Porto di Gioia Tauro, Scopelliti: “avevamo puntato sulle navi da crociera”

Giuseppe Scopelliti ha parlato del porto di Gioia Tauro, ripercorrendo le azione volte al suo sviluppo e parlando di futuro

StrettoWeb

Ospite nei giorni scorsi di Eduardo Lamberti Castronuovo, negli studi televisivi di ReggioTv, Giuseppe Scopelliti ha parlato del porto di Gioia Tauro, che dopo la direttiva europea “Ets” vede ergersi come una spada di Damocle il rischio, dal 2024, di tariffe gravose sugli scambi commerciali, con conseguenze infauste per l’attività stessa del porto.

La direttiva, che strizza l’occhio all’ambiente, prevede che le compagnie di navigazione rispettino i nuovi standard “green”. E’ passata quasi in sordina la richiesta della Regione Calabria di ottenere una deroga alla normativa per il porto di Gioia Tauro, e peraltro la normativa europea non prevede deroghe specifiche tendenti ad una normativa differenziata.

Scopelliti, ai microfoni di Rtv, spiega come nel 2012 fu lui stesso a recarsi da Aponte facendo sì che i teus al porto di Gioia Tauro passassero in pochi mesi da 2.200.000 a 3.500.000. Non solo. Per il porto del reggino si era pensato ad un percorso di crescita utile anche allo sviluppo del retroporto.

Fino al 2014 Gioia Tauro aveva il suo percorso – sottolinea Scopelliti -, ma la politica non è attenta sotto l’aspetto tecnico. Un provvedimento che arriva in aula per essere approvato passa infatti al vaglio dei tecnici, dei consulenti che ogni gruppo parlamentare dovrebbe avere“. “Il problema di Gioia Tauro, che ci siamo portati dietro negli ultimi venti anni, è che rappresenta solo un porto di transhipment. E’ stato egemone sul Mediterraneo per tantissimi anni, ma l’unico movimento che avviene nel porto di Gioia Tauro è quelli dei bracci che portano i container dal mare alla terraferma e dalla terraferma al mare“, spiega ancora Scopelliti.

Il retroporto, quindi, dovrebbe essere il futuro del porto di Gioia Tauro. “E’ mancato e manca ancora questo. Aponte ha realizzato un percorso che era quello che avevo immaginato ai miei tempi. Avevo proposto anche un accordo con le navi da crociera“, tutto ciò per rafforzare la presenza del porto e delle sue attività sul territorio. “Oggi molte navi vanno a Messina, ma dopo alcuni anni devono investire su altre realtà e noi ci eravamo proposti. Non si fece nulla perché la mia vicenda giudiziaria interruppe anche questo cammino“, conclude Scopelliti.

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