Ingiusta detenzione, il dramma di Reggio Calabria: ha il record di carcerati innocenti | DATI

L'ingiusta detenzione è una piaga italiana che in Calabria, e a Reggio in particolare, è sempre più preoccupante

StrettoWeb

Nel mese di maggio 2023 il Ministero della Giustizia, Dipartimento per gli Affari di Giustizia Direzione Generale degli Affari Interni, ha relazionato al Parlamento in merito ai dati statistici del Paese su “Misure Cautelari Personali e Riparazione per Ingiusta Detenzione“. I dati emersi, oltre a fornirci informazioni precise sulle ingiuste detenzioni in Italia, restituiscono un quadro allarmante per quanto riguarda la Calabria e Reggio in particolare.

Nello specifico la relazione prende in esame i “provvedimenti di
riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, all’entità delle riparazioni e ai procedimenti disciplinari iniziati nei confronti dei magistrati, con il contributo fornito dal MEF e dall’Ispettorato generale.

Riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione

Nell’anno 2022, alla Corte d’Appello di Catanzaro, si contano 138 procedimenti sopravvenuti, mentre sono 155 quelli di Reggio Calabria. I procedimenti definiti sono invece 69 per Catanzaro e 163 per Reggio.

“Quanto ai dati relativi ai provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione – si legge nel documento – dall’analisi svolta dall’Ispettorato generale del ministero emerge che:

  • la serie storica del numero complessivo dei procedimenti sopravvenuti per conseguire un riconoscimento per riparazione per ingiusta detenzione negli anni 2018-2022 mostra una sostanziale stabilità, ad eccezione forse dell’anno 2020 per il quale si registra il numero più contenuto. I distretti più significativi quanto ad entità numerica sono quelli di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma;
  • nell’anno 2022 sono stati 1.229 i procedimenti sopravvenuti;
  • relativamente alle modalità definitorie di tali procedimenti, si osserva che le percentuali delle ordinanze di accoglimento (definitive e non) e dei rigetti si equivalgono approssimativamente, mentre molto residuali risultano le definizioni per inammissibilità;
  • per ciò che riguarda le ragioni poste alle base degli accoglimenti definitivi classificate secondo il dettato normativo di cui all’art. 314 c.p.p., si è visto che esse derivano, con riferimento all’anno 2022, nella maggior parte dei casi (76,8%) da sentenze di proscioglimento irrevocabile e, nei restanti casi (23,2%), da illegittimità dell’ordinanza cautelare“.

Entità delle riparazioni

I dati più allarmanti sono quello che riguardano i pagamenti per riparazione per ingiusta detenzione. Nel 2022, su un totale nazionale di 27.378.085 € rimborsati a coloro che hanno subito un’ingiusta detenzione, ben 10.312.205 € sono riferiti a Reggio Calabria, con un importo medio per ordinanza per riparazione per ingiusta detenzione di 114.580 per gli anni 2018-2022.

In merito all’entità delle riparazioni, dai dati forniti del MEF risulta che:

  • l’importo complessivamente versato a titolo di riparazione per ingiusta detenzione nell’anno 2022 risulta pari a € 27.378.085 ed è riferito a 539 ordinanze con le quali le Corti di Appello hanno disposto il pagamento delle somme;
  • tale importo è di entità simile a quello versato nell’anno 2021 (€ 24.506.190) ed entrambi risultano comunque di entità significativamente inferiore rispetto agli importi versati nel triennio precedente (2018-2020), avente media annua pari a circa € 38.000.000“.

Procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati

Come si evince dai dati riportati nella tabella, la quale fa riferimento ai procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, con indicazione dell’esito, ove conclusi, “l’analisi normativa e il monitoraggio avviato dall’Ispettorato generale sulle ordinanze di accoglimento delle domande di riparazione per ingiusta detenzione consentono di ritenere:

  • l’assenza di correlazione tra il riconoscimento del diritto alla riparazione accertato nei citati provvedimenti e gli illeciti disciplinari dei magistrati;
  • che le anomalie che possono verificarsi in correlazione con l’ingiusta compressione della libertà personale in fase cautelare sono costantemente oggetto di verifica da parte degli Uffici ministeriali, sia nel corso di ispezioni ordinarie sia a seguito di esposti e segnalazioni delle parti, dei loro difensori e di privati cittadini, sia, infine, in esito alle informative dei dirigenti degli uffici;
  • il sistema disciplinare consente di intercettare e sanzionare condotte censurabili molto prima ed indipendentemente dalla verifica giudiziaria dei presupposti per il riconoscimento della riparazione da ingiusta detenzione“.

Nel link sottostante il documento con la relazione integrale del Ministero della Giustizia.

Il Pdf della Relazione con tutti i dati

Condividi