Reggina, sul disastro annunciato della Fenice Amaranto adesso è troppo facile prendersela con Ballarino…

Reggina, bufera per la maxi contestazione dei tifosi che adesso non vogliono più andare allo stadio e invitano a disertare le prossime partite. Ma adesso è troppo facile - oltre che ingiusto - prendersela con Ballarino: non è lui il responsabile di questo disastro

StrettoWeb

Adesso tutti ce l’hanno con Ballarino: eravamo stati facili profeti nella nostra lettera del 12 settembre quando, due mesi e mezzo fa, lo mettevamo in guardia: “Lo sa che i più incazzati saranno quei pochi che oggi le stanno credendo, perchè si sentiranno traditi?”. E’ esattamente quello che sta succedendo. Dopo più di due mesi di campionato e 13 partite disputate, la Fenice Amaranto si trova a metà classifica, non solo a -15 dal Trapani primo, ma anche a -5 dai playoff e soltanto grazie ai tre punti regalati dal Sant’Agata di Militello altrimenti la squadra sul campo è a -18 dal primo posto, a -8 dai playoff e al tredicesimo posto in classifica su 18 squadre, in lotta per non retrocedere in Eccellenza. Qualcuno dovrebbe chiederci scusa per quando ci insultava perchè avevamo parlato di “scontro diretto” con il Portici parlando di tre punti che potevano risultare determinanti per evitare di retrocedere in Eccellenza grazie a quel gol al novantesimo dopo una partitaccia che la squadra avrebbe meritato di perdere. Ma era il 4 ottobre e gli allocchi erano ancora illusi di andare in serie C con questa società…

Adesso tutti hanno visto ciò che la Fenice Amaranto sta esprimendo sul campo, un disastro senza precedenti nella storia del calcio reggino. E’ il punto più basso di sempre per il calcio a Reggio Calabria, con l’aggravante delle imbarazzanti prestazioni casalinghe: al Granillo la Fenice ha giocato sei partite, ne ha vinta una sola (con il Licata), ne ha pareggiata un’altra (con la Vibonese) e ne ha perse addirittura quattro con Siracusa, Trapani, Sant’Agata di Militello e Real Casalnuovo. Neanche in serie A il Granillo veniva così tanto profanato, quando la squadra amaranto affrontava Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Fiorentina…

Adesso tutti ce l’hanno con Ballarino, lo invitano ad andare via, a farsi da parte. Noi gliel’avevamo chiesto il 12 settembre, in quella famosa lettera in cui scrivevamo: “Ballarino, in queste ore è lei di fronte ad un bivio. Se abbiamo interpretato bene il suo carattere pensiamo che non cambierà idea. Non tornerà indietro. Andrà avanti per la sua strada. L’alternativa sarebbe quella di farsi da parte, ma dovrebbe farlo subito per dare agli altri la possibilità di allestire la squadra per vincere il campionato, loro che possono e che sono pronti (sempre che lo siano ancora, dovrebbe telefonargli e chiederglielo). Più tempo passa e più sarà difficile: se lo farà a novembre, a dicembre, con la squadra a -18 dal Trapani, con i primi debiti, dopo che avremo subito sconfitte umilianti nei peggiori campi delle periferie del calcio dell’estremo Sud, dopo che avrà definitivamente sancito lo scollamento con la tifoseria che intanto della Reggina si sarà nauseata, dopo che si sarà reso conto che da sponsor e incassi non potrà ricevere neanche il 10% di quello che avete messo a budget, a quel punto la stagione sarà compromessa e nessuno potrà subentrare per rimediare“.

E infatti ormai è troppo tardi: anche se Ballarino andasse via domani mattina, cosa succederebbe? Il punto di tutta questa vicenda è un altro, e Ballarino non c’entra affatto. Non vogliamo certo difendere l’ennesimo cantastorie che, in perfetta continuità con Gallo e Saladini, è venuto a Reggio da fuori a vendere fumo e promettere illusioni. Ma stavolta non è stato Ballarino a prendersi la Reggina, come era accaduto a Saladini e a Gallo sul mercato. Stavolta è tutta un’altra storia: è stata una scelta politica, l’alternativa virtuosa c’era eccome, ed è particolarmente curioso come oggi tutti se la prendono con Ballarino ma sembrano aver dimenticato Brunetti che invece è l’unico responsabile di questa situazione: è lui che ha scelto Ballarino, è lui che ha garantito per la Fenice, è lui che ha bocciato l’altra cordata molto più solida, è lui che aveva promesso che avrebbe vigilato, è lui che ha ripetuto più volte che si sarebbe assunto la responsabilità di questa scelta.

Ecco perchè oggi è troppo facile prendersela con Ballarino: lui aveva fatto soltanto un’offerta per rilevare la Reggina, dimostrando interesse. Al bando del Comune si era presentata anche un’altra cordata molto più forte: perchè Brunetti ha scelto quella palesemente inferiore? Perché poi è scomparso completamente dai radar? In questi mesi gli abbiamo segnalato di verificare la regolarità dei pagamenti dei dipendenti, gli abbiamo chiesto di chiarire se avesse inserito nell’organigramma del club la figura di vigilanza dell’Amministrazione Comunale così come richiesto dal bando e previsto nel business plan, e invece non è mai più intervenuto: di Brunetti nella Fenice è rimasto soltanto il nipotino che – come il facente funzioni ha raccontato in consiglio comunale – “è venuto da una categoria superiore” (e invece era svincolato, cioè disoccupato). Girasole e tanti altri sono stati raccontati come “lusso per la categoria“, prendendo in giro una tifoseria che per l’ennesima volta si è dimostrata ingenua. Sciocca. Ad essere buoni: gli stessi che oggi fanno gli appelli per disertare la Curva e le trasferte nelle prossime partite, due mesi fa si eccitavano per la classifica di Trasfermarket sui valori dell’organico, davano fiducia alla Fenice e contestavano StrettoWeb.

E’ particolarmente curioso, dicevamo, che nessuno oggi se la prenda con Brunetti: nessun coro dalla Curva, nessun messaggio dallo stadio. Tutti contro Ballarino, che è il capro espiatorio perfetto. Lungi da noi difenderlo, Ballarino, anche perchè in questi tre mesi a Reggio si è comportato davvero male con tutti. Soprattutto con noi e quei pochi colleghi giornalisti che non si sono inchinati ai suoi piedi. Ma non è certo lui il responsabile di questo disastro. Come non lo è il povero Virgilio Minniti, il tecnico radiologo dell’Ospedale di Melito di Porto Salvo oggi mandato a fare da parafulmine con gli ultras. Noi a queste persone non abbiamo mai mancato di rispetto, e lo dimostriamo oggi: non è colpa loro se il calcio a Reggio ha raggiunto il momento più basso di sempre. Noi li abbiamo raccontati per quello che sono: una piccola realtà forestiera e improvvisata assolutamente incapace di poter rappresentare degnamente la Reggina. Lo scriviamo da tre mesi e i fatti hanno dimostrato l’unica possibile verità. Ma non è certo colpa loro se non hanno tanti soldi, se non hanno grandi competenze tecniche, gestionali e calcistiche. Bastava leggere il business-plan… Non è colpa loro, appunto. L’unica responsabilità è di chi li ha scelti, bocciando un’alternativa enormemente migliore.

Adesso non rimane che interrogarsi sul futuro. Questa stagione è andata. E la questione di logo e storia è assolutamente secondaria. Che non si dovesse aspettare il fallimento per acquistarli lo scriviamo da tre mesi, ma anche su questo gli allocchi credevano alle favole della Fenice. Esattamente come sul nome. Come sull’organico “di lusso per la categoria“, sul settore giovanile, sulla squadra femminile. Non crediamo che la Fenice acquisterà logo e storia della Reggina: lo avrebbe potuto fare tre mesi fa, perchè dovrebbe farlo domani? L’unico dirigente entrato nella Fenice con un minimo d’esperienza nel calcio è quello che era rimasto quattro anni nella Reggina (2015-2019) senza mai acquistare quel logo e quella storia per quattro lunghi anni: ci ha dovuto pensare Gallo, dopo quattro anni appunto, sborsando altri 38 mila euro per riportare a casa l’identità Reggina dopo aver sventato il fallimento pagando in anticipo gli stipendi arretrati dei calciatori che non sarebbero scesi in campo. Ma in ogni caso, a prescindere dal logo (ci smentissero acquistandolo domattina), il problema è il futuro: la prossima stagione, non questa ormai bruciata. La Fenice Amaranto che intenzioni ha?

La prossima serie D sarà ancor più difficile di questa: due tra Trapani, Siracusa e Vibonese rimarranno e ci riproveranno. Con ogni probabilità altre piazze importanti della Sicilia si rinforzeranno ambendo alla promozione (Licata, Akragas Agrigento, Acireale?). E dalla serie C preoccupa sempre più la situazione del Messina che, in caso di retrocessione, sarebbe certamente tra le super favorite. Per vincere la prossima serie D servono almeno 3 milioni di euro da investire nella prossima stagione, dopo il bagno di sangue di quest’anno. E servono le competenze tecniche per allestire una squadra di prima fascia. La Fenice è nelle condizioni di farlo? C’è tutto il tempo per trovare un’alternativa valida, ripartendo da zero: dell’altra cordata non è rimasto nulla. Bandecchi ha promesso che si vendicherà politicamente, Myenergy sta investendo nella Viola che intanto sta facendo uno spettacolare campionato di vertice rilanciandosi verso il Basket che conta, ma di interesse intorno alla Reggina ne rimane su più fronti con la consapevolezza che bisogna fare presto. Al Granillo non ci stanno più andando neanche gli abbonati, oggi non c’erano neanche duemila persone sugli spalti e nelle prossime partite sarà ancora peggio. La gente si è ormai anche dimenticata di tifare per la Reggina, di quanto è nauseata. Quello che succederà in campo non è più così importante: adesso la vera partita si gioca fuori, a partire dalla vera Reggina, quella ancora nelle mani (sigh) di Saladini, che proprio domani sarà di nuovo in Tribunale per l’omologa alla ristrutturazione del debito. Lo abbiamo già scritto nelle scorse settimane: attenzione a considerarla già fallita. Per il resto non rimane altro che le parole della lettera del 12 settembre a Ballarino: “Ballarino, in queste ore è lei di fronte ad un bivio. Se abbiamo interpretato bene il suo carattere pensiamo che non cambierà idea. Non tornerà indietro. Andrà avanti per la sua strada. L’alternativa sarebbe quella di farsi da parte, ma dovrebbe farlo subito per dare agli altri la possibilità di allestire la squadra per vincere il campionato, loro che possono e che sono pronti (sempre che lo siano ancora, dovrebbe telefonargli e chiederglielo). Più tempo passa e più sarà difficile: se lo farà a novembrea dicembre, con la squadra a -18 dal Trapani, con i primi debiti, dopo che avremo subito sconfitte umilianti nei peggiori campi delle periferie del calcio dell’estremo Sud, dopo che avrà definitivamente sancito lo scollamento con la tifoseria che intanto della Reggina si sarà nauseata, dopo che si sarà reso conto che da sponsor e incassi non potrà ricevere neanche il 10% di quello che avete messo a budget, a quel punto la stagione sarà compromessa e nessuno potrà subentrare per rimediare“. Anche i punti di distacco dal Trapani capolista avevamo previsto con matematica precisione, mentre i super esperti di calcio esaltavano la Fenice per i “lussi” che Bonanno e Pellegrino prendevano dai divani di casa portandoli in amaranto.

Ma lo ribadiamo: non è colpa loro. E’ troppo semplice così. Dall’altro lato c’era una società guidata da uno degli imprenditori più ricchi d’Italia, un miliardario come Bandecchi, e con tanti altri soci reggini che da soli avevano un fatturato dieci volte superiore a quello della Fenice. E c’era uno staff tecnico con personalità quali Massimo Taibi ed Emanuele Belardi che non hanno bisogno di presentazioni in termini di competenze tecniche ma anche di attaccamento alla Reggina. E c’era una squadra già pronta con un allenatore e calciatori costruiti non solo per dominare questo campionato (stiamo vedendo ogni domenica che non ci voleva chissà che…) ma soprattutto vincere anche il prossimo in serie C, tornando subito in serie B (Pazienza, Montalto etc. etc.). E invece il Sindaco f.f. Brunetti ha scelto la Fenice: che senso ha prendersela con Ballarino? E’ stato Brunetti a metterlo lì, scartando chi era palesemente migliore…

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