Sabato 21 ottobre il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato una nuova conversazione sul tema “Piazza De Nava: una lunga e sconcertante storia 6.zero”. Ha partecipato, in qualità di relatore, lo storico locale prof. Alberto Cafarelli che nel corso dell’incontro ha analizzato i vari passaggi storici che hanno interessato l’area in argomento. Il sodalizio culturale reggino ha già organizzato una serie di incontri su tali tematiche inerenti al luogo che rappresenta la rinascita di Reggio Calabria a seguito del terremoto del 28 dicembre 1908. In tale location risultavano ben visibili tre stili architettonici: quello umbertino eclettico della seconda metà dell’ottocento, quello liberty, quello razionalista italiano del ventennio del secolo scorso, alcuni dei quali forzatamente assenti i visti “i lavori” che hanno interessato il sito in argomento. Le piazze di Reggio Calabria rappresentano accenti storici, architettonici e turistici, che costituiscono una grande parte dell’atmosfera millenaria della “Città della Fata Morgana”. Piazza De Nava è il luogo dedicato al famoso statista, in quanto lo stesso fu il promotore della ricostruzione di Reggio Calabria dopo il sisma del 1908.
É la piazza su cui dà il prospetto principale di Palazzo Piacentini, ossia il Museo nazionale della Magna Grecia ed è intitolata al reggino Giuseppe De Nava, ministro del regno d’Italia nel 1918 e nel 1921. Una Piazza dedicata peraltro a Giuseppe De Nava, il più autorevole leader politico a livello nazionale che Reggio abbia espresso dal 1861 ad oggi. De Nava svolse altresì un ruolo preminente nella splendida ricostruzione, supportando nei suoi numerosi incarichi di governo l’azione condotta dall’on. Giuseppe Valentino (prima da Assessore e poi da Sindaco) e dall’ingegnere Pietro De Nava, Responsabile del Piano Regolatore. Una Piazza su cui fu eretto il pregevole monumento scolpito dall’artista polistenese Francesco Jerace e che fu completata su un lato dall’imponente splendido edificio piacentiniano del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia e sull’altro dall’edificio dell’Ente Edilizio progettato dall’architetto Camillo Autore.
Una piazza armoniosa e legata ad una specifica memoria storica, creata sulle macerie del Rione Santa Lucia Raso al suolo dal sisma. Una Piazza la cui configurazione è proporzionata con il nuovo accesso al Corso Garibaldi, prolungato verso Nord sulle macerie del Rione. Piazza De Nava rappresenta pertanto un orgoglio per il popolo reggino, che non è disposto ad accettare la sua demolizione rimpiazzata da uno spianamento. Al centro della stessa, adornata da vari esempi arborei, sorge una monumentale fontana a due bocche, sormontata da una statua raffigurante il ministro De Nava.
Tali testimonianze verrebbero cancellate dalla nuova idea progettuale che prevede un’idea moderna che andrebbe a sconvolgere tali segni identitari, non tenendo conto quindi di quanto stabilito dalla “Carta di Gubbio” del 1960, documento che venne redatto dall’Associazione Nazionale Centri Storici e Artistici e della Convenzione del paesaggio ed il Codice dei Beni Culturali. La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da sabato 21 ottobre.