Mario Tozzi, noto personaggio televisivo che da sempre si oppone alle grandi opere tra cui anche il Ponte sullo Stretto di Messina, ha ribadito più e più volte che il Ponte sullo Stretto non si dovrebbe fare – purché antisismico – in quanto in caso di terremoto “unirebbe due cimiteri“. E adesso Alessandro Martelli, già direttore dell’ENEA, tra i massimi esperti di costruzioni antisismiche e prevenzione sismica d’Italia ha risposto a Tozzi ai microfoni di MeteoWeb affermando duramente: “mi sono veramente rotto le scatole di sentire l’ahimè noto “tuttologo” Dr. Mario Tozzi (promosso ieri professore, oltre che esser definito esperto, da Reggiotoday, anche se questo titolo non risulta dal suo CV) sparare sentenze, su organi di stampa e su emittenti televisive (in particolare, su RAI 3, nella trasmissione Kilimangiaro), inesatte o, quantomeno, incomplete, riguardanti argomenti di cui si è dimostrato assolutamente incompetente. Lo fa pure su temi di carattere ingegneristico (pur essendo egli un geologo). Ultimamente, già mi toccò sentire le sue “sparate” il 5 novembre, intervistato da Kilimangiaro sulla “previsione dei terremoti”. In particolare, il Dr. Tozzi “spara a zero”, da tempo (sulla base di argomenti, a mio avviso, del tutto inconsistenti), sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo ha fatto pure avantieri, rilasciando un’intervista a Messinatoday, pubblicata in un articolo della cronaca dal titolo “catastrofista” (“Al prossimo terremoto Messina e Reggio verranno giù”, lo dice il geologo Mario Tozzi – Le parole dell’esperto sui rischi nell’area dello Stretto in caso di un forte sisma se non si faranno interventi. “Le due città non reggeranno 7,1 gradi Richter” – si noti “l’esperto”). Tale articolo è stato ripreso poco dopo da Reggiotoday, in un articolo dal titolo altrettanto “catastrofista” (INTERVISTA CON L’ESPERTO – “Reggio e Messina non reggeranno un urto sismico di 7,1 gradi Richter”: l’allarme del geologo Tozzi – Secondo il professore: “Il Ponte sullo Stretto anche dovesse restare in piedi, unirebbe due cimiteri”). Nel primo articolo il Dr. Tozzi risulta aver affermato: “Quando arriverà il prossimo terremoto, sia Reggio che Messina, se non si faranno interventi, verranno giù. Le due città non reggeranno un urto sismico di 7,1 gradi Richter”.
L’articolo ricorda poi che il Dr. Tozzi, già alcuni anni fa, aveva perfino dichiarato che “Costruire il ponte sullo stretto antisismico con denaro pubblico significa scegliere di unire due cimiteri in caso di terremoto, visto che solo il 25% della popolazione di Reggio Calabria e Messina risiede in case adeguate. E non è questione di se, ma di quando”.
Almeno stando a quanto riportato da Messinatoday, pare che il Dr. Tozzi non abbia cambiato idea su quest’argomento, dato che ieri avrebbe detto: “Stiamo spendendo 13 miliardi di soldi pubblici, che potrebbero essere utilizzati per contrastare il dissesto e per il risanamento antisismico di Reggio e Messina, per un’opera inutile, diseducativa, probabilmente dannosa, che anche dovesse restare in piedi, unirebbe due cimiteri”. Le suddette affermazioni di due giorni fa del Dr. Tozzi sono state riprese pari pari da Reggiotoday. Come ho più volte scritto, è vero che gran parte dell’edificato italiano (e, quindi, non solo quello di Messina e Reggio Calabria) non è in grado di resistere ai terremoti a cui potrebbe trovarsi soggetto (se non altro perché già avvenuti in passato) e che, se tali eventi si verificassero nuovamente, causerebbero tante distruzioni e tante vittime (circa le vittime, anni fa, il Dipartimento della Protezione Civile ne stimò quasi 112.000 per Messina e quasi 85.000 per Reggio Calabria), ma non è che non realizzando il ponte si assicuri che il patrimonio edilizio di Messina e Reggio Calabria resti integro, nel caso di terremoto violento!”
“A mio avviso, invece, questa realizzazione è fondamentale per lo sviluppo economico della Calabria e della Sicilia e, in generale, per quello l’Italia. Ovviamente, la costruzione del ponte deve essere accompagnata da un netto miglioramento delle infrastrutture, ad esempio, della rete viaria e ferroviaria, delle due Regioni. E, come pure ho già scritto, deve garantire la totale sicurezza dell’opera, sia sismica che a fronte di forti venti, oltre che a fronte di possibili maremoti. Però, ritengo che tutto ciò sia fattibile, al giorno d’oggi“.
“Fra l’altro – continua ancora Martelli ai microfoni di MeteoWeb– giusto per la precisione, vorrei ricordare al Dr. Tozzi che 7,1 non è il valore della magnitudo (M), bensì quello della magnitudo momento (Mw), e solo di quella teorica o stimata, dei terremoti già avvenuti in passato nell’area dello Stretto: quello della Calabria Meridionale del 1783, per il quale il valore di Mw = 7,1 è, ovviamente, solo stimato, e quello di Messina e Reggio Calabria del 1908″.
“Per il progetto del ponte – dice ancora Martelli – confido che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti abbia accettato (o accetti) la richiesta mia e di altri esperti di far riferimento, sia per il pilone in Calabria che per quello in Sicilia, a terremoti di progetto di Mw ben maggiori di 7,1, per tener conto (come ho scritto sopra) che, per i due terremoti passati succitati, tale valore è solo teorico e, per quello del 1783, pure solo stimato(si vedano, ad esempio, gli articoli Terremoto, nuovi studi sulla sismicità dello Stretto: “attese scosse fino a magnitudo 7.7, il Ponte si può fare in sicurezza, pubblicato da Peppe Caridi su StrettoWeb nel 2022 e “From mapped faults to fault-length earthquake magnitude (FLEM): a test on Italy with methodological implications”, pubblicato da Fabio Trippetta et al. su Solid Earth nel 2019). Sappia, inoltre, il Dr. Tozzi, che le stime relative alla magnitudo dei terremoti ritenuti possibili nell’area dello Stretto (e, quindi, da assumere nel progetto del ponte) menzionate dai due articoli suddetti sono in accordo con i risultati dei cosiddetti “esperimenti di previsione dei terremoti”, il cui sviluppo, in Italia, si deve al Prof. Giuliano Panza, già dell’Università degli Studi di Trieste ed dell’International Center of Theoretical Physics (ICTP) di Miramare (Trieste). Quindi, il Dr. Tozzi, dovrebbe avere l’umiltà di ravvedersi in merito alle dichiarazioni che mi risulta abbia rilasciato qualche tempo fa, dichiarando inaffidabile la suddetta metodologia. In conclusione, non posso non sottolineare che il pressapochismo (quantomeno) del Dr. Tozzi nuoce assai, in particolare, a chi veramente e seriamente si adopera per l’attivazione di corrette politiche di prevenzione dei rischi naturali, e, in particolare, di quello sismico“.