Reggina, il discorso dei tifosi alla Fenice: “vogliamo il marchio, sennò sarà guerra. Tornate a Catania…” | VIDEO

Reggina: il discorso integrale degli ultrà alla dirigenza della Fenice Amaranto, fortemente contestata

Il discorso degli ultrà alla dirigenza della Fenice Amaranto
StrettoWeb

Giornata di contestazione, oggi, in casa amaranto. I tifosi della Reggina hanno fortemente criticato la dirigenza della Fenice sia dentro il Granillo – nel finale della partita persa contro il Real Casalnuovo, che fuori, dietro la Tribuna coperta. I capi ultrà hanno avuto un confronto civile con i componenti della società presenti oggi: c’erano il Presidente Minniti, il DT Bonanno e il Club Manager Praticò. Assente Ballarino, oggetto dei cori della Sud.

Nel discorso, che riproponiamo integralmente nel video in alto, l’unica cosa che i tifosi hanno chiesto è stato il marchio: “domani andate, prendete quello che è nostro, quanto costa non lo so, ma se siete venuti qua a fare calcio sappiate che noi siamo la Reggina. Non possiamo venire qua a perdere col Casalnuovo, prima e ultima volta. Non sappiamo se domenica ci saremo, questo è da vedere. Domani giocherai da solo, vai a dirlo a Ballarino, tornatevene a Catania perché ci siamo rotti i coglioni“.

“Siamo stanchi – continua il discorso – veniamo da anni di fallimenti e prese per il culo. Potete essere i più bravi, ma a noi interessa Reggina 1914, la R col pallone e la nostra storia. Sono passati troppi mesi. Siete andati a parlare per il marchio? Voi vi chiamate la Fenice, hai voglia che mettete Reggina nelle maglie. Non siamo scemi, abbiamo 10 anni di Serie A, lasciamo le famiglie e le mogli per vedere perdere col Casalnuovo? E la colpa non è neanche della squadra, ma vostra”.

“Possiamo anche fare 10 anni di C, ma la prima cosa da fare è prendere il marchio e riprendere la storia. Voi non siete la Reggina, la Reggina è un’altra cosa. Andate da Saladini, da chi volete. Noi dobbiamo vincere e salire in Serie C domani. Se non avete la forza per comprare il marchio, sappiate che sarà una guerra. Non vogliamo sapere niente. Volete fare pallone? Volete ridarci quello che è nostro? Altrimenti andate via. Andate da Saladini, è inutile che aspettate il fallimento. Sennò è inutile andare avanti. Oggi ve lo stiamo dicendo con educazione, la prossima volta magari non verremo allo stadio”.

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