Mafia, traffico di droga e omicidi: storica sentenza annulla due condanne a 30 anni di carcere: “10 pentiti erano inattendibili”

Storica sentenza della Corte di assise di appello di Bari: assolti due imputati precedentemente condannati a 30 anni di carcere per un omicidio, ma le testimonianze di ben 10 collaboratori di giustizia sono state considerate "inattendibili ed insufficienti"

StrettoWeb

Dieci collaboratori di giustizia sono stati ritenuti inattendibili ed insufficienti dalla Corte di assise di appello di Bari – I sezione –  per confermare la condanna di Davide Monti e Giuseppe Signorile inflitta dal Giudice delle indagini preliminari di Bari in  data 24.09.2021, ritenuti dalla direzione distrettuale antimafia esecutori materiali del delitto di omicidio commesso ai danni di Giuseppe Gelao, maturato in data 6 marzo 2017 in Bari in  risposta all’uccisione di Franco Barbieri per ragioni collegate al traffico di stupefacenti.

Per tale omicidio l’accusa aveva invocato l’ergastolo, sia in primo che in secondo grado, anche alla luce della positività allo stub a cui era risultato positivo Davide Monti poche ore dopo il delitto, pesante prova a carico alla quale si aggiungeva il maldestro tentativo di Monti di fuggire poche ore dopo il delitto dalla propria abitazione onde non essere sottoposto al pericoloso test. Le prove apparivano granitiche, schiaccianti, anche alla luce di intercettazioni ambientali svolte a casa di Domenico Milella nelle quali i conversanti discorrevano dell’azione di sangue.

La difesa degli accusati, a seguito di una attenta e difficile valutazione, assumendosene i rischi, optò per il rito abbreviato, scelta questa che alla fine si è rivelata vincente. La decisione di assolvere gli accusati appare sorprendente in quanto impressionante il numero dei pentiti che avevano dato manforte all’ipotesi accusatoria: Domenico Milella, Vito Antonio Tarullo, Margheriti, Giuseppe Pappagallo, Emanuel Petroni, Gianfranco Catalano, Michele Citarelli, Domenico Lavermicocca, Roberto Marchello e Donato Telegrafo.

Non solo; qualche settimana fa la Corte di assise di Bari, decidendo in sede di rito ordinario, per la medesima vicenda omicidiaria, aveva condannato all’ergastolo Antonio Busco.

Evidentemente le accuse sono crollate grazie al certosino lavoro difensivo svolto nell’interesse di Monti da parte dell’ avv. Giusida Sanseverino del Foro di Benevento. Susciterà grande interesse negli studiosi del diritto la lettura della motivazione di questa storica sentenza la quale verrà redatta entro novanta giorni.

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