L’ex Reggina Peppe Scevola: “non mangiavo prima delle partite, ora della Fenice non mi interessa nulla. Questo dilettantismo rispecchia la città”

L'intervista di StrettoWeb all'ex calciatore della Reggina Giuseppe Scevola, fortemente critico e deluso contro la scelta di Brunetti di affidare la ripartenza del calcio a Reggio Calabria alla Fenice Amaranto

  • peppe scevola con massimo taibi
  • Peppe Scevola
  • Reggina con Peppe Scevola anni '80
  • Peppe Scevola
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StrettoWeb

“Io non mangiavo prima di ogni partita. Anche quando andavo fuori città, la maglia amaranto l’ho sempre avuta dentro. Ora a casa mi dicono: ‘ma non vai allo stadio?’. Non ho fatto l’abbonamento, mi dispiace, conosco anche Peppe Praticò, che rispetto, ma non mi interessa più nulla di questi della Fenice, non la seguo. E’ la prima volta in vita mia che mi sento così distaccato e disinteressato, è stata una botta pesantissima”. Eccone un altro. Anche Giuseppe Scevola si aggiunge alla lista che comprende i vari Carminello, Zimbalatti, Malaspina e i tanti – personaggi pubblici e non – che magari non intervengono pubblicamente ma che sono molto delusi dal comportamento della Fenice Amaranto.

Peppe Scevola è un ex calciatore della Reggina, ha fatto il suo esordio in Serie C nel 1983-1984. In un’intervista a StrettoWeb precisa più volte di non avere nulla contro la società, anche se è consapevole che “non hanno le potenzialità”. Scevola, però, punta il dito contro l’Amministrazione Comunale, contro la scelta del Sindaco f.f. Brunetti: “decisione senza senso – tuona – senza chiedere pareri a chi poteva aiutarli. E’ stata affidata a improvvisati, a una società a conduzione familiare. E’ una scelta politica. Se già decisa prima? Per come sono andate le cose penso di sì. Non hanno dato spazio a chi poteva partecipare”.

Reggina con Peppe Scevola anni '80

Sull’altra cordata: “al di là di Bandecchi, c’erano i reggini. E poi bastava sentirsi con Taibi e Belardi, che avevano già pronta la rosa. Erano già stati bloccati Montalto, Ceravolo, Zibert, Bertoncini. Questi invece non so se hanno le potenzialità per gestire il club di una città come Reggio Calabria, che è molto esigente, specialmente per il periodo che abbiamo passato. E’ normale che alla prima sconfitta scoppi qualcosa. Non mi sento di condannarli, non hanno colpe, c’è stato poco tempo, sono andati a cercare svincolati e infatti i risultati si stanno vedendo”.

Però, si chiede, perché il nome La Fenice Amaranto? Perché l’attaccante lo prendi se sai che può giocare a novembre? Hanno ancora tempo per cercare di andare a pescare nel mercato invernale, ma quale sarà la distanza dalla vetta fino ad allora? E poi, soprattutto, non credo sia una società solida. Certo, hanno avuto uno sponsor importante come eCampus, ma oltre quello, nulla. Che si prendano le responsabilità, loro e l’Amministrazione. Il dilettantismo attuale nel calcio rispecchia la città, una città allo sbando amministrata da 10 anni con questi risultati…”.

Su marchio e nome: “subito non si poteva prendere, ma una volta che si può acquistare si deve acquistare, anche se non so se hanno le potenzialità per farlo. Ad oggi, intanto, mi sento di dire che di Reggina ci sia soltanto la Curva Sud. Io sono stato anche ultrà, conosco diversi ragazzi del tifo organizzato e mi dispiace questa situazione anche perché sono legato a loro. Perché quel comunicato contro Bandecchi il giorno prima della scadenza del bando? Sinceramente non lo so, forse per le parole di Bandecchi, quando ha detto che dopo un anno avrebbe lasciato. Come ho detto prima, comunque, c’erano anche dei reggini, non è soltanto un discorso suo”.

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