Reggio Calabria, bufera sul GOM per irregolarità in Oncologia: truffa ai danni di Pfizer e anomalie sull’uso del Nivolumab, 7 indagati. Ex primario e il suo vice sospesi per un anno | DETTAGLI

Reggio Calabria: l’attività investigativa, condotta da marzo 2021 a Dicembre 2022 unitamente ai carabinieri del Nucleo AIFA e che vede complessivamente n. 7 soggetti indagati, trae origine dalla denuncia querela di un dirigente medico

Reggio Calabria, le immagini dei Carabinieri Nas all'interno dell'ospedale
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I Carabinieri del Nas di Reggio Calabria a conclusione di un’articolata attività investigativa hanno dato esecuzione, ad una Ordinanza, emessa dal GIP presso Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, di applicazione della misura cautelare del “divieto temporaneo di esercizio della professione medica per la durata di mesi 12”, nei confronti dell’ex Primario dell’UOC di Oncologia del GOM (in carica fino allo scorso Settembre) e del suo vice, per i reati di  Somministrazione di farmaci guasti, Falsità materiale  e ideologica, abuso d’ufficio e truffa.

L’attività investigativa, condotta da marzo 2021 a Dicembre 2022 unitamente ai carabinieri del Nucleo AIFA e che vede complessivamente n. 7 soggetti indagati, trae origine dalla denuncia querela di un dirigente medico che aveva rilevato delle anomalie sul diario clinico di un paziente oncologico.

Durante l’indagine, sviluppatasi con intercettazioni telefoniche e ambientali, una complessa attività peritale, sequestro e analisi di oltre 300 cartelle cliniche, e sommarie informazioni testimoniali, si è accertato che i due sottoposti:

  • somministravano, tra il 2017 ed il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti;
  • in concorso con la Direttrice ed il Responsabile dell’Unità Farmaci Antiblastici della Farmacia ospedaliera del GOM, attestavano nel Registro AIFA predisposto per i c.d. “farmaci innovativi” dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario, quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco;
  • realizzavano le condotte di cui sopra per al fine di divulgare i risultati delle prassi cliniche da loro portate avanti tramite pubblicazioni scientifiche, così da accrescere la loro reputazione professionale per attrarre società farmaceutiche ed organizzatori di convegni.

Nell’ambito della stessa indagine veniva riscontrata una truffa di euro 5.000 ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer, che avrebbero posto in essere il  Primario in concorso con altro dirigente medico, una psicologa ed il presidente di una ONLUS, in quanto veniva finanziato un progetto per il sostegno psicologico ai malati oncologici, di fatto mai posto in essere. Il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari per cui vanno fatte salve le successive valutazioni di merito.

I nomi emersi dall’ordinanza

L’intervento della magistratura è maturato a conclusione di una lunga attività di indagine del Nas di Reggio Calabria dei mesi scorsi, denominata ‘Narciso’, condensata in circa ottocento pagine e mirata a chiarire la gestione del reparto di Oncologia del più grande ospedale della Calabria. I due medici maggiormente colpiti sono l’ex primario della Divisione complessa di oncologia del Grande ospedale metropolitano, Pierpaolo Correale e anche il suo collaboratore Rocco Giannicola. Nelle ottocento pagine sottoscritte dal Nas e dall’Ufficio di Procura, sono state riversate intercettazioni telefoniche e ambientali, “una complessa attività peritale, sequestro e analisi di oltre 300 cartelle cliniche, e sommarie informazioni testimoniali, si è accertato che i due sottoposti somministravano, tra il 2017 ed il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti“. In concorso con la direttrice ed il responsabile dell’Unità Farmaci Antiblastici della Farmacia ospedaliera del GOM, attestavano nel Registro AIFA predisposto per i “farmaci innovativi“, dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario, quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco.

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