Ponte sullo Stretto tra menzogne e verità: “serve anche all’Europa e lo sosterrà economicamente”

Altro che bluff: i finanziamenti per il Ponte sullo Stretto ci sono e contribuirà anche l'Europa, oltre alle due regioni interessate

StrettoWeb

Il maxi finanziamento per il Ponte sullo Stretto è stato inserito in manovra. Per i lavori legati alla costruzione dell’infrastruttura, il sottosegretario all’Economia Federico Freni dice che “nella legge di Bilancio è stanziata la copertura integrale del Ponte, pari a circa 12 miliardi: le risorse saranno ovviamente spalmate negli anni, in linea con i diversi step di realizzazione dell’opera“. In una intervista a La Stampa aggiunge: “Nel 2024 ci sono i fondi per avviare i cantieri e per garantire continuità ai lavori. Non saremo il governo che poggia la prima pietra per poi aspettare che i soldi cadano dal cielo“.

Sul punto chiarisce anche il ministro Matteo Salvini su Libero. “In questa settimana ho letto sul giornale che non sarebbe stato finanziato (il Ponte sullo Stretto, ndr). Aspetto le scuse di qualcuno. Il cronoprogramma? Va avanti spedito cantieri aperti nel 2024“. E in merito all’intera copertura tanto sbandierata come falsa dai No ponte il Governo assicura: ci sono i 12 miliardi e questo anche grazie a Sicilia e Calabria. Come si legge oggi su Gazzetta del Sud, “la Regione siciliana sarà la prima a scucire il portafoglio, stanziando un miliardo di euro ricavato dai Fondi per lo sviluppo e la coesione“. Sul punto, sempre Salvini, chiarisce: “avremo interlocuzioni con la Bei, però ora si parte davvero“. Il cronoprogrammasta seguendo tutte le tappe previste, quindi l’obiettivo di aprire i cantieri sulle due sponde entro l’estate 2024 è un impegno che in questo momento siamo assolutamente in grado di mantenere“.

I dubbi chiariti e l’Ue

La manovra del Governo è da 24 miliardi, è lecito dunque dubitare che il solo Ponte possa assorbirne la metà. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e i suoi sbrogliano però la matassa. “Come tutte le opere pubbliche, il Ponte è finanziato per l’intero ammontare, che sono 12 miliardi nella proiezione pluriennale. Sono stanziati nell’orizzonte temporale dei primi tre anni le prime tre quote a salire. La collocazione temporale risente della tempistica, che prevediamo realisticamente si possano dispiegare: sono prevalentemente concentrate nel 2025 e 2026“.

La Regione siciliana contribuirà con il 10 per cento della spesa e anche la Calabria farà la sua parte. Questo, secondo i piani del Governo, garantirebbe la copertura finanziaria. Si potrà così partire entro i tempi previsti con la conclusione dell’iter di progettazione e con i cantieri. Non solo. Il tutto verrà integrato con le risorse che arriveranno dall’Europa, e Salvini ne è certo. Dopo gli incontri con la Commissione europea e con il ministro Ue dei Trasporti, Adina Ioana Valean, è emerso come il Ponte sullo Stretto sia rilevante anche per l’Europa. Il collegamento stabile, infatti, fa parte di uno dei principali Corridoi europei delle Reti di trasporto Ten-T. Si tratta di un vitale percorso che unisce Helsinki e il Nord Europa con Palermo, Malta e il Mediterraneo, passando da Germania e Austria e toccando vari punti dell’Italia.

L’Europa ha deciso che entro il 2030 vanno rimossi tutti i “colli di bottiglia” di questo percorso, ovvero le “strozzature” che impediscono il completamento dei collegamenti viari e ferroviari. E come ben sappiamo noi che a queste latitudini ci viviamo, lo Stretto di Messina entra a pieno titolo tra questi ingombranti “colli di bottiglia.

Non solo. L’Europa ha contribuito economicamente alla realizzazione di infrastrutture strategiche come il Ponte inaugurato di recente in Romania, o i ponti e i tunnel costruiti in altre nazioni d’Europa. Il governo italiano dunque ne è certo: Bruxelles contribuirà economicamente al Ponte sullo Stretto.

Addio speranze per i No Ponte

Alla luce di tutto ciò diventano carta straccia i deliranti comunicati stampa che i No ponte, oppositori politici del governo, continuano a sfornare ogni giorno. L’ultimo, stamattina, redatto dal Pd villese e reggino, dove si parla del ponte come di “un bluff“. “I dodici miliardi strombazzati non ci sono“, annunciano, provando anche ad addurre argomenti “matematici”, smentiti da quanto spiegato fino ad ora dal Governo.

C’è, forse, mezzo miliardo di euro per il 2024, buono per realizzare “ecomostri” vari, varianti ferroviarie preliminari, “monconi” di Ponte in attesa di fondi veri. In sintesi: l’incubo incompiute è servito!“, scrivono quelli del Pd nostrano parlando di sfregi ambientali e azzardandosi anche in una previsione del futuro.

Insomma, queste note sono diventate ormai gli ultimi spasmi di un animale morente: il movimento No ponte sa di aver perso in partenza e tenterà il tutto per tutto prima di cadere nell’oblio della Storia. E poi chissà se li vedremo attraversare il Ponte sullo Stretto, tra qualche anno, immemori di quanto detto in questo cruciale momento storico.

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