Catania, Tabbiani rimane (per ora). Grella: “fatti errori, ma basta attacchi personali. Contattato mio figlio…”

La lunghissima conferenza stampa di Vincenzo Grella, vice presidente e Amministratore Delegato del Catania, sul momento difficile della squadra

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Momento delicatissimo e complicato in casa Catania, con l’ennesimo stop interno di domenica e alla vigilia del recupero di Brindisi. La piazza non vuole mister Tabbiani e chiede chiarezza a proprietà e società. Per questo oggi pomeriggio Vincenzo Grella, vice presidente e Amministratore Delegato del club, ha preso la parola in una conferenza stampa fiume, confermando (per ora) l’allenatore. “A Tabbiani voglio dare l’opportunità, ma non significa che ha una scadenza infinita. Catania è una piazza molto esigente. È una difficoltà che capisco. Quando hai il prestigio di allenare il Catania devi convivere con le pressioni”.

Però Grella punta il dito verso gli attacchi personali. Quelli non li tollera. “Gli attacchi personali non lì comprendo. Questa piazza così non può crescere. È un limite enorme. Sono stato fermato due volte in macchina con toni che non ci stanno. Capisco la frustrazione, ma la tensione nello stadio è roba da pazzi. Ho sempre portato rispetto ma lo voglio anche, si è toccato il fondo quando è stata contatto mio figlio“.

Ci sono stati degli errori, dalla preparazione alla squadra costruita e mi assumo la responsabilità. Erano decisioni condivide dove io avevo l’ultima parola. Quando si sbaglia si capisce da dove nasce l’errore e prova a intervenire assumendosi delle responsabilità, direi una bugia se dicessi che questa analisi la faccia da un mese. Faremo interventi per migliorare”. E sempre sulla scelta Tabbiani: “prima di scegliere lui abbiamo discusso tanto su che squadra volessimo vedere. Penso di aver parlato con almeno 12 allenatori, perché mi andava di confrontarmi. Con Tabbiani mi sono trovato subito e non ero l’unico, abbiamo condiviso l’idea tutti insieme”.

Grella però ha ammesso di aver “visto cose che mi hanno fatto riflettere e parlato con chi dovevo parlare per cose che non mi andavano bene. Abbiamo bisogno di tempo per costruire ma non è eterno. Ho visto, valutato, suggerito un cambio e attendo questo cambio di approccio e di atteggiamento. Sono sincero, tanti atteggiamenti non mi piacciono come il linguaggio del corpo e la voglia di prendere un risultato in tutti i modi. Per fare questo ti devi allenare bene. Ho fatto capire alla squadra il mio pensiero, parlando sena filtri dicendo loro che non posso accettare certi atteggiamenti“.

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