Reggina, Ripepi: “non si va da nessuna parte, ma i giocatori non hanno colpe. La società ha mentito”

Il consigliere reggino Massimo Ripepi torna a parlare di Reggina e lo fa dopo la cocente sconfitta di ieri contro il Trapani

StrettoWeb

Parlare della Reggina significa parlare di Reggio perché non è soltanto una questione di sport ma è questione di Reggio Calabria, di approccio verso la nostra città“. Inizia così l’ultima delle dirette social del consigliere reggino Massimo Ripepi, che parla dopo la sconfitta di ieri in casa della Fenice Amaranto contro il Trapani. “Parlerò di Reggina perché i politici devono interessarsi a tutto – prosegue – e dobbiamo stare vicino alla Reggina, sempre“.

Torna poi su quella che definisce la “scelta scellerata” dell’ex sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, e parla di Ballarino che ha promesso di gestire la Reggina “come un padre di famiglia, il che è cosa giusta – chiosa Ripepi –, ma Ballarino non è un soggetto economicamente idoneo alla piazza di Reggio Calabria, quindi con lui non andiamo da nessuna parte. Questi non si sono resi conto che stavano venendo a Reggio Calabria che è una piazza importantissima! Questo campionato ormai per noi è chiuso, non lo potremo più vincere. Ci sono tre squadre molto più forti di noi e molto più avanti”.

Ma per Massimo Ripepi, che ieri era presente allo stadio, “è anche una questione di dignità. Questi giocatori io li ho visti fermi, immobili, mentre i tifosi gridavano incitandoli. Non si va da nessuna parte. I giocatori non hanno nessuna colpa, hanno dato il massimo, ma loro stessi sanno che non si va da nessuna parte”. Per Ripepi mantenere una squadra come la Reggina non è nelle possibilità di Ballarino e spiega come, arrabattandosi, la società stia cercando di risparmiare qualche centesimo. “Il tabellone non viene acceso perché costa di più di luce. E anche i tornelli: non li aprono tutti perché non hanno i soldi per aprirli”, spiega.

Questa è una società che fino a prova contraria non ha fatto ciò che ha scritto nel business plan, quindi ha in parte mentito – conclude Ripepi –. Ma almeno oggi ci devono dire la verità. Basta credere alle favole e agli asini che volano“.

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