Tra qualche ora, la Pallacanestro Viola scenderà in campo presso la struttura universitaria di Messina per affrontare la Basket School.
Nel roster affidato alla guida di Federico Cigarini giocherà la new entry del campionato. Vestirà la canotta numero 17. Arriva dagli Usa. Stiamo parlando di Giovanni Cessel.
“Innanzitutto ho visto il progetto, era molto ambizioso sin dall’inizio, da quando ci ho messo gli occhi sopra, poi parlando con il coach, ho sentito il suo entusiasmo e la sua voglia di portarmi in questa squadra per vincere: mi ha convinto, ho voluto sposare questo progetto.
Non conoscevo nessuno del roster, però già nei primi due giorni, anche convivendo con i compagni di squadra, alla fine siamo tutti ragazzi della stessa età, è come se ci fossimo conosciuti da anni. Sono affamato, sì, ma affamato più che altro anche di riscattare me stesso, dopo un periodo che non è andato come volevo in America. Penso che si possa allineare con i desideri della squadra: io voglio vincere come tutti gli altri“.
Che differenze ci sono tra il basket americano e la realtà tricolore?
“Di certo quello degli USA è un basket molto più fisico e veloce, rispetto a quello a cui ero abituato in Italia prima di partire. Lì purtroppo cercano solo lo spettacolo, quindi la “schiacciatona” o la “stoppatona”, oppure il contropiede con la tripla, ed era un gioco che non faceva per me. A me piace più il gioco che fa anche il coach Cigarini qui, ovvero un gioco veloce, ma tattico e di letture“.
Che giocatore è Giovanni Cessel?
“L’ho sempre detto, per chi mi conosce io mi considero più un lungo ‘vecchio stile’. A me piace giocare di tecnica, come i ‘ganci cielo’ anche, se avrò l’occasione li metterò anche in partita, però poi ovviamente quando riesco a prendere posizione bene posso giocare anche da Shaq, dipende come mi va la serata.
A me non è mai piaciuto guardare la pallacanestro, io ho bisogno di giocarla, però ho sempre guardato Kareem Abdul Jabbar e Hakeem Olajuwon, e da lì infatti si può vedere il mio gioco da dove è venuto. Kareem l’ho guardato molto perché la prima persona mi ha insegnato di gancio cielo era mio padre Andrea (vecchia conoscenza dei parquet della Serie A con Siena, Fortitudo Bologna e non solo, ndr) nei campetti di Portogruaro, sono innamorato di questa mossa“.
Prima volta in Traghetto?
“Il traghetto l’avevo già preso per andare a Taormina da amici. Io vengo, poi mi fido del coach, se lui decide di utilizzarmi, sono pronto, sennò mi fido della sua decisione“.