Reggio Calabria, cacciatore morto: animalisti ancora in delirio lo paragonano ad un fascista e a Messina Denaro

Prosegue la gogna mediatica a cui, pseudo animalisti, hanno sottoposto il cacciatore morto a Reggio Calabria nei giorni scorsi

StrettoWeb

E’ stata una morte straziante quella del cacciatore reggino di 60 anni trovato morto in un crepaccio tre giorni fa. Un dramma che ha colpito non solo la famiglia dello sfortunato amante dell’arte venatoria, una delle più antiche sulla faccia della Terra, ma anche l’intero territorio. Ma oltre al dolore della perdita del proprio caro e dello strazio per il recupero del corpo reso difficoltoso dal fatto che l’uomo era caduto in un crepaccio, i congiunti devono subire anche la gogna mediatica, ai danni del defunto, ad opera di pseudo animalisti invasati.

Vi avevamo notizia in un articolo (Cacciatore morto a Reggio Calabria, l’orrore dilaga sui social: gli animalisti esultano) di ciò che stava accadendo sui social ad opera di una pagina Facebook di ignota gestione, amministrata probabilmente da haters di professione, i  quali avevano dato il via ad una serie di insulti contro il defunto ai limiti del lecito. Ebbene, non contenti dell’odio seminato ora ci provano anche, in maniera fallimentare, con StrettoWeb e con la sottoscritta. La nostra colpa: aver raccontato la verità e aver portato il dibattito al di fuori del gruppo di “adepti” della pagina. Abbiamo infatti pubblicato le immagini di tutti gli insulti gratuiti contro il cacciatore morto. Non curanti di ciò che tutto questo può implicare e può causare ai famigliari dell’uomo, gli pseudo animalisti perseverano.

E’ così che, per colpire noi giornalisti che non facciamo altro che fare il nostro lavoro avversando l’odio gratuito e l’atteggiamento di chi gioisce per la morte altrui, scrivono altri due post sull’argomento, paragonando prima il cacciatore a Messina Denaro e poi ad un fascista. Nessuno, in questa redazione, ha gioito per la morte del boss di Castelvetrano, come gli animalisti che si nascondono dietro ad uno schermo insinuano, ma si è semplicemente fatto un resoconto dei crimini contro altri esseri umani commessi da Messina Denaro. Il che, lasciatecelo dire, in un mondo normale sono ben più gravi di quelli (presunti) commessi da un uomo che va a caccia per mangiare una beccaccia in salmì. E questo è semplice buon senso. Anzi, è umanità, termine sconosciuto agli invasati che, a quanto pare, vorrebbero un mondo senza essere umani.

Ma il fondo, i finti animalisti che nascondono l’odio per l’umanità dietro allo pseudo amore per gli animali, lo toccano quando paragonano il povero cacciatore morto ad un soldato delle SS, ad un assassino di bambini, e si dicono sollevati per la sua morte. La nostra domanda è: si può amare gli animali e non odiare gli esseri umani che fanno scelte, anche alimentari, differenti? Secondo noi sì.

Intanto, però, resta la vergogna immane, che strazia ancora di più la famiglia di uomo innocente morto mentre svolgeva un’attività ludica come tante altre. La nostra solidarietà nei confronti della famiglia del defunto non potrà mai bastare a rimarginare la ferita resa ancora più dolorosa da questa barbara gogna mediatica.

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