Storie di randagi in Calabria: Trebisacce, terra dei cani abbandonati

Cara amministrazione comunale di Trebisacce, prima di sloggiare definitivamente, potreste aiutare i tanti cani abbandonati?

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Randagismo, un fenomeno che non tende ad emarginarsi. Le strade della Calabria si riempiono, ogni giorno di più, di pelosi abbandonati. Il dettaglio che risulta ancora più sconvolgente è la facilità con cui la gente, quella inetta e codarda, lascia i cuccioli in balìa del pericolo più totale. E il menefreghismo, quello supera tutto: se prima gli animali venivano abbandonati – ma di nascosto – adesso invece si fa alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti, anche delle istituzioni che sono brave solo a girarsi dall’altra parte.

E’ il caso di Trebisacce, comune del Cosentino, dove appena 3 giorni fa sono stati ritrovati dei cuccioli di amstaff abbandonati in pieno giorni in località 108, nei pressi dell’ex campetto da calcio. A farci inorridire, oltre la violenza perpetrata contro degli esseri indifesi e inadatti a sopravvivere in strada, è la nonchalance con cui il tizio di turno ha deciso di buttare via un’intera cucciolata: forse, pensiamo, non avrà fruttato quanto sperava (in termini economici) e ha deciso di disfarsene. Perché prendere un cane se non si ha la possibilità di accudirlo? Perché decidere di farsi carico di un peloso e poi, poco dopo, buttarlo come se fosse un giocattolo vecchio?

I piccoli di amstaff, sono stati sicuramente notati da tanti, troppi occhi: la zona di 108 infatti è abitata e trafficata quotidianamente dai corridori. Ma solo una persona, si è presa la briga di fermarsi a soccorrerli e li ha portati a casa sua. Stessa sorte è toccata ad un altro cane alcuni giorni prima. La cucciola è stata raccolta da un’animalista, fatta vaccinare e sterilizzare dal veterinario locale e cerca casa, ancora senza esito.

Non solo i cani abbandonati, ma anche i randagi che, da tempo, si vedono girare per Trebisacce: alcuni ormai, sono in strada da così tanto tempo che la popolazione li sfama e ha dato loro anche un nome. Ma vi sono anche cani che al randagismo non sono proprio abituati: è il caso di un maremmano di nemmeno un anno, abbandonato sempre nella zona di 108. Il cane ora sta bene ed è stato adottato, ma se l’è vista proprio brutta: la cucciolona infatti, è anemica e stava rischiando di morire. E’ solo grazie ad un ragazzo di Trebisacce che è stata soccorsa, portata a casa, curata e poi, infine, adottata.

Lode e complimenti quindi a questi volontari o, semplicemente, amanti degli animali. Ma che fine hanno fatto le istituzioni? Il Comune, ormai allo sfacelo totale, ha sempre avuto questa situazione sotto il naso ma, forse, la puzza di cane randagio gliel’ha fatto storcere. Sappiamo tutti che i cani vengono abbandonati in quel punto: esistono delle telecamere di videosorveglianza? E’ possibile supervisionare la zona mediante la Polizia Locale? O è troppo impegnata a fare le multe di fronte al bar in cui si ferma a prendere caffè e aperitivi a tutte le ore del giorno?

Chiedere addirittura uno stallo, nelle condizioni in cui versa ora Trebisacce, sarebbe davvero una pretesa troppo grande. Ma, almeno, possiamo evitare di girarci dall’altra parte e dare una mano a chi, a proprie spese, cerca di salvare questi poveri animali? Aspettiamo una risposta che, ovviamente, sappiamo già che non arriverà. E intanto il randagismo aumenta, i cani muoiono e quelli che li amano, nel tentativo fallito di salvarli, li piangono.

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