Reggio Calabria, scuole senza mensa tutto l’anno? I genitori con le spalle al muro vadano in massa a palazzo San Giorgio

Reggio Calabria ha un problema con i bandi: scuole senza mensa per tutto l'anno e genitori messi con le spalle al muro

StrettoWeb

Oggi è il primo giorno di ottobre. La scuola, in Calabria, è iniziata da poco più di due settimane. A breve, come d’abitudine, dovrebbe avviarsi anche il servizio mensa negli istituti scolastici (nelle città del Nord inizia dopo una settimana dal primo giorno di scuola, ma qui non pretendiamo di certo la Luna). A Reggio Calabria, però, non solo non si può pretendere la Luna, ma non si può nemmeno chiedere ed ottenere l’essenziale.

Il bando mensa è andato deserto. Anche questo. E’ evidente come questa amministrazione abbia qualche problema con i bandi, visto che quello per l’assegnazione dei locali del mercato coperto di via Filippini ha avuto la medesima sorte. Tornando però al servizio di refezione scolastica, al 23 settembre scorso era stato fissato il termine ultimo per la partecipazione al bando, ma nessuna ditta si è presentata. La notizia si era già diffusa nei giorni precedenti nelle scuole, soprattutto tra i genitori che per i loro figli hanno scelto il regime di 40 ore, ma si sa che a volte le fake news circolano più velocemente delle notizie reali, quindi molti avevano voluto lasciare agli amministratori il beneficio del dubbio: non può un comune come quello di Reggio Calabria, nel 2023, lasciare le scuole scoperte dalla mensa. E invece ci sono riusciti.

Il bando green

Ora, da un punto di vista tecnico il bando stilato e presentato nel mese di agosto, completamente innovativo rispetto a quelli precedenti, era pressoché perfetto, come vi avevamo illustrato in questo articolo: Reggio, ecco il bando per le mense scolastiche: pasti biologici adeguati alle esigenze dei ragazzi. Ma evidentemente quello stesso bando non è adatto a Reggio, o almeno non del tutto. Un menù green, che presta particolarmente attenzione all’ambiente è assolutamente auspicabile. E quello proposto aveva specifiche caratteristiche innovative che forse però non si confacevano alle possibilità delle ditte potenzialmente interessate ad espletare il servizio su Reggio Calabria.

Della bontà degli obiettivi di quel bando siamo assolutamente certi, ma della sua applicabilità concreta nella nostra città un po’ meno. O forse, il Comune dovrebbe interrogarsi sul perché i bandi vanno deserti: il rapporto di fiducia tra amministrazione ed aziende locali esiste? Qual è la ragione per cui in una città come Reggio Calabria nessuna ditta vuole espletare il servizio mensa per il Comune?

Non è una città per genitori lavoratori

A prescindere dal bando e dai suoi contenuti, però, una cosa è certa: i genitori che per necessità famigliari hanno iscritto i loro figli ad un regime di 40 ore settimanali sono ora con le spalle al muro. Chi non ha nonni, parenti, amici su cui contare non ha altra scelta: o si paga una baby sitter o non si lavora. Una criticità reale e concreta che sta mettendo in difficoltà migliaia di famiglie reggine.

I tempi per stilare un altro bando, sempre sperando che a questo qualcuno risponda, sono lunghi. E’ dunque ipotizzabile che, nella peggiore delle ipotesi, la mensa sarà impraticabile per tutto l’anno scolastico. Nella migliore verrà attivata con l’anno nuovo. E fino a quel momento che si fa? I dirigenti scolastici, che da questo punto di vista hanno le mani legate, potrebbero però decidere di provare ad organizzare un servizio di refezione prendendo altre strade, ma siamo già ad ottobre e non è semplice. Il danno è fatto.

Tutti insieme a Palazzo San Giorgio

Intanto, i numerosi genitori che stanno chiamando il servizio di gestione mensa del comune, Hermes, stanno ricevendo tutti le stesse, elusive risposte: nessuna ditta ha risposta al bando; quest’ultimo è stato modificato per cui la precedente ditta appaltatrice ha ritenuto opportuno non candidarsi a causa del rapporto non positivo tra richieste e costi. Secondo voci non confermate, perché tutti sono vaghi in merito data la delusione del bando andato deserto, si sta forse valutando di fare un altro bando, ma l’incognita resta. Un’altra possibilità praticabile è quella di concedere una proroga alla ditta precedente, ma sarà fattibile? Tutto resta vago. L’assessore preposto Lucia Nucera non si è ancora espressa in merito e le famiglie restano nel limbo.

Qualcuno, davanti alle scuole, propone di creare un movimento di protesta ad hoc. Ed in effetti, presentarsi in massa a palazzo San Giorgio per pretendere un diritto che in un paese civile non può essere negato non risolverà di certo il problema nell’immediato, ma sarebbe un’importante presa di posizione da parte dei cittadini. Ma riusciranno questa volta i reggini a non accettare passivamente una simile privazione dei propri diritti?

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