Reggina, cosa resta di Portici: lo scempio della Fenice e una sola cosa bella ma grande grande così

Reggina, il giorno dopo la trasferta al San Ciro di Portici: le impressioni sulla Fenice, la peggiore della stagione, e quell'unico elemento di conforto e rappresentanza degna che arriva dagli spalti grazie al cuore grande dei tifosi amaranto

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StrettoWeb

L’unica cosa bella sono stati i tifosi sugli spalti. La migliore testimonianza dell’appartenenza e dell’identità reggina in questo periodo davvero funesto per il calcio in città. Erano quasi un centinaio ieri sulle tribune dello stadio San Ciro di Portici, in un mercoledì pomeriggio, in un giorno lavorativo, alle porte di Napoli e quindi a circa 5 ore di distanza da Reggio Calabria. E hanno cantato per oltre 100 minuti di partita, ininterrottamente, mentre in campo si assisteva ad un vero e proprio scempio.

Da salvare, per la Fenice, c’è soltanto il risultato finale. Obiettivamente fortunoso e immeritato. Per il resto, quello che si è visto nel rettangolo di gioco è stato persino più sconfortante delle prime due partite contro San Luca e Siracusa in cui la squadra aveva quantomeno dimostrato una qualità tecnica che ieri non si è vista contro un avversario di bassissimo livello. E considerando che nel calcio gli episodi possono condizionare una partita ma non un campionato, è doveroso commentare la prestazione oltre il risultato (come sempre accade per ogni partita di calcio).

L’unica cosa bella di ieri sono stata loro, lo ribadiamo: i tifosi della Reggina con il loro vessillo appositamente realizzato per la nuova stagione, “Identità e tradizione” a testimonianza ulteriore della condivisibile pretesa di rivendicare con orgoglio quell’appartenenza storica rivolta anche a compensare l’assenza del nome, del marchio e del palmares della gloriosa Reggina nella nuova società, la Fenice Amaranto appunto. Da segnalare, a proposito di tifosi, anche la presenza di diversi supporters reggini provenienti da Roma.

Ogni partita che la Fenice disputa in serie D, accresce la rabbia nei confronti di Felice Saladini che ha costretto la Reggina a questo decadimento: ieri pomeriggio il punto più basso si è toccato quando l’infortunio di un guardalinee ha costretto il direttore di gara a fermare anche l’altro, sostituendo i due arbitri di linea con due componenti dello staff delle due società, per non favorire l’una o l’altra, come prevede il regolamento di questa categoria in cui la terna arbitrale non è supportata dal ‘quarto uomo’. Ma non è solo questo ciò che ha colpito tutti i tifosi della Reggina. Particolarmente imbarazzante il momento in cui due ragazzini di 18 e 21 anni con addosso la maglia che rappresenta la città hanno iniziato a litigare su chi avrebbe dovuto tirare il calcio di rigore che poi il neo arrivato Marras, dai soliti allocchi raccontato come “un lusso per la categoria”, ha sparato in strada. Ma tutti questi “lussi per la categoria” che la Fenice ha portato al Sant’Agata nelle prime tre partite della stagione non si sono mai visti, perchè se collezioni figurine buone solo per scalare la classifica su trasfermarket in quanto prendi calciatori che in carriera hanno disputato qualche mediocre campionato di serie C e quindi hanno un valore virtuale superiore, poi comunque bisognerà scendere in campo dove la differenza si vede e la classifica reale smentisce con i fatti quel valore che è appunto soltanto virtuale. E a parlare, nel calcio, è sempre solo e soltanto il campo.

Alla fine dallo stadio San Ciro di Portici di positivo è rimasto il risultato, strappato con un gol in pieno recupero dal giovane Coppola che alla quinta clamorosa occasione da gol tra San Luca e Portici è riuscito finalmente a buttarla dentro. Pochi minuti prima il Portici si era divorato l’occasione più nitida di tutto il match, con Squerzanti che solo a due metri dalla porta riusciva ad appoggiare il pallone di testa appena fuori dal palo. Il Portici recrimina anche per la girata di Maione al 20° dritta sui piedi di Martinez, l’incrocio dei pali colpito dallo stesso Squerzanti al 25° pareggiando il conto dei legni dopo la traversa di Coppola al 3° minuto di gara, e anche il netto rigore negato nella prima parte del primo tempo dall’arbitro che dopo pochi minuti si scopriva molto generoso con la Fenice anche grazie alla furbizia di Marras che sfruttava l’ingenuità di Zanoni. Infine, al 50° minuto del secondo tempo i padroni di casa hanno avuto persino l’occasione per pareggiare sventata magistralmente dal portiere amaranto Martinez. Se il Portici ha avuto, oltre ad una netta superiorità, ben cinque clamorose occasioni da gol, significa che la Fenice ha fornito una prestazione davvero disarmante, a maggior ragione visto il livello dell’avversario. E’ stata la prima vittoria, ma è anche stata la peggiore prestazione delle tre partite fin qui disputate come potrà confermare chiunque abbia visto la partita.

Alla Fenice rimangono tre punti preziosissimi per la salvezza, maturati per giunta in uno scontro diretto e quindi dal valore doppio, per una squadra che però ha dato segnali molto preoccupanti rispetto alle prime due uscite in cui non aveva mai raggiunto il risultato pieno ma aveva dimostrato qualità tecniche che ieri non si sono mai viste, se non con l’ingresso di Barillà nella ripresa, e che comunque non sono servite a mettere sotto un avversario come il Portici che per lunghi tratti della gara, soprattutto nel primo tempo, ha avuto netto predominio territoriale, possesso palla e ripetute occasioni da gol. E stiamo parlando del Portici che, come il San Luca, è tra le squadre più scarse del torneo con l’obiettivo dichiarato di una difficile salvezza stagionale. Una salvezza, quella della Fenice, che riteniamo non sarà un problema grazie all’esperienza di mister Trocini, che sta facendo il possibile con un organico così improvvisato e raffazzonato: per questo motivo, come abbiamo già anticipato più volte, su StrettoWeb non vedrete mai un commento contro squadra e mister. Non sono certo loro le responsabilità di questa situazione indegna della Reggina e di Reggio Calabria.

Per la Fenice rimane il problema dell’attaccante: con Rosseti infortunato ci sono soltanto Coppola e Altamura a disposizione del mister: 18 e 19 anni, entrambi alla prima stagione in prima squadra dopo le esperienze nelle giovanili, entrambi in prestito rispettivamente da Pro Vercelli e Benevento. Non che negli altri reparti vada meglio: a centrocampo non c’è un regista, in difesa ieri hanno ballato dall’inizio alla fine dopo le altre 7 clamorose occasioni da rete concesse domenica al Siracusa. Con il Portici è andata bene a fatica per il livello dell’avversario e per gli episodi fortunati. Per il futuro, in modo particolare nel tour de force che prevede 9 partite nei prossimi 30 giorni, non rimane che sperare che continui ad andare sempre così.

Con una sola certezza: l’eccezionale, costante e innamorata presenza dei tifosi amaranto, sempre all’altezza di tutto ciò su cui questa società non ci convince affatto: la grandezza della Reggina.

I tifosi della Reggina al San Ciro di Portici: che spettacolo!
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