“Capodanno a Crotone, foragabbu”: il calabro medio chiuso nelle sue 4 mura di arretratezza

Mentre siamo già pronti a stappare il fragolino a Crotone, possibilmente in compagnia di Amadeus e le sue giacche con paillettes, il calabro medio si intristisce e si lamenta: "pensate agli altri problemi"

StrettoWeb

La RAI, non si sa per quale miracolo, ha deciso che Amadeus e compagnia cantante (e danzante) faranno la conta per il Capodanno a Crotone, in Calabria. “L’anno che verrà “, tra un cotechino e una lenticchia che porta soldi (ma a quanto pare poco senno) è la trasmissione che tutti guardiamo incantati, pronti a stonare su canzoni (che non conosciamo) di artisti vecchi e nuovi, in un susseguirsi di musica che ci accompagna nel countdown più atteso di San Silvestro.

Quante volte, magari guardando dalla vostra scatola antennata (che ora è anche piatta ma vabbè) avete notato i luoghi in cui si svolgeva e avete pensato, con una punta di amarezza, “qui in Calabria non ci viene mai nessuno”. Un disco rotto, non come quelli che suonano la sera del 31 dicembre su Rai Uno. E chissà perché, quel fesso buono di Roberto Occhiuto, che manco è di Crotone ma ha un accento cosentino che si sente su fino a Milano, si è battuto comunque per dare un po’ di visibilità a sta regionicchia che, a quanto pare, non se la merita.

Fatto sta che, tra incontri di qua e accordi di là, il Capodanno Rai si svolgerà a Crotone. Un momento di giubilo, un’opportunità di grande visibilità per la città e per la regione intera, la possibilità di introiti da persone provenienti da fuori, alberghi pieni, ristoranti altrettanto, locali che incassano. Perché, credo, se il 31 sei lì che balli in piazza con Amadeus, l’1 resti a Crotone e ti festeggi il primo dell’anno, magari facendo una visita per la città e scoprendo le meraviglie che ha da offrire, tra cui un museo di tutto rispetto.

A noi sembrava una bellissima notizia ma, a quanto pare, il calabro medio ha deciso che così non è: peggio di una barzelletta raccontata dalla zio ottantenne al cenone di Capodanno, la stessa appunto da 80 anni, il calabro medio si prende in giro da solo e… si lamenta. E lo fa con particolare enfasi, utilizzando espressioni colorite quali “foragabbu” e “manculicani”, giusto per rendere l’idea, per lasciare poi spazio al sempreverde “pensate a risolvere gli altri problemi”.

E allora, dico io, se per lo zio ottantenne porto pazienza perché non si ricorda e mi fa tenerezza, per questi soggetti provo invece solo grande pena: rimanete pure chiusi nelle vostre 4 mura di arretratezza, noi invece Amadeus lo accoglieremo e, se possibile, saremo in prima fila a festeggiare con il fragolino accecati dalla sua giacca di paillettes. Buon capodanno e siate coerenti: il 31 sera, almeno, cambiate canale.

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