Messina, Gioveni su Amam: “il rinvio dei lavori non costituisca un alibi per esonerarsi da altre responsabilità amministrative”

Messina: il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, interviene dopo la decisione presa sullo slittamento dell’interruzione idrica programmata che peraltro lui stesso aveva chiesto con ben altre motivazioni

StrettoWeb

“L’annuncio di ieri di Amam sul rinvio dei lavori alla condotta Fiumefreddo non deve assolutamente servire all’azienda per distogliere l’attenzione sulle sue responsabilità amministrative nei confronti degli utenti, sia per la mancate risposte ai loro reclami, sia sulla serie di raccomandate inviate per chiedere somme arretrate che per molti non sarebbero nemmeno dovute!”. Il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, interviene dopo la decisione presa sullo slittamento dell’interruzione idrica programmata che peraltro lui stesso aveva chiesto con ben altre motivazioni legate “alla vicinanza delle festività natalizie, evidenziando ancora una volta le anomale procedure che sta attuando Amam nei confronti degli utenti, ai quali da un lato continua a chiedere importi arretrati, dall’altro però continua a non rispondere ai reclami ricevuti anche attraverso le associazioni dei consumatori sulla presunta prescrizione delle quote allocative 2020 notificate nelle fatture del primo bimestre 2023”.

“Possibile che si continui a perseverare sul non rispetto di procedure così chiare stabilite dalla Carta dei Servizi?”, si chiede indignato Gioveni. “Ricordo ancora una volta – spiega il consigliere – che al punto 8.4 del documento con cui l’azienda assume una serie di impegni con la propria utenza, dà la possibilità agli utenti di presentare reclamo su un qualsivoglia disservizio o semplicemente richiesta di chiarimenti. Il punto 8.5 della Carta invece – aggiunge Gioveni – stabilisce addirittura un indennizzo di 30 euro che l’azienda dovrebbe corrispondere all’utente in caso, fra le altre motivazioni, vi sia anche semplicemente la mancata risposta entro 30 giorni al reclamo”.

Ebbene – evidenzia l’esponente di FdI – non solo non si comprende il motivo per cui l’azienda di viale Giostra continui a non rispondere ai legittimi reclami degli utenti sulle quote allocative, ma indipendentemente dal merito del reclamo (se cioè sarebbe giusto o meno non pagare quelle quote), risulta certamente autolesionistico da parte di Amam rischiare di pagare 30 euro ad utente solo per la non risposta! Se poi a tutto questo aggiungiamo – conclude Gioveni – l’ormai nota questione emersa in Commissione sul noleggio del gruppo elettrogeno al costo di 600 euro al giorno per alimentare il pozzo Timpazzi che serve Sperone, non si può non chiedere (se non addirittura pretendere) che Amam e quindi anche il sindaco cambino definitivamente registro”.

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