Reggina, Brunetti delira: attacchi durissimi a Lillo Foti, Ciccio Cozza, Massimo Taibi e StrettoWeb

Reggina, Brunetti sbotta in consiglio comunale e se la prende con tutti: ricostruzioni deliranti del facente funzioni

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Reggina, le clamorose parole di Brunetti in Consiglio Comunale
StrettoWeb

E’ nervoso Brunetti. E’ nervoso e delira visibilmente, pur senza avere la febbre. Parla, sparla, esagera in consiglio comunale quando – incalzato dall’opposizione sul tema della Reggina – esordisce dicendo che “per me se ne è parlato pure troppo”, come se quello della Reggina non fosse un tema così importante. E poi delira, si scaglia contro tutti coloro che si sono permessi di criticarlo, senza neanche il coraggio di nominarli! Ma è chiarissimo a chi si riferisce, e allora i nomi li facciamo noi: se la prende con Lillo Foti (“presidenti falliti che ci hanno mandato in serie D”); Ciccio Cozza (“allenatori della Reggina con 5 incarichi e 6 esoneri”); Massimo Taibi (“persone dell’ex società che ci dicevano che dovevamo fare in altra maniera”). E li accusa: “tutti si ergono a dispensatori di consigli postumi, dopo delle scelte compiute. Tutte persone che hanno avuto un percorso all’interno di precedenti società, che hanno agito e hanno sbagliato. No, grazie: io non vi ascolto, io sbaglio da solo”.

Eppure Lillo Foti, Ciccio Cozza e Massimo Taibi sono la storia del calcio a Reggio Calabria. Il fatto che abbiano avuto un percorso in precedenti società è un valore aggiunto che li qualifica, in modo particolare alla luce del tipo di percorso che hanno avuto: virtuoso, straordinario, eccezionale. Altro che sbagli e fallimenti. Foti non è stato il Presidente fallito, ma il Presidente più longevo (29 anni) che sempre e solo sarà ricordato per i 9 storici anni di serie A, per il vivaio che sfornava talenti quali Simone Perrotta, campione del mondo, e Giovanni Di Lorenzo, campione d’Europa, qualificando questa città nel modo migliore a livello nazionale. Che abbia realizzato il Centro Sportivo Sant’Agata da precursore nazionale lo ha evidenziato Gianni Latella, il consigliere delegato dello stesso Brunetti!

Ciccio Cozza è e rimarrà una delle più grandi bandiere della Reggina, certamente la più grande della serie A.

Massimo Taibi, oltre ad aver segnato di testa da portiere della Reggina, oltre ad aver risollevato la Reggina dai bassifondi della C ai playoff per la serie A da direttore sportivo, è stato l’unico della vecchia società a metterci la faccia e provare disperatamente a salvare la Reggina in serie B mentre Brunetti già parlava di serie D a inizio Agosto.

Dovrebbe ringraziarli, Brunetti, a Taibi, Foti e Cozza, così come a tutti gli altri che hanno contestato la sua scelta e lui non ha nominato (Emanuele Belardi su tutti, ma anche il suo consigliere delegato allo Sport Gianni Latella). E non è vero che sono consigli postumi: che fosse migliore l’altra cordata lo abbiamo detto e scritto tutti in tempi non sospetti, prima che lui decidesse. E invece ci rispondeva “andateci piano con Bandecchi”, dimostrando che lui era prevenuto o aveva già deciso a chi doveva dare la Reggina.

Le parole di Brunetti sulla Fenice

Nel suo intervento, Brunetti continua a delirare: “spero che il gruppo dirigente della Fenice si dimostri serio per come l’ho considerato io; la Fenice fino ad ora non ha dimostrato nulla, per chi capisce di calcio ha fatto una squadra di qualità in poco tempo a disposizione”. Il sindaco facente funzioni inizia a scaricare la responsabilità sulla Fenice, come ampiamente previsto su StrettoWeb in tempi non sospetti (si ricorda la nostra lettera, caro Ballarino?), e dimentica che chi capisce di calcio non ha mai parlato di squadra di qualità ma ha evidenziato come in serie D non ha senso raccogliere figurine per essere belli su trasfermarket se sono calciatori svincolati, che non giocano da anni, che non hanno fatto la preparazione, che sono fragili fisicamente da anni anche se hanno un trascorso storico in categorie superiori (che poi sul campo non significa nulla, specie se devi fare 11 partite in 35 giorni e sai già dal momento del bando che dovrai partire in ritardo, quindi dovevi cercare calciatori già pronti atleticamente, che avevano fatto la preparazione).

Da rilevare inoltre che Brunetti, all’inizio del suo discorso, ha detto “Reggina, Fenice, ci sono polemiche sul nome, ognuno la chiama come vuole, per me rimane sempre la nostra Reggina” ma poi durante tutto il discorso l’ha chiamata Fenice.

Brunetti e la responsabilità (che non si vuole prendere)

Brunetti prosegue la sagra dell’assurdo: “noi quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto, assegnare la squadra a chi lo ritenevamo idoneo, ora la città deve vigilare. Io mi prendo le mie responsabilità, se ho sbagliato o meno lo dirà il tempo, adesso è prematuro. E sarò qui a dare conto alla città, non come Sindaco e forse neanche come amministratore, ma risponderò ai miei concittadini”. Eh no, caro Brunetti. Non funziona così. Che responsabilità è questa? Lei la responsabilità deve prendersela prima della scadenza del suo mandato da facente funzioni. Se la squadra non potrà mantenere l’obiettivo della promozione in serie C sarà già molto chiaro entro il 25 ottobre (in realtà è molto chiaro a tutti già oggi), e lei è chiamato a dimettersi perchè questo errore è clamoroso e non se la può cavare con un’ammenda postuma chissà quando.

Brunetti e la bugia sul nipote alla Fenice

Su suo nipote fa la vittima: “è uno scandalo che mio nipote gioca nella Reggina? E’ giusto insultare un ragazzo di 23 anni per questo? Mio nipote sceglie una categoria diversa, più bassa, pur di giocare nella Reggina”. Ma non è affatto vero. Il nipote di Brunetti è stato contrattualizzato dalla Reggina il 20 settembre, quando era svincolato da venti giorni. Non era in nessuna categoria superiore, era sul divano di casa sua. E nessuno lo ha mai insultato. L’insulto lo fa Brunetti che prende in giro i cittadini e i tifosi parlando di suo nipote come un calciatore che avrebbe scelto di arrivare da una categoria superiore, e che invece al 20 settembre era senza squadra.

Brunetti su Bandecchi

Delirante anche il passaggio su Bandecchi, contro cui Brunetti ha acceso lo scontro politico. In un attacco da comizio elettorale, Brunetti ha detto che per investire a Reggio Calabria “serve anche serietà e responsabilità, non solo i soldi”. Dove la Fenice ha mostrato “serietà e responsabilità”, a differenza dell’altra cordata che aveva già una squadra fortissima pronta l’8 settembre?

Dulcis in fundo, lo show di Brunetti contro StrettoWeb

Infine, ci siamo lasciati per ultimo il passaggio più esilarante dell’arringa di Brunetti nella sala consiliare. Il primo cittadino ha riportato quelli che ha definito “pettegolezzi di cui si parla in città” dicendo che “una cordata aveva già accordi con una testata giornalistica per lanciare una cordata”, e poi aggiungendo pure come “qualche giornalista, pur di fare la volata a un’altra cordata, aveva già accordo di fare l’addetto stampa della Reggina”. Con queste parole, Brunetti evidenzia innanzitutto di aver scelto il futuro della Reggina ignorando completamente quali fossero gli scenari che si stavano prospettando dietro le cordate che si sono presentate al bando comunale. Nel caso della cordata di Bandecchi e degli imprenditori reggini, l’addetto stampa del club non sarebbe mai cambiato perchè sarebbe rimasto lo stesso di prima. In ogni caso mai e poi mai un giornalista di StrettoWeb, tantomeno il direttore, potrebbe ambire a fare l’addetto stampa della Reggina: su StrettoWeb lavora meglio, guadagna di più, è regolarmente contrattualizzato, può fare il proprio lavoro in libertà senza padroni e padrini. E se questo giornale, apertamente senza alcun mistero, ha sostenuto una cordata rispetto ad un’altra è solo e soltanto perchè è convinto che avrebbe fatto di gran lunga il meglio per la Reggina, e quindi per la città, rispetto allo scempio che stiamo assistendo in queste settimane con la Fenice.

L’aspetto più inquietante di queste parole di Brunetti è la testimonianza di una classe dirigente che vive in un mondo in cui tutto viene fatto per interesse personale, tutto viene fatto per opportunità, tutto può essere spiegato soltanto con la logica degli amici e dei compari che evidentemente è la sua logica, è la logica di questa Amministrazione Comunale già vista per il Miramare. Per questo Brunetti & company non accettano che un giornalista possa essere libero, e quindi quello che fa “lo fa per diventare addetto stampa”, perchè evidentemente loro quello che fanno sono abituati a farlo per avere qualcosa in cambio! Per giunta qualcosa di così mediocre! E’ questo il loro approccio mentale!

Se poi Brunetti davvero ritiene che il direttore di StrettoWeb possa ambire a fare l’addetto stampa della Reggina (!!!), per giunta in serie D (!!!!!!!!!!!), è ancora più chiaro come non abbia capito niente di tutto ciò che gli succede intorno, nella sua città. A partire dalla Reggina e per finire alla realtà di StrettoWeb!

Al contrario, se fosse stato personale il nostro interesse, non avremmo continuato a denunciare le malefatte della Fenice anche dopo la vittoria del bando: ci saremmo piegati a 90°, come tanti altri, che invece vivono di interessi personali e quindi si venderebbero la madre pur di avere qualcosa in cambio. Noi invece abbiamo la forza della libertà e la forza dell’autonomia; e come già accaduto con Saladini continueremo a lottare per il bene della Reggina e per il bene di Reggio. Al contrario, chi ha agito per interesse basta andare a cercarlo nell’orbita della nuova società (e addetti stampa e giornalismo non c’entrano affatto).

Brunetti, glielo scriviamo qui in attesa di dirglielo alla prossima conferenza stampa: sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Cerchi di essere più umile e meno presuntuoso e faccia mea culpa, perchè se ne parliamo così tanto è proprio perchè sulla Reggina ha fatto una cazzata così grande che a questa città dovrà renderne conto per tantissimo tempo.

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