Maxi blitz contro la ‘Ndrangheta in Liguria: 26 arresti, portavano la droga in pullman da Reggio Calabria | NOMI e DETTAGLI

Dall’alba di oggi, militari del Comando Provinciale di Imperia, del GICO di Genova e dello SCICO della Guardia di Finanza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 27 persone per traffico di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso. Per le loro attività gli indagati avevano a disposizione diverse abitazioni usate per le riunioni operative durante le quali si decidevano approvvigionamenti di stupefacente

StrettoWeb

L’organizzazione sgominata dalla guardia di finanza era operativa nella zona di Diano Marina dal 2020 e si occupava di acquisto, coltivazione, trasporto e rivendita di cocaina, hashish e marijuana. Per le loro attività gli indagati avevano a disposizione diverse abitazioni usate per le riunioni operative durante le quali si decidevano approvvigionamenti di stupefacente, trattative con i fornitori e gli acquirenti ma anche per custodire, confezionare e cedere lo stupefacente.

Per sviare le indagini l’organizzazione usava criptofonini e auto in affitto. A volte la droga veniva trasportata caricandola su pullman che viaggiano sulla tratta Reggio Calabria-Ventimiglia. I finanzieri durante le perquisizioni hanno anche trovato una pistola. Gli investigatori hanno documentato che gli indagati agivano con modalità di tipo mafioso: imponevano il proprio controllo sui traffici di droga nell’area di Diano Marina e dei comuni vicini attraverso violenze e minacce – talvolta anche con le armi – e mediante l’evocazione del nome della famiglia De Marte-Gioffrè per costringere gli acquirenti a pagare gli acquisiti di stupefacente.

Uno degli indagati è accusato di concorso esterno perché si sarebbe attivato per ottenere informazioni sulle dichiarazioni rese da un componente della associazione nel corso del procedimento penale scaturito a seguito del suo arresto, contattando direttamente sua madre e poi informando il gruppo criminale di quanto appreso, e poi avrebbe segnalato in tempo reale all’associazione l’arresto di un sodale, dopo poche ore dalla sua esecuzione.

Avrebbe infine aiutato Domenico Giuffrè, uno degli indagati, a riciclare il denaro ottenuto dal traffico di droga nella gestione di slot machine. Agli indagati vengono contestati 56 episodi di acquisto, cessione, trasporto di quantitativi di cocaina e marijuana, nonché di coltivazione di marijuana. E poi lesioni, furti di mezzi di trasporto, estorsione, minaccia, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Condividi