Reggina, così Ballarino ha vinto lo scettro di Re in una città che ha abdicato al calcio

Reggina, finalmente Ballarino ha detto la verità sul Sant'Agata e sulla Dante Alighieri. Ma il calcio a Reggio, intanto, è morto...

StrettoWeb

Qualcuno mi chiede perchè non ho partecipato alla conferenza stampa di ieri di Ballarino: i motivi sono molteplici. Il preavviso è stato appena di una manciata di ore, e un direttore di una testata giornalistica ha ben altre cose più importanti da fare in un’agenda quotidianamente fitta di appuntamenti. Oggi, inoltre, la figura di Ballarino e la situazione della Fenice sono assolutamente secondarie nonché compromesse: ormai è andata, bisognava impegnarsi tre mesi fa per salvare il calcio a Reggio, e nessuno lo ha fatto come il direttore di StrettoWeb almeno sulla stampa e nelle conferenze che contavano (quelle di Brunetti). Dovrebbe convocarla Brunetti, oggi, una conferenza stampa a cui sicuramente parteciperei per chiedergli cosa intendeva quando ripeteva che si sarebbe “assunto tutte le responsabilità” della propria scelta. In ogni caso alla conferenza stampa di ieri StrettoWeb c’era, con Consolato Cicciù e Salvatore Dato. Purtroppo gli è stato impedito di fare domande: essere assunti (tra i pochissimi se non gli unici in quella sala) a tempo indeterminato con il contratto collettivo nazionale di lavoro di redattore e operatore non basta alla Fenice per consentire ai giornalisti di StrettoWeb di rivolgere domande ai propri dirigenti. E’ proibito. Eppure lo stesso Cicciù pochi mesi fa in quella stessa sala stampa ha intervistato e posto domande non solo a Pippo Inzaghi, a più riprese, ma anche ad altre personalità quali Gianluigi Buffon, Claudio Ranieri, Fabio Cannavaro, Fabio Grosso, Daniele De Rossi… e quotidianamente lo stesso giornalista parla, intervista e pone domande a personaggi di ogni genere ad altissimo livello, dallo sport allo spettacolo, dalla cronaca alla politica. Ballarino, però, aveva paura di ciò che gli avrebbe chiesto e quindi gli ha vietato di parlare. E quante cose avrebbe voluto dire il nostro bravo Consolato…

La conferenza stampa è stata surreale. Da rimanere allibiti. Abbiamo avuto l’impressione che ad un certo punto Ballarino si sarebbe messo anche a ballare e cantare pur di continuare a rimanere lì, con le telecamere accese e i microfoni puntati addosso. E ci siamo convinti che è anche una persona simpatica. Davvero. Se non fosse il proprietario della società che ambisce a diventare la nostra amata Reggina, sarebbe una bella persona con cui andare a mangiare la sera, divertirsi insieme nel weekend. Ha parlato di “fatti”, Ballarino, rivendicando il pagamento degli stipendi dei calciatori e dei pullman per le trasferte. Perbacco! Ha parlato di “fatti”, Ballarino, con toni e modi come se fosse il proprietario di una squadra in lotta per la Champions League. E invece i fatti parlano di una Fenice che si trova a -15 dal Trapani, a -5 dai playoff, e tutto questo grazie a tre punti ottenuti a tavolino altrimenti sul campo sarebbe in lotta per non retrocedere in Eccellenza. Questi sono i fatti, questa è l’unica cosa che conta!

La conferenza di Ballarino ci ha ricordato molto da vicino, nei “vergogna” urlati sui microfoni nei confronti della stampa non compiacente, lo sfogo di Mimmo Praticò che si trovava in situazioni analoghe, ma comunque più virtuose sul campo e in classifica. Oggi, invece, la Fenice ha portato il calcio a Reggio Calabria nel punto più basso di sempre e ancora dobbiamo sentirci le loro ramanzine autocelebrative su quanto sono belli, su quanto sono bravi, addirittura Ballarino che si magnifica testualmente così: “io ho una grande capacità, quella di fare entrare soldi, ma quella è una mia capacità, signori, nella vita il talento, la dote, se ce l’hai è quello, e io quel talento di procurare situazioni ce l’ho sicuro” (scritta così neanche rende, guardate il video di seguito!).

Ballarino: "io ho una grande capacità, quella di far entrare soldi, è un talento"

Oltre ai vergogna” di Praticò c’è anche un po’ di Falcomatà nella “colpa delle precedenti amministrazioni”: Ballarino in cerca di alibi si è lamentato dell’eredità lasciata dai suoi predecessori, perchè adesso lui deve pagare tutto in anticipo, persino i pullman delle trasferte, anche se la scusa più clamorosa l’ha sparata quando ha detto testualmente che “la squadra l’abbiamo costruita in dieci giorni perchè ci hanno obbligato a scendere in campo” (!!! Anche qui, guardate il video).

Ballarino: "ci hanno obbligato a scendere in campo"

Ballarino voleva fare calcio senza scendere in campo? Eppure per consentire l’aggiunta in sovrannumero della nuova squadra di Reggio Calabria alla serie D, la Lega e la Federazione hanno dapprima spostato di dieci giorni l’inizio del campionato (dall’1 al 10 settembre), poi concesso alla Fenice di riposare alla prima giornata, poi di avere due partite rinviate e quindi di scendere in campo per la prima volta soltanto il 24 settembre, cioè ben 16 giorni dopo l’assegnazione di Brunetti e 18 giorni dopo la PEC con cui la Fenice inviava la domanda al Comune. Se la squadra non era già pronta, di chi è la colpa? Di chi li ha “obbligati a scendere in campo”? Devono essere proprio cattivi questi mostri malefici che pretendono che per partecipare ad un campionato di calcio, la squadra di Ballarino debba persino scendere in campo! Gliele avrebbero dovute dare tutte vinte a tavolino, magari per la sua grande carriera rivendicata sempre ieri in conferenza stampa, “io ho lavorato sette anni con l’Empoli, facevo il secondo del direttore Generale per quattro anni, tre anni, quindi sette anni generali, poi per mie situazioni me ne sono ridisceso in Sicilia, perchè io sono catanese, sono ritornato e ho fatto sei anni di interregionale: Mazara del Vallo, Sancataldese, Nuova Igea che oggi è Igea Virtus e ha cambiato nome nel 1993 quando io facevo il direttore sportivo lì, poi sono andato a Belpasso in serie D e poi ho fatto altri tre anni ad Acireale in serie C, serie C”. Circola voce che dopo la conferenza, Claudio Lotito, Adriano Galliani e Beppe Marotta abbiano telefonato a Ballarino per complimentarsi della carriera (oltre a Mattarella che gli ha annunciato l’imminente nomina a “Cavaliere della Repubblica al merito per la Capacità di far entrare soldi”).

Ballarino celebra la sua carriera: "da Empoli ad Acireale, vi dico chi sono io. E mi dicono inadeguato..."

Ballarino si è distinto per modestia anche quando ha ribadito che “i nomi dei nostri calciatori non sono inferiori a quelli delle squadre per la maggiore in serie D”, aggiungendo poi che per quanto riguarda il monte ingaggi “siamo ai livelli di stipendi del Trapani”. Pochi minuti prima aveva detto “io sono oculato”. Non è chiaro se per Ballarino il calcio si faccia quindi con i nomi e con il monte ingaggi, o al contrario sul campo. E cosa c’è di oculato nello sperperare lo stesso monte ingaggi del Trapani per una squadra che in campo lotta per non retrocedere in Eccellenza? Com’è possibile che con i nomi migliori e il monte ingaggi del Trapani, la Fenice sia a -15 (-18 sul campo)? E’ forse un’accusa a Pellegrino di aver speso male gli stessi soldi del Trapani? Sarà quindi Pellegrino (assente ieri in conferenza e domenica al campo) a pagare per tutti, ad essere individuato come il capro espiatorio di questo disastro sportivo ampiamente annunciato?

I soliti lacchè di Radio Ballarino durante la conferenza hanno addirittura sostenuto la Fenice, “sappiamo che Girasole gioca per suoi meriti e non perchè è nipote di Brunetti, chi scrive non sa che Girasole ha anche un fratello che gioca a calcio”. Pausa si riflessione, anzi di interpretazione. Che significa? Ha un fratello, che è anche più bravo, e quindi? Gioca nella Fenice, da quando l’ha scelta Brunetti? No, anzi è il contrario. E allora? Forse Radio Ballarino del fratello più talentuoso l’ha letto proprio su StrettoWeb, anche perchè quei meriti del Girasole della Fenice i tifosi li stanno ancora aspettando sul campo, mentre sul fratellino – lui sì molto forte e promettente da 17enne – ne abbiamo parlato a lungo negli scorsi mesi in quanto Rosario lo scorso anno ha fatto una grande stagione con gli Allievi, 8 gol (da difensore centrale) e fascia da Capitano tanto che è stato convocato da Pippo Inzaghi in prima squadra in serie B, e proprio questa è un’aggravante di tutta la situazione perchè la Fenice se l’è lasciato scappare. Il nipote forte di Brunetti è andato alla Ternana proprio appena è arrivata la Fenice. Il nipote meno dotato è invece arrivato da svincolato a metà settembre proprio nella Fenice da cui il fratello più forte era scappato via… Ma a proposito di Girasole, Ingegneri, Mungo, Ricci, Provazza, Rosseti e Bolzicco, Radio Ballarino parla ancora di “lussi per la categoria” o lo dicono che con questi grandi lussi abbiamo raggiunto il punto più basso della storia del calcio a Reggio Calabria?

Ballarino, però, durante la conferenza stampa di ieri ha detto tre cose davvero importanti. E ci teniamo ad evidenziarle perchè una riguarda il futuro, due riguardano alcuni aspetti fondamentali di tutta questa vicenda che StrettoWeb racconta da mesi e su cui la stessa Fenice e lo stesso Ballarino avevano provato a smentire e invece ieri Ballarino ha detto esattamente quello che abbiamo sempre scritto su StrettoWeb: parliamo del Centro Sportivo Sant’Agata e l’Università Dante Alighieri.

Sul Centro Sportivo Sant’Agata, Ballarino ha detto che è una struttura fatiscente, che non può utilizzare i campi, che gli fa schifo insomma, che mai un’azienda lo prenderebbe e che è pronto ad andarsene dopo il 18 dicembre alla scadenza della seconda assegnazione diretta da parte della Città Metropolitana, al punto che si sta già organizzando per trovare i campi di allenamento perchè Trocini già ora gli dice che al Sant’Agata non si possono allenare. Che il Sant’Agata sia diventato fatiscente in questi mesi di abbandono era ampiamente prevedibile: chi lo avrebbe dovuto mantenere, se non l’ha fatto la Fenice? E perchè la Fenice non l’ha fatto? Non ne ha mai avuto la forza, la voglia, l’intenzione? Perché ha provato a smentire la verità pubblicata da StrettoWeb (e da altri giornali) sul fatto che non aveva partecipato alla manifestazione d’interesse? Per provare a prendere in giro i tifosi? Tre giorni di comunicati e contro-comunicati, e adesso Ballarino ammette che “se mi dicono che il 18 devo andare fuori perchè devono fare il bando, io me ne andrò fuori”. Ma come, non avevano partecipato alla manifestazione di interesse? E perchè adesso non partecipano al bando? Bando che – a proposito – è pronto da settimane ed è fermo sulla scrivania di Falcomatà: il Sindaco oggi ha la responsabilità politica delle condizioni fatiscenti di una struttura così importante ma tristemente abbandonata a sé stessa. Ma a prescindere da questo, se Ballarino oggi ammette che non ha alcuna intenzione di prendere il Centro Sportivo e di partecipare al bando, perchè poche settimane fa ha provato a smentire StrettoWeb che diceva esattamente questa verità? Era soltanto l’ennesima bugia, oggi smascherata dallo stesso Ballarino.

Altro passaggio importante, sulla Dante Alighieri. Ballarino, stavolta, s’è dimostrato molto addentro alle vicende dell’Università. In questi due mesi dopo quella prima risposta piccata alla nostra domanda, evidentemente s’è informato molto bene. Ma i contenuti sono stupefacenti per rabbia e violenza verbale: “la Dante Alighieri io ce l’ho già, è la mia scuola superiore di mediazione linguistica, siamo là. Vi dico un’altra cosa importante: è vero che io sono da tanti anni con eCampus, collaboriamo con eCampus, è vero, non ci dobbiamo nascondere, ed è vero che eCampus voleva acquistare la Dante Alighieri, ma il legame mio tra eCampus e Dante Alighieri non c’è. Poi se qualcuno mi vuole regalare la Dante Alighieri, così come ho fatto grandi cose con la mia università, magari renderemo migliore anche la Dante Alighieri che oggi è morente. Ripeto, se me la regalano, come le cose regalate, possono essere solo accettate. A caval donato non si guarda in bocca”. Poco dopo, urlando con rabbia, “tenetevela la Dante Alighieri, è vostra, non me ne frega niente, tenetevela con tutti gli studenti, che ogni anno arrivano, 4, 5, 10, cento, mille, non lo so, è vostra, tranquilli”. Eppure la Dante Alighieri non è affatto morente: ha appena approvato il bilancio, il Ministero ha già deliberato l’accorpamento all’Università Mediterranea, altro che la scuola di mediazione linguistica di Ballarino…

Infine, l’unica notizia che Ballarino ha dato nella conferenza stampa di ieri: gli arbitrari “cinque giorni di tempo” (che poi erano già quattro mentre lo diceva) per telefonargli e dimostrare interesse a rilevare la società, “ma dopo lasciateci lavorare”. Chi glielo ha mai impedito? Critiche e contestazioni ne avrà sempre, Ballarino. Com’è successo a tutti i proprietari della Reggina. Ha detto che sua figlia non viene più al Granillo da quando qualcuno in Tribuna s’è lasciato scappare un vaffa di troppo. Ahhh cosa dovrebbero dire la povera Giorgia, la povera Fabrizia, la povera Francesca, per tutte quelle che si sono prese negli anni per avere un papà che aveva portato la Reggina in serie A. In ogni caso, chi volete che vada oggi a prendersi la Fenice? A Ballarino lo avevamo scritto nella nostra lettera del 12 settembre, “Se abbiamo interpretato bene il suo carattere pensiamo che non cambierà idea. Non tornerà indietro. Andrà avanti per la sua strada. L’alternativa sarebbe quella di farsi da parte, ma dovrebbe farlo subito per dare agli altri la possibilità di allestire la squadra per vincere il campionato, loro che possono e che sono pronti (sempre che lo siano ancora, dovrebbe telefonargli e chiederglielo). Più tempo passa e più sarà difficile: se lo farà a novembre, a dicembre, con la squadra a -18 dal Trapani, con i primi debiti, dopo che avremo subito sconfitte umilianti nei peggiori campi delle periferie del calcio dell’estremo Sud, dopo che avrà definitivamente sancito lo scollamento con la tifoseria che intanto della Reggina si sarà nauseata, dopo che si sarà reso conto che da sponsor e incassi non potrà ricevere neanche il 10% di quello che avete messo a budget, a quel punto la stagione sarà compromessa e nessuno potrà subentrare per rimediare”. Oggi è troppo tardi affinchè ci sia qualcuno che si prenda le spese di una stagione fallita. Per fare cosa? Prima ci doveva pensare, Ballarino. Ormai questa stagione la dovrà portare a termine lui, e poi si vedrà. Non è da escludere che qualche telefonata arriverà: di interesse intorno alla Reggina, quella vera, ce n’è tanto in città e fuori città. Ma sembra che nessuno voglia avere a che fare con la Fenice, perchè la partita si gioca altrove (sul bando per il Sant’Agata e con Saladini e/o Tribunale per marchio e storia) e la Fenice oggi rappresenta solo un fardello di spese senza prospettive.

Infine, Reggina virgola, sì, Ballarino, scriviamo così nei nostri titoli perchè Reggina è l’argomento, non la sua squadra. Scriviamo Reggina virgola Fenice bla bla bla perchè lei ha la Fenice, non la Reggina, e la Fenice le è stata assegnata dal Sindaco quale principale squadra di calcio della città che ambisce a diventare la Reggina. Quindi l’argomento è la Reggina, la squadra è la Fenice, che vuole diventare Reggina e quando lo diventerà sarà chiamata Reggina. Oppure quando parliamo di lei dovremmo chiamarla Ballardino o Ballerino? Siamo abituati a chiamare le cose con il loro nome, quindi la sua squadra e società si chiama Fenice (e il nome l’ha scelto lei), La Fenice Amaranto precisamente, e così la chiameremo finché non cambierà nome (e dovrà farlo ufficialmente nelle sedi istituzionali, in FIGC, non su Facebook!). E certo che la lasciamo lavorare, Ballarino. Qualcuno le ha impedito di lavorare fin qui? Qualcuno le ha impedito di prendere Montalto, Trotta, Sarao, Cosenza, Bombagi, Saraniti, Palermo? Qualcuno le ha impedito di fare cose che voleva fare, tra i giornalisti o i tifosi? La lasciamo e la lasceremo lavorare esattamente come abbiamo fatto fin qui: commentando, riflettendo, esprimendo la nostra opinione. Sempre e solo dalla parte della Reggina. In una città che sembra aver abdicato al calcio incoronando Ballarino, già vice DG ad Empoli e poi una carriera a Mazara del Vallo, San Cataldo, Barcellona Pozzo di Gotto, Belpasso ed Acireale, come nuovo proprio Re. Lo ha detto Brunetti e lo ripetono in tanti, “meglio dieci anni di serie D con dignità”. La città evidentemente ritiene di meritarsi questo. Non capiamo dove sia la dignità di Real Casalnuovo e Sant’Agata di Militello che passeggiano al Granillo, ma nella città della mediocrità a qualcuno basta che la domenica ci sia un pallone a rotolare sul campo.

Reggio ha il suo nuovo Re, portato al trono sacrificando il calcio destinato a rimanere un ricordo di un glorioso, sempre più antico e irraggiungibile, passato.

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