Reggio Calabria, al Liceo Artistico “Preti-Frangipane” la mostra sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio

Reggio Calabria, l'esposizione permanente sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio all'interno dell'esposizione permanente del Liceo Artistico "Preti-Frangipane"

mostra stragi capaci e via d'amelio
StrettoWeb

In occasione del “Percorso della Memoria”, che si è tenuto presso la Questura di Reggio Calabria per ricordare le stragi di Capaci e di Via D’Amelio, il Liceo Artistico “Preti-Frangipane” di Reggio Calabria ha partecipato con la creazione di alcuni elaborati che sono adesso ammirabili in una esposizione permanente presso le pareti dell’edificio. Questi rappresentano i diversi momenti della strage e i diversi interrogativi che questa si porta dietro, nel suo bagaglio di oscurità, ma anche di speranze che questa lotta ha risvegliato. Gli alunni del liceo si sono espressi sia a livello pittorico che a livello scultoreo.

Le tematiche affrontate sono tante. L’esposizione inizia dalle opere di Giusi Mafrici, Giada Manti e Mariateresa Cimino che hanno realizzato due bassorilievi, uno con l’immagine dei due magistrati e l’altro con l’immagine dell’esplosione della strage di Capaci per proseguire con la borsa di Borsellino, rappresentata icasticamente con una borsa reale bruciata. I pannelli decorativi realizzati rappresentano invece i fogli dell’agenda rossa, che raccontano diversi momenti e i soggetti che riguardano la criminalità organizzata.

Giulia Battaglia si focalizza sulla figura del magistrato come uomo che dà la propria vita alla legalità, vita che diventa precaria e difficile. Ma uomini che, con coraggio, continuarono e continuano ad affrontare nonostante la paura e tutto ciò che possono perdere. Il secondo si occupa invece della dedizione stessa allo Stato che, realizzato da Cristian De Salve, ci parla sempre degli uomini di legge che sono stati disposti a dare la propria vita per la nostra nazione e che continuano a farlo. Si tratta poi della scomparsa dell’agenda rossa, per cui sono stati realizzati due lavori: un’agenda rossa e il pannello decorativo di Gabriella Dumitru, che fa suoi gli interrogativi che da sempre la circondano: cosa conteneva? dove è finita?

Si rappresenta poi il Maxiprocesso, analizzato da Sofia Mallamaci: un processo straordinario, dove la mafia è stata posta finalmente di fronte alle sue responsabilità. Si arriva dunque al lavoro di coppia di Olivia Gzegorzek e di Antonio Coviello che ci presentano la disperazione di una delle mogli degli agenti di scorta del magistrato Falcone: Rosaria Schifani. Gli autori si concentrano prevalentemente sul suo discorso al funerale dei caduti dove lei, con coraggio, dignità e profonda tristezza si rivolge direttamente agli uomini di mafia che sono all’interno delle istituzioni, invitandoli a farsi un esame di coscienza e a migliorare come persone.

Irene Negro ha realizzato un pannello decorativo raffigurante Giuseppe Di Matteo a cavallo soffocato da tentacoli, emblema delle organizzazioni criminali. Il suo lavoro non ha solo un significato metaforico ma vuole anche ricordare un bambino, Giuseppe, vittima della ferocia mafiosa. Selene Yvonne Mayaud ricorda tutti gli agenti di scorta che hanno perso la vita con coraggio, ma in un modo atroce. Per ciò a cui sono andati incontro si ha il dovere di ricordarli e di portare avanti ciò che hanno iniziato.

Il pannello di Antonietta Zarà si occupa invece di un tema a volte forse trascurato quale le famiglie e gli affetti che sono stati strappati alle famiglie delle vittime, poiché loro, oltre che grandi uomini e grandi donne, erano anche mariti, mogli, figli e figlie. Infine Alessia Germoleo si è occupata dell’attuale lotta alla mafia e si propone di mandare un messaggio ai giovani che devono continuare ad avere coraggio e a portare avanti idee di legalità e giustizia. Quest’ultima studentessa ha anche realizzato due video racconto di tutta l’installazione.

Condividi