Il dramma di alcune famiglie di Reggio Calabria: “calpestata ogni dignità umana”

Abbiamo raccolto la testimonianza di una giovane mamma di Condera, su una situazione ormai insostenibile che si protrae da quattro mesi

StrettoWeb

A settant’anni bisognerebbe godersi la pensione. Godersi i nipotini, i figli, la propria casa, i propri spazi. E invece ci sono posti nel mondo in cui succede che, a settant’anni, bisogna partire ogni mattina da casa per andare a riempire bidoni d’acqua con i quali poi riempire le cisterne di casa propria, dove acqua non ce n’è. In un posto dove vivi con la tua compagna di una vita, dove vivono i tuoi figli, i tuoi nipoti. E dove l’acqua è un miraggio persino ad ottobre. E’ un miraggio per mesi e mesi.

Non siamo in qualche sperduto paese del terzo mondo, non siamo in un’altra epoca, ma siamo a Reggio Calabria ad ottobre 2023 e la storia che vi sto per raccontare è la vergognosa storia di molti, nella completa indifferenza istituzionale.

Siamo a Condera, dove da giugno ci sono famiglie completamente senz’acqua per l’intero arco della giornata, a volte per diversi giorni, che scorrono inesorabili uno dopo l’altro. “Questa mattina l’acqua è arrivata solo per dieci minuti e poi basta – mi ha raccontato qualche giorno fa una delle persone che vive letteralmente questa agonia sulla propria pelle da mesi -. A volte passano anche anche tre, quattro o cinque giorni senza un goccio d’acqua. Siamo stati tutto il mese di agosto e metà settembre senza acqua. Mio suocero, a settant’anni, ha trascorso tutta l’estate facendo viaggi a San Cristoforo per riempire i serbatoi. Abbiamo bambini piccoli. E abbiamo una dignità“, mi dice questa giovane mamma quasi in lacrime.

Abbiamo avvisato tutte le autorità possibili, ma nessuno sembra poter far nulla“. Qualcuno ha parlato ai residenti di un guasto, ma quale guasto in una città che dovrebbe essere civile può protrarsi per quattro mesi mettendo così in difficoltà intere famiglie? “Così si va a ledere la dignità umana – mi dice la signora –. E’ il quarto anno di fila che capita, ma il periodo in cui l’acqua non scende dai nostri rubinetti si allunga sempre di più. Fino ad ottobre non c’eravamo mai arrivati“.

Per l’igiene personale la soluzione per queste famiglie è stata solo una: comprare l’acqua. Ma il costo si fa importante e dunque, mi dice ancora questa mamma, “io devo scegliere se lavare i denti alle bambine con l’acqua comprata o se lavarmi io“. Entrambe le cose sono insostenibili. “Non mi vergogno a dire che spesso piango per la vergogna, per la mia persona. Non mi sento in Italia, ma in un paese del terzo mondo. Ho parlato con il Comune, con la Protezione Civile, con i Carabinieri, con i Vigili del Fuoco, ma nessuno sembra poter far nulla“.

Io mi sto sentendo violentata ogni giorno. Amo l’igiene e pur di vedere la mia casa pulita lavo a terra con panni e Vetril, per non sprecare acqua. In estate uso l’acqua riciclata dal condizionatore, ma in questo periodo sono spenti e acqua non ce n’è“, mi racconta ancora. Però, le bollette da pagare arrivano inesorabili e l’acqua la si paga “per intero, come tutti gli altri“. Qualche tempo fa c’è stata una manifestazione contro questa situazione, in seguito la problematica è stata risolta per alcuni ma non per tutti.

Come è possibile che un Comune possa permettere tutto questo? Come si può mettere una madre di fronte alla scelta se lavare se stessa e le proprie figlie? O di lasciare i piatti sporchi nel lavandino per diverso tempo perché lavarli con dieci minuti di acqua al giorno sarebbe impossibile? La vergogna non dovrebbero sentirla questa famiglie. La depressione non dovrebbe venire a chi paga per un servizio che non ha. La dignità umana è garantita dalla nostra Costituzione. Una Costituzione che, evidentemente, a Reggio Calabria alcuni amministratori si sono dimenticati di leggere.

Condividi