Regginate – Presunzione di colpevolezza

Il cittadino reggino vive nel timore dei postini che non hanno alcuna colpa

StrettoWeb

Da qualche tempo il cittadino reggino vive nel timore dei postini. Questi ultimi, beninteso, non hanno alcuna colpa. “Ci vedono come gli sgherri dell’amministrazione ma noi – mi dice uno con il volto imbarazzato e smarrito – ci limitiamo a consegnare quello che ci danno. E non credete forse che non ci arrivano pure a noi?”. Si tratta, naturalmente, di quelle lettere che negli ultimi anni sono state spedite a migliaia a tutti i residenti. Le tasse, certo, non fanno mai piacere, ma sia pur mugugnando tutti accettano di pagarle, anche se qui le aliquote sono tra le più alte d’Italia per servizi ben modesti. Ma il problema non è questo. Spesso la tranquillità della tua vita è turbata da una richiesta di saldo di una tassa che, se ti va bene, è di qualche anno fa, ma c’è anche chi scopre che il Comune si è ricordato che gli devi soldi da dieci anni o giù di lì. E a quel punto tu devi aprire cassetti o scatole impolverate o vecchi archivi o quant’altro e immergerti in un mare di fogli e pregare di avere conservato tutto e metterti a spulciare vecchie ricevute una a una e sperare di recuperare la preziosa ricevuta, perché sennò qui si parla di un sacco di soldi da (ri?)pagare.

Naturalmente non è detto che tu sia sicuro di averla pagata, tanti anni fa chi se lo ricorda, però conviene cercare bene, dopotutto sai che nel condominio e nel vicinato un sacco di persone alla fine quella lettera la avevano ricevuta proprio come te ma alla fine la ricevuta la hanno trovata, e quindi pur di non buttare un sacco di soldi conviene guardare bene. Se poi alla fine la ricevuta la trovi, e non è quindi un caso raro, il problema è risolto solo a metà: apprestati a mettere al sicuro il prezioso foglio e a perdere mezza giornata di lavoro e a recarti nell’ufficio dove troverai una fila enorme di altre persone infastidite con altrettanti fogli pronti a spiegare l’errore per cancellare l’infausta lettera. Diciamo che ultimamente l’amministrazione è stata piuttosto distratta.

E allora, a noi che a vivere al Sud abbiamo maturato un animo infido, ci viene un certo sospetto: non è che questi magari le lettere le mandano senza neanche pensarci troppo, così, guardando semplicemente il nome e l’indirizzo, e poi il problema diventa semplicemente tutto tuo, che se la ricevuta la trovi hai solo perso mezza giornata e a loro non gliene frega niente, ma se non la trovi, pagata o non pagata, sono altri soldi che gli arrivano? Un antico brocardo diceva che è chi accusa che deve dimostrare la colpevolezza. Ma in questa città dove notoriamente le cose vanno all’incontrario puoi accusare chi vuoi, e poi sarà quello a dovere dimostrare di essere in regola. E meno male quindi che per ora si tratta solo di ricevute.

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