Ieri è svolto il quarto appuntamento sul tema “Sistema dei trasporti nello Stretto: quale futuro?” organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Come si legge in una nota stampa nel corso della nuova giornata di studi è stato trattato il tema “L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina” a cura di Gerardo Pontecorvo (segretario metropolitano di “Europa Verde”). Quest’ultimo, nel corso del suo intervento, ha illustrato il tema spiegando “che un’opera come il Ponte cambierebbe completamente il paesaggio, l’ambiente e il contesto sociale dello Stretto e della Costa Viola con i piloni, l’impalcato e tutte le opere di viabilità connesse“.
Una visione che, se vogliamo, possiamo considerare quantomeno pessimista. La verità, da che esiste il mondo, è che solo lo sviluppo delle arti, delle tecniche, degli usi e dei costumi degli esseri umani hanno portato all’evoluzione stessa dell’uomo. Se oggi per mangiare non rincorriamo animali vestiti con pellame di fortuna e brandendo una clava è grazie allo sviluppo. Sviluppo del quale, nel corso dei secoli, le infrastrutture hanno rappresentato una parte concreta.
Il Ponte e l’ambiente
Secondo Pontecorvo “la valutazione ambientale per un’opera come questa ha un’importanza eccezionale“. Partendo dai principi fondanti della VIA, il segretario di Europa Verde ha illustrato “le componenti ambientali e storiche dei territori e i tratti di mare interessati all’opera che dovrebbero essere analizzate da una valutazione seria“. Cosa che, in realtà, sta già avvenendo. Logico è che non si può dialogare oltre in merito al collegamento stabile dello Stretto di Messina: sono decenni che si parla di questo Ponte e se ne discute. Ora è solo tempo di agire, senza ulteriore indugio.
Passando allo stato della VIA che sarebbe necessaria alla costruzione del Ponte, Pontecorvo ha ricostruito l’iter a partire da quella rilasciata nel 2003 sulla base del progetto preliminare, e nel 2013 aggiornata sul progetto del Ponte redatto nel 2011. Per inciso si è trattato di un parere negativo riguardo in particolare ai collegamenti stradali e le valutazioni naturalistiche.
Parco nazionale dello Stretto e della Costa Viola
Pontecorvo, infine, ha auspicato che per lo Stretto di Messina e territori contigui si possa giungere a uno sviluppo socio economico rapido e nel rispetto del territorio. Cosa a cui aspiriamo tutti, ovviamente. Ha poi rilanciato la proposta di un’area protetta (il Parco nazionale dello Stretto e della Costa Viola) che li accomuni sotto un’unica regia politica amministrativa. Un’idea, quest’ultima, che potrebbe rappresentare un’importante svolta per la Calabria meridionale e per la Sicilia orientale, ma che non per forza si trova in antitesi con la costruzione del Ponte sullo Stretto. Anzi. Potrebbe rappresentare invece quel valore aggiunto che punti al futuro. Un futuro di sviluppo e di spostamenti quotidiani e costanti da una parte all’altra dello Stretto. Con grande attenzione all’ambiente e alle peculiarità di un territorio unico al mondo.