catanzaro. “Parlare di cannabis è estremamente importante, lo facciamo da tanti anni e non dobbiamo smettere. La cannabis è una pianta che tutti conosciamo e che possiede diversi principi attivi, che stiamo imparando a utilizzare sempre di più. Finora abbiamo ottenuto poco in termini di prospettive e possibilità, nel senso che oggi riusciamo ad utilizzare due soli farmaci, uno per la sclerosi multipla e l’altro per l’epilessia, dopo aver condotto studi ben precisi per ottenere l’immissione in commercio e l’autorizzazione per tutti i medici ad utilizzarli con criterio, riducendo al minimo i rischi. Dall’altra parte, però, abbiamo grandi prospettive di sviluppo, perché tutti conosciamo le potenzialità della pianta e i principi attivi presenti. Stiamo studiando e cercando di capire: in questo momento sicuramente non abbiamo evidenze solide, ma evidenze di efficacia, ancora in fase di esplorazione, per esempio nei disturbi di ansia o di trattamento del dolore“, evidenziato Russo.

Non conosciamo ancora perfettamente il profilo di tossicità e tollerabilità di alcune formulazioni, estratti o principi attivi – prosegue Russo – e questo implica che, nel momento in cui si vanno ad utilizzare, il medico si sta caricando di una responsabilità medica, esponendo il paziente ad un rischio che non è noto. Per cui bisogna usarli con estrema cautela”. Questo non esclude che, in alcune condizioni particolari, si possa “fare ricorso alla cannabis medica, che è prescrivibile e utilizzabile in Italia”.

Un nuovo decreto ministeriale, intanto, di recente ha introdotto il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti, così si è sviluppata una “rete di pazienti che ha iniziato a fare automedicazione – spiega Russo – anche attraverso la spinta di false notizie riportate sul web, secondo cui, poiché la cannabis è una sostanza di origine naturale, non possiede effetti collaterali. E invece va detto che tra i peggiori veleni ci sono proprio quelli che vengono dalla natura. Lo stesso vale per la cannabis, che sicuramente ha degli effetti collaterali certificati, ne conosciamo alcuni ma non ancora tutti, per cui esiste un rischio importante”, aggiunge Russo. Tornando all’automedicazione, al momento “non può essere considerata un gesto medico e vale la pena consultare qualche specialista prima di prendere decisioni in autonomia”, rimarca Russo.

Oggi sappiamo che l’utilizzo di cannabis, soprattutto nella fascia adolescenziale, aumenta enormemente il rischio di sviluppare patologie psichiatriche come la schizofrenia, le psicosi, le depressioni e i disturbi d’ansia. Per cui in questa fascia d’età deve essere assolutamente sconsigliato, così come durante la gravidanza e se ci si deve mettere al volante: la cannabis, come è noto, rallenta i riflessi e altera la capacità di ognuno ovviamente alla guida“, sottolinea Russo. L’invito dell’esperto, dunque, è di “non utilizzare la cannabis e di tenere presenti i rischi, facendo molta attenzione”. “Il futuro esiste e stiamo lavorando tutti per ottenere il meglio possibile da questa pianta e dai suoi principi attivi, ci vorrà del tempo e nel frattempo bisogna seguire sempre i consigli dei medici e la scienza”, conclude Russo.

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