Sicilia – Continente, il flop della lotta al caro voli. Con il Ponte, non sarebbe così

Trasporto aereo, anche quest’anno volano soprattutto i prezzi. Con il Ponte, non sarebbe così

StrettoWeb

Nulla di nuovo sotto il sole, anzi, sotto l’albero: il Natale 2023 dei siciliani di rientro dal continente per festeggiare (mestamente) con i parenti, sarà salato. Come l’anno scorso e gli anni precedenti, nonostante le rassicurazioni della politica, A nulla è servita l’ira di Schifani  contro le compagnie aeree operanti tra Sicilia e continente con, le conseguenti denunce all’Autorità Antitrust. Come nessun effetto ha suscitato la presenza di una nuova compagnia aere sulle tratte Palermo/Catania-Milano e Palermo/Catania-Roma e gli “interventi” piuttosto, invero timidi, del governo nazionale sui famigerati “algoritmi”.

Dal sito “Skyscanner” ho simulato l’acquisto di alcuni biglietti aerei da Milano a Palermo o Catania, solo andata, tra il 21 ed il 23 dicembre. Non sono riuscito a trovare nulla al di sotto dei 200 euro, a circa 2 mesi dall’acquisto. Andare da Milano Linate verso Palermo il 23 dicembre, costa 278 €, ma arrivando a destinazione in piena notte (23:40); basta cambiare orario per arrivare addirittura a 352 €. Verso Catania “soltanto” 231 €, che diventano 240 se non si vuole arrivare a notte fonda.

In ogni caso, già oggi, si può arrivare a spendere anche 460 euro a persona (sempre solo andata) se si è costretti a partire ad un determinato orario che non sia quello degli aerei più economici. Si consideri, per comprendere l’entità del salasso, che al di fuori del periodo natalizio gli stessi, identici biglietti aerei possono essere acquistati a prezzi che vanno da 15 a 30 euro. Tanto da poter tranquillamente concludere che le tariffe aeree, sotto Natale, semplicemente decuplicano.

Alla faccia della continuità territoriale, la cui assenza è la vera causa della condizione di monopolio di fatto dei trasporti aerei, nel campo dei collegamenti Sicilia-continente (qui un mio articolo di qualche anno fa), creata da un’insostenibile carenza infrastrutturale dei trasporti terrestri: i tempi di percorrenza dei treni  sulla tratta Palermo-Roma sono di 12 ore, che diventano 22 dal capoluogo fino a Milano.

Sempre che tali treni riescano a viaggiare con una certa regolarità. E’ di ieri la notizia dell’ennesima cancellazione dell’Intercity 723 Roma-Palermo/Siracusa; un evento frequente, ma non quanto gli immancabili ritardi o i trasferimenti di passeggeri sfiniti su scomodi autoservizi sostitutivi.

A dimostrazione che la continuità territoriale deve essere reale, e non soltanto enunciata, con collegamenti ferroviari ad alta velocità che finalmente costituiscano una valida alternativa all’aereo. Esattamente come è successo da Salerno in su, dove Frecciarossa ed Italo hanno soppiantato, in pochissimo tempo, l’aereo.

Purtroppo, almeno per quanto riguarda la Sicilia, dovremo aspettare il Ponte sullo Stretto, di cui finalmente si intravede l’inizio dei lavori, un cronoprogramma credibile e, soprattutto, i necessari finanziamenti. Con il collegamento stabile in esercizio, e treni che possano raggiungere Roma da Catania in 4 ore e mezza, e da Palermo in 6 ore, sui siti di ricerca per i viaggi aerei non esisterebbero i prezzi che abbiamo visto: i tempi da centro a centro delle città collegate, considerando gli sposamenti da e verso l’aeroporto ed i perditempo relativi ad imbarco e controlli, per il vettore aereo sarebbero del tutto paragonabili a quelli del treno. Con un comfort di viaggio, a vantaggio di quest’ultimo, nettamente superiore, in assenza di trasbordi, controlli e code varie. In ogni caso, con due vettori egualmente competitivi in campo fra cui poter scegliere, l’offerta di trasporto si amplierebbe e, secondo le più elementari leggi dell’economia, i prezzi scenderebbero.

Lo scenario in atto sarebbe, già da un pezzo, quello appena descritto, se non si fosse colpevolmente rinunciato al collegamento stabile a campata unica, ad appalti assegnati, contratti firmati e progetto definitivo pronto, nel 2012. Amplificando un divario sud-nord già ampio (oggi abissale) e consegnando la Sicilia alle bizze delle compagnie aeree. Le quali, in questa felice (per loro) condizione, gestiscono i loro servizi come vogliono, ed al prezzo che vogliono. Con buona pace di proclami, decreti, minacce e denunce.

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