Palamara: “la Procura di Reggio come terra di conquista”. Il caso Scopelliti e le correnti

Peppe Scopelliti ha portato nuovamente all'attenzione dei cittadini il suo libro "Io sono libero". Con lui l'ex magistrato Luca Palamara

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StrettoWeb

Di nuovo insieme, ieri, nella sala consiliare del comune di Taurianova, Giuseppe Scopelliti e Luca Palamara hanno parlato di libertà, con il libro dell’ex governatore della Calabria “Io sono libero“, ma soprattutto di giustizia. In un evento voluto dallo scrittore Vincenzo Furfaro e da Cettina Nicolosi, presidente del Conservatorio Cilea di Reggio Calabria, e patrocinato dal Comune di Taurianova, con il sindaco Rocco Biasi, nel contesto della Rassegna Letteraria Autunnale organizzato dall’assessore Maria Fedele, con la collaborazione di StrettoWeb.

Peppe Scopelliti ha portato nuovamente all’attenzione dei cittadini l’opera nata in seguito alla vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto. “Io sono libero” è più di un libro: è un invito a non demordere, a leggere questo territorio con positività, nonostante tutto. Di fianco a lui l’ex magistrato Luca Palamara, che ha spiegato come “Il sistema” di cui parla ormai da anni sia elemento imprescindibile per spiegare la dinamica del caso Scopelliti.

Il mio racconto non è mai contro la magistratura – spiega Luca Palamara -, ciò non toglie che per essere credibili bisogna togliere il velo di ipocrisia e parlare di quello che non ha funzionato nel rapporto tra politica e magistratura. Interrogarsi su ciò che vi è stato dietro ad alcune vicende giudiziarie rientra nell’esercizio di democrazia, senza demonizzazioni. Se un racconto in Italia è fatto da un uomo che ha fatto parte delle istituzioni si dice che quel racconto non sia credibile a prescindere. Ma questo significa che è come se ci fosse qualcosa da vuole nascondere“, chiosa l’ex magistrato.

Palamara: necessità di “palazzi di vetro”

Palamara parla di una sorta di “palazzo di vetro” che si dovrebbe avere nelle istituzioni, affinché si possa mostrare ciò che avviene nell’esercizio delle funzioni degli amministratori pubblici. Nessuno secondo lui “può sfuggire al rispetto delle regole, altrimenti c’è qualcosa che non funziona, come la storia di questo paese purtroppo dimostra“.

In riferimento al caso Scopelliti, Palamara parla delle “correnti che hanno indirizzato il cambio di stagione all’epoca nella Procura di Reggio Calabria con l’arrivo di Cafiero De Raho“. L’ex magistrato autore de “Il sistema“, pone l’accento sulla differenza tra la gestione Pignatone e quella di De Raho, precisando che una parte politica era piuttosto soccombente a questa gestione.

Correnti e Costituzione

Cosa sono le correnti nella magistratura? “La Costituzione Italiana entra in vigore 75 anni fa spiega Luca Palamara. Si decide di avere giudici autonomi ed indipendenti perché si riteneva che dopo il ventennio e la monarchia fosse necessario. A partire dalla metà degli anni ’60 c’è un partito che maggiormente investe sul mondo della magistratura e della cultura, ed è il partito di sinistra“. La magistratura si è organizzata in correnti, racconta l’ex magistrato. Il che è lecito, dato che “associarsi è un esercizio di democrazia“, ma “va tenuto conto che una maggior parte fosse espressione della sinistra“.

Ma poi Palamara va oltre. “Si crea un corto circuito quando anche all’interno della magistratura si formano le dinamiche di carriera, dove come con altre dinamiche italiane spesso è una spintarella a determinare gli avanzamenti. Le correnti hanno iniziato a determinare ciò che avveniva dentro alla magistratura. Anche a Reggio Calabria è avvenuto questo. Nel 2012 diventa un ufficio importante“, che ha dato il via a diverse carriere. Spiega Luca Palamara che “la procura di Reggio diviene terra di conquista dove persone di passaggio vengono poi lanciate in carriere altrove senza dare continuità e lasciando poi qui i problemi da gestire“. Luca Palamara, a tal proposito, parla della tendenza in questi casi a “dover fare qualcosa di eclatante che poi in qualche modo ti fa diventare protagonista nella “vita successiva”. Con il rischio di lasciare poi problemi andando via“.

“Nell’ultimo periodo dell’epoca Pignatone – prosegue Palamara – funzionavano molto bene i rapporti tra amministrazione pubblica e procura” e lo dice per l’esperienza diretta da presidente dell’ANM, quando gli capitava di venire molto spesso in Calabria e percepiva una forte sponda tra l’amministrazione pubblica ed il mondo dell’ufficio di Procura. La cosa cambia molto con la successione di Pignatone.

Cafiero De Raho

Nel 2012 si crea un problema di successone dopo l’epoca Pignatone. Cambia la situazione quando” i tre magistrati in lizza per Reggio sono Gratteri, l’allora procuratore aggiunto Prestipino ed un altro procuratore aggiunto che nulla però aveva a che fare con la Calabria, ovvero Cafiero De Raho. Il gioco delle correnti” fa trapiantare a Reggio un procuratore che nulla ha a che fare con le dinamiche di ‘Ndrangheta. E questo fa si che si creino nuovi equilibri. “Quando si entra in un nuovo territorio ci si deve affidare a chi ti racconta le cose – spiega Palamara senza mezzi termini -. Ci si chiede se è accaduto questo al di là di chi ha svolto le indagini“. L’ex magistrato quindi pone l’accento del problema di autorevolezza all’interno degli uffici. Di seguito gli interventi video di Luca Palamara:

Luca Palamara parla del caso di Scopelliti
Taurianova: Luca Palamara parla di giustizia
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