La svolta del sistema idrico in Calabria, una riforma storica: il ruolo di Sorical e tutto quello che cambierà, intervista a Cataldo Calabretta

Cataldo Calabretta e il risanamento di Sorical verso la gestione del servizio idrico integrato regionale: le sue parole ai microfoni di StrettoWeb

StrettoWeb

Cataldo Calabretta oggi è al vertice della Sorical in veste di Amministratore Unico. E’ stato nominato Commissario liquidatore della Sorical a settembre del 2020 e da quel momento passi in avanti nel complesso sistema idrico calabrese ne sono stati fatti tanti. Lo scorso anno, dopo una lunga era di proclami, la Sorical è divenuta interamente pubblica uscendo dalla liquidazione e ritornando “in bonis”. Alla Sorical è stato affidato il Servizio Idrico Integrato e finalmente in questo settore è stata avviata la riforma che i calabresi attendevano da quasi 30 anni. Calabretta è anche al vertice della Lega in Calabria, è rappresentante politico di fiducia di Matteo Salvini il quale, in più di un’occasione, ha manifestato tutta la sua soddisfazione per aver voluto fortemente un esponente del suo partito all’apice di un ente di un comparto nevralgico per la Calabria. 

Oggi parla ai microfoni di StrettoWeb.

Avvocato Calabretta, ci spiega la portata di questa riforma voluta dal presidente Roberto Occhiuto?

Stiamo recuperando decenni di mancate attuazioni di riforme, la prima del 94, la legge Galli, la seconda del 2006, il Codice dell’ambiente. Il Presidente Occhiuto ha fatto un lavoro straordinario. Le leggi nazionali ed europee dicono che i Comuni non possono gestire i servizi pubblici locali in economia, ma devono farlo in forma aggregata. L’aggregato, in Calabria e in quasi tutte le regioni italiane, è l’intero territorio regionale. Questo aggregato viene organizzato sotto forma di un ente d’ambito che è un’autorità regionale denominata Arrical. L’ente d’ambito a sua volta affida la gestione del servizio idrico. In Calabria l’ente d’ambito ha individuato Sorical, cosi come in Sardegna Abbanoa, in Basilicata Acquedotto Lucano e in Puglia Acquedotto Pugliese. Le ho citato le tre regioni del Sud dove la riforma è stata attuata da oltre 20 anni. La Calabria è tra le poche regioni italiane ad avere ancora gestioni in economia, peraltro non più previste dalle leggi in vigore. Serviva un cambio di rotta! Inoltre, dal mese di dicembre 2022, l’ing. Giovanni Marati ricopre il ruolo di direttore generale e sta dando un prezioso contributo anche in virtù della sua lunga esperienza nel settore“.

Molti ancora non hanno chiara la differenza tra il ruolo di Arrical e di Sorical.

Arrical rappresenta i Comuni in forma aggregata, come se fosse un grande condominio, pianifica gli investimenti del piano d’ambito, affida il servizio al gestore, approva la tariffa del gestore, controlla la qualità del servizio, tutto secondo le regole di Arera, che, ricordo, è l’autorità nazionale a cui è demandata la regolazione del settore. Sorical è il soggetto industriale, scelto da Arrical, per la gestione del  servizio idrico integrato e tiene i rapporti commerciali con i cittadini utenti”.

Avvocato, come è destinata a cambiare la Sorical?

Sorical è una società a capitale interamente pubblico, è gestore del servizio idrico integrato di tutta la Calabria dal 1° gennaio del 2023. Il suo subentro alle gestioni comunali è previsto in un arco temporale di 4 anni, da gennaio 2023 al 31 dicembre 2026. I Comuni entreranno nel capitale della società e avranno un ruolo guida”.

Che società ha trovato?

Dieci anni di liquidazione e di mancati investimenti portano il segno. Le infrastrutture vanno ammodernate e in alcuni casi rifatte. Oltre 250 milioni euro sono stati investiti, certo troppo pochi per l’enorme patrimonio che gestiamo, che ricordiamo essere oltre 5.000 chilometri di condotte, 14 impianti di potabilizzazione, oltre 400 stazioni di sollevamento, più di 1.000 serbatoi. E’ davvero tanta roba, che ha costi ingenti, pensi che solo lo scorso anno abbiamo speso 65 milioni di energia elettrica contro i 27 dell’anno precedente. Questi maggiori costi vanno coperti da Sorical ed è quello che stiamo spiegando negli ultimi mesi ai comuni”.

Anche la scorsa estate molti calabresi sono rimasti senza acqua.. 

Noi ci sforziamo di garantire il giusto quantitativo di acqua ai serbatoi, però registriamo che oltre il 50% viene dispersa nelle reti per gli allacci abusivi, le perdite, gli usi impropri e questo è il motivo principale per il quale la risorsa non fuoriesce, come dovrebbe, dai rubinetti delle case dei calabresi”.

E’ sicuro di questo ?

Lo prova il fatto che nei giorni di pioggia, i nostri sistemi di monitoraggio ci indicano il livello dei serbatoi a limite dello sfioro e non c’è carenza. Orti e giardini non hanno bisogno di essere irrigati. Poi ci sono alcune zone che in estate registrano presenze turistiche importanti, in questo caso stiamo predisponendo piani per dotare queste aree di maggiore risorsa idrica. Quindi l’utilizzo improprio della risorsa idrica provava molti disagi”

Quindi non c’è crisi idrica, ma sprechi? 

E’ così, bisogna riportare tutto a sistema senza perdere di vista la sostenibilità economica e finanziaria del gestore. In alcune zone dobbiamo prevedere ciò che stabilisce la legge Galli, bisognerebbe istituire le reti duali, cioè oltre a quella che fornisce l’acqua potabile servirebbe una rete per l’acqua di bassa qualità, utile per orti, giardini e piccole attività commerciali e poi sarebbe opportuno incentivare il riciclo e il riuso”.

Nel passaggio verso il servizio idrico integrato molti comuni presentano delle specificità, investimenti fatti, rete di adduzione propria.

Attraverso accordi operativi con i singoli comuni viene definito il passaggio di consegne degli impianti e si terrà conto di tutto. Però, ribadisco, che Sorical subentra nella gestione degli impianti, la proprietà resta del Comune”.

Avvocato lei parlava di sostenibilità economica e finanziaria; e quella ambientale?

Viaggiano assieme e l’una non esclude l’altra. A volte ci chiediamo perché i depuratori non funzionano, perché i tubi si rompono. La risposta è che non si è fatta un’adeguata manutenzione per mancanza di risorse perché i Comuni non incassano la tariffa”.

Molti cittadini ribadiscono che la bolletta la pagano e sostengono che sia sempre più salata…

I dati ci dicono che i Comuni incassano solo il 40% di quanto viene bollettato, con indici di morosità che oscillano tra il 60 e il 90%. I comuni virtuosi sono davvero pochi”.

Ho capito bene? Sono davvero questi i dati?

Certo, i motivi sono diversi, spesso i comuni inviano le bollette con molto ritardo ed il più delle volte in un’unica soluzione. Questa pratica impone alle famiglie di pagare centinaia di euro in una unica soluzione e ciò è intollerabile. Arera ha stabilito che il pagamento del servizio deve avvenire minimo in tre o quattro bollette in un anno, che letture dei contatori devono essere puntuali. Noi per il futuro, al subentro di Sorical nei singoli comuni, proprio per venir incontro ai cittadini, cercheremo di emettere bollette trimestrali ed in più prevedremo una primalità per gli utenti virtuosi”.

 Ultima domanda, ma i sindaci sono pronti per tutto questo?

Spero di sì, dovranno esserlo perché siamo di fronte ad un passaggio storico per la Calabria. Sono passati 30 anni e tutto è rimasto immobile. Se vogliamo garantire per il futuro l’accesso all’acqua e il mare pulito non c’è altro tempo da perdere”.

Però giunge qualche lamentela e alcuni comuni non hanno aderito all’Arrical. 

Se dopo trent’anni la riforma del servizio idrico integrato non è stata fatta, l’uso dei poteri che lo Stato pone in campo ai presidenti delle Regioni va esercitato. Uno strumento necessario anche se non auspicabile. Se invertissimo la domanda? Senza commissariamento a che punto saremmo oggi? L’immobilismo politico ed istituzionale ha creato una situazione molto critica, depuratori senza manutenzione che inquinano fiumi e mari, reti idriche che disperdono l’acqua. Questi sono i fatti senza polemiche e senza strumentalizzazioni; ma ai calabresi va detta tutta la verità”.

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