Reggio Calabria, sulle piste ciclabili poche idee ma confuse: “saranno promiscue, per auto e bici”

Questa mattina si è svolta una seduta della Commissione Controllo e Garanzia sulle piste ciclabili di Reggio Calabria

pista ciclabile viale messina
StrettoWeb

La vicenda delle piste ciclabili di Reggio Calabria si delinea sempre più come un grande insegnamento per tutti, amministratori presenti e futuri in primis, ovvero che i nobili intenti non sempre hanno esiti positivi. Soprattutto quando manca la competenza, politica in particolare. Sul tema delle ciclovie si è svolta questa mattina una seduta della Commissione Controllo e Garanzia, il cui scopo era quello di esaminare gli atti amministrativi delle piste ciclabili. In audizione, convocato dal presidente della commissione Massimo Ripepi, il RUP Arch. Bruno Doldo.

Ripepi ha spiegato che c’è subbuglio tra i cittadini in merito alle piste ciclabili, soprattutto quelle di viale Messina e viale Calabria, per le quali è partita una raccolta firme affinché non si facciano. L’architetto Doldo ha spiegato come “per le piste ciclabili ci sia un vincolo dell’Unione europea per realizzare un certo numero di chilometri sul territorio, al fine di accedere ai finanziamenti, quindi noi non possiamo astenerci dal realizzarle. Stiamo cercando di realizzare piste che abbiano un impatto minimo sul territorio. A parte la pista di Pentimele, che è su sede unica e quindi ha quel colore particolare che è sul rossiccio e sulla quale saranno installati anche pittogrammi per le segnalazioni, tutte le altre piste che andremo ad installare in questo primo lotto – che è di 600 mila euro per 10 chilometri di pista – saranno piste promiscue, quindi segnalate a terra con le linee previste per le piste ciclabili“.

Piste ciclabili promiscue

Ma cosa si intende per promiscue? La risposta a questa domanda è la vera notizia di oggi. Già perché verrebbe da pensare che si intenda il fatto che le piste possano essere utilizzate sia dai pedoni che dalle biciclette, e invece no. A transitare sulle piste saranno, insieme alle bici, le automobili. “Avranno i pittogrammi delle piste, ma le auto potranno andarci sopra. Le auto dovranno dare precedenza ai ciclisti“, ha spiegato Doldo.

Sul punto è intervenuto il consigliere Armando Neri che ha fatto notare come le “piste promiscue siano, nelle altre città, perlopiù per pedoni e bici, non per auto. Saranno troppo pericolose così, poste tra i parcheggi e la carreggiata. Questo potrebbe determinare problemi di sicurezza“. Il consigliere di maggioranza Giuseppe Marino ha poi parlato di “linea politica“, confermando di fatto quanto sostenuto dai colleghi di minoranza, che parlano di scelte politiche e non tecniche. “Siamo di fronte ad una linea politica, ad una scelta politica – ha precisato Marino -. E’ un indirizzo politico ben preciso per far fare un cambio di mentalità alla città, attraverso una mobilità più sostenibile. E le piste ciclabili sono parte integrante di questo. Ogni azione di cambiamento porta perplessità o contrasti da una parte della popolazione, ricordo ad esempio la pedonalizzazione del corso Garibaldi“.

Le automobili dovranno “stare attente”

Nobili intenti, dunque, quelli dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria, ma siamo sicuri – viene da chiedersi – che sia davvero questa la strada giusta per favorire un giustissimo cambio di mentalità in tal senso? Siamo sicuri che in una città dove la cultura della mobilità morbida, della bicicletta, non c’è mai stata, il cambio di mentalità potrà avvenire costringendo gli automobilisti a “stare attenti” alle biciclette con le quali condivideranno una carreggiata? “Le macchine dovranno stare attente perché le biciclette avranno la precedenza“, ha spiegato il RUP. E questo accadrà su tutte le piste promiscue, come ad esempio quella di viale Aldo Moro. E’ così difficile prevedere il caos che si creerà in questo modo?

In una città come Reggio dove la mentalità della bicicletta per spostarsi non esiste ancora il cambiamento dovrebbe essere graduale ma ben definito. Dunque la scelta più corretta è, evidentemente, la pista ciclabile utilizzata solo a quello scopo, come sarà ad esempio quella di Pentimele.

Addio al colore rosso, ma sarà davvero un bene o si poteva trovare una via di mezzo?

Anche Angela Marcianò, intervenendo in Commissione, non ha potuto far altro che porre l’attenzione “sui problemi di sicurezza, perché ho già visto situazione pericolose passando in macchina“.

Il RUP ha spiegato che il colore rosso non sarà utilizzato per le piste promiscue, ma “per dare un impatto più gradevole abbiamo pensato che per tutte queste piste promiscue che passeranno dal centro faremo solo segnalazioni con strisce e pittogrammi. Saranno tutte color asfalto. L’unica pista rossa resterà quella di Pentimele“. Sul punto, sempre Marcianò, ha sottolineato come la poca visibilità potrebbe rendere le piste stesse più pericolose.

La buona notizia: “la pista di Pentimele non si è scolorita”

In tutto ciò c’è però una buona notizia a proposito del colore: la pista di Pentimele non si è scolorita. Quella macchie biancastre che abbiamo visto nei giorni scorsi non erano frutto di scolorimento dovuto alla pioggia, ma sarebbe un ‘segnale’ da “work in progress“. “Da quando ho preso in mano la situazione come RUP – ha spiegato Doldo – ho cercato di risolvere delle problematiche, con la messa in quota dei pozzetti. Abbiamo rivisto i cordonali dei pozzetti. Ho fatto un ordine di servizio per rimuovere gli avvallamenti, quindi c’è stata una fresatura nuova e l’intera pista sarà riverniciata“.

Tra progetti e proteste

Armando Neri ha fatto notare come molte proteste siano montate “all’interno dei vari territori. Io penso che sia un problema politico e non tecnico. Sul viale Messina la pista ciclabile priverà i residenti di moltissimi parcheggi. E inoltre c’è il problema della sicurezza“. Doldo ha precisato, rispondendo alla considerazione di Neri, che “sul viale Messina non ci sarà nessuna perdita di parcheggi, ma una riorganizzazione degli stessi che saranno ridisegnati ex novo accanto alla pista“.

Non solo. Sul viale Calabria, spiega ancora IL RUP, “non c’è solo il disegno della pista, ma anche un sistema di valorizzazione delle aree interessate, con arredi e potature delle piante, per valorizzare le aree stesse dove le piste passano. Con il secondo lotto pensavamo di fare anche la rigenerazione dei marciapiedi, visto che in alcuni tratti la pista può camminare sugli stessi se le dimensioni lo rendono possibile“.

Ma questo è il primo lotto. E dopo cosa accadrà? “Dopo questo primo lotto – ha sottolineato il RUP- ci sarà un periodo di riflessione sul progetto, anche per far comprendere ai cittadini qual è l’intervento reale“.

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