“Dopo tredici anni molta gente dovrebbe vergognarsi a pensare che sia tutta colpa di Scopelliti”

In attesa del 21 ottobre quando Peppe Scopelliti tornerà in Piazza Duomo per parlare del libro "Io sono libero", oggi ha parlato alla città in radio

StrettoWeb

Peppe Scopelliti torna a parlare alla sua Reggio tramite i microfoni di Antenna Febea con Tonino Massara. Parla di passato, di prospettive e di presente, e lo fa a modo suo, con quel disincanto e quella lungimiranza tipici di Scopelliti. Ricorda i primi tempi, quando i reggini lo chiamavano per le criticità, per le buche sotto casa. “Ora la città è tornata ancora più indietro della buca sotto casa, perché la telefonata nemmeno arriva agli amministratori. La città è distante dai suoi rappresentanti e questo è un segnale inquietante“.

L’altra mattina ero con amici a prendere un caffè in piazza Duomo -, racconta Scopelliti –, e abbiamo visto gruppo di ragazzini che giocavano a morra e un altro gruppo che ballava la tarantella. Questi scenari hanno destato perplessità. “La tua città era un’altra”, mi hanno detto gli amici che erano con me. I ragazzi facevano altro. La città ora è tornata indietro. Ai miei tempi i ragazzi si aprivano al mondo. Mi dicono “tu avevi un’idea di città”: è vero, e ora questa città è ripiombata nel nulla“.

Reggio Calabria venne aggiunta alle altre nove città metropolitane perché al tempo dava dimostrazione di essere una grande città“, ricorda Scopelliti che all’epoca, insieme a Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, venne considerato il sindaco più amato d’Italia. “L’obiettivo era quello di costruire una grande realtà dove far formare i dirigenti del Mediterraneo“, ricorda l’ex primo cittadino.

Evidentemente però Peppe Scopelliti non era solo un sindaco molto amato, ma anche parecchio osteggiato. “Il progetto di delegittimazione nasce già nel 2002, dalla mia candidatura a sindaco“. Delegittimazione che è proseguita quando è diventato governatore della Calabria e che dopo la condanna ha trovato terreno fertile dove proliferare. “Oggi gente ignorante dice che io ho chiuso diciotto ospedali, ma il piano di rientro era stato sottoscritto da Agazio Loiero nel 2009 e io ho dovuto farlo rispettare per forza. Anzi, sono riuscito a farne chiudere solo diciotto anziché i ventuno previsti“. C’è però un punto fondamentale: “di questi ospedali, ben dodici dovevano essere riconvertiti in case della salute e punti di primo intervento, ma dove sono?“.

E Scopelliti, dopo anni di fake news e menzogne cucite ad arte, si toglie tanti altri sassolini dalla scarpa. “Nessuno di noi amministratori ha rubato soldi“, precisa. Anzi: “abbiamo trovato un buco di bilancio del comune. L’amministrazione precedente, con Naccari, aveva truccato il bilancio” scrivendo 20 milioni in meno per farlo quadrare. Il buco di bilancio si è creato dunque non solo con l’amministrazione Scopelliti, ma è frutto anche di quella precedente. All’improvviso, però, dopo la “caduta” tutto sembrava essere diventato “colpa di Scopelliti“: “il tapis roulant venne chiuso per anni, perché bisognava dire che era uno scempio voluto da Scopelliti. Dopo tredici anni molta gente dovrebbe vergognarsi a pensarlo e a dirlo“.

Nel 2010 Reggio Calabria venne inserita da Tripadvisor tra le dieci mete turistiche emergenti al mondo; nel 2023 è all’ultimo posto in Italia per qualità della vita, ricorda qualcuno nei commenti alla diretta Facebook dell’intervista.

Ho regalato un sogno a questa città, oggi il sogno non c’è: hanno ucciso anche quello“, conclude amaramente Peppe Scopelliti, che alla domanda su una sua possibile candidatura a sindaco ribadisce che la politica è troppo cambiata. Intanto Reggio aspetta di sentire il “suo Peppe”, di nuovo in città, il 21 ottobre alle ore 17:30 in Piazza Duomo, per parlare del libro “Io sono libero“.

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