Redditi parlamentari: Renzi il più ricco e Conte il più povero, ma è polemica. Velenoso botta e risposta tra i due

Redditi parlamentari: polemica a distanza tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte, rispettivamente il più ricco e il più povero dalle ultime dichiarazioni

StrettoWeb

Italia, paese della polemica, è capace di tirar fuori questioni pure sulle dichiarazioni dei redditi dei parlamentari. Polemiche in realtà alimentate anche dagli stessi protagonisti. Dalle dichiarazioni degli stessi, infatti, è emersa l’analisi dei quotidiani nazionali: Renzi è il più ricco, con oltre 3 milioni annui; Conte il più povero, con 24 mila euro. L’ex Premier M5S, però, è stato eletto in Parlamento solo a ottobre, quindi la dichiarazione riguarda solo gli ultimi due mesi, da qui la cifra bassa. Curioso il dato sulle tasse: Conte ha pagato solo 1.776 nel 2022.

Redditi parlamentari, le parole di Renzi

Sulla vicenda ha deciso di intervenire direttamente il leader di Italia Viva: “In queste ore alcuni media si occupano con tono scandalizzato dei redditi dei parlamentari. Lasciatemelo dire a voce alta, cari amici: sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità. E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno. Perché chi paga le tasse non si vergogna mai. Si imbarazzino i furbetti, non i cittadini onesti. Personalmente preferisco ammirare anziché invidiare, preferisco sorridere anziché recriminare, preferisco vivere anziché insultare. Buona giornata a tutti!”, ha scritto Matteo Renzi sui social.

Redditi parlamentari, la risposta di Conte

Non si è fatta attendere la risposta di Giuseppe Conte: “In questo momento vivo dello stipendio di parlamentare, sapendo che prima o poi tornerò a fare il professore e l’avvocato. A una parte di quello stipendio da parlamentare, come gli altri eletti del M5S, rinuncio. E ci togliamo belle soddisfazioni, ve lo assicuro: nel corso degli anni il Movimento ha raccolto e restituito alla collettività oltre 100 milioni di euro. Pochi giorni fa abbiamo destinato 1 milione di euro dei nostri stipendi alle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione del maggio scorso. Qualche mese fa abbiamo distribuito 1.600 tablet a oltre 200 scuole italiane di tutta la penisola. Suggerisco a Fratelli d’Italia e a Gasparri di provare i brividi che danno queste emozioni”. Scrive su Facebook Conte.

“Per buona parte dell’anno 2022 – prosegue – non ho percepito alcun reddito. Perché da inizio 2021, quando mi sono dimesso da Presidente del Consiglio, ho svolto attività politica con il Movimento 5 Stelle e dal Movimento non ho chiesto né ricevuto nessuna retribuzione, indennità o gettone di presenza. Sono in aspettativa come professore ordinario dell’Università di Firenze e quindi non percepisco lo stipendio – aggiunge – Quanto alla professione di avvocato, per evitare conflitti di interessi fra le mie battaglie politiche e le mie attività di professionista ho preferito astenermi da qualsiasi attività professionale e autosospendermi dall’Albo degli Avvocati di Roma. Subito dopo aver terminato la mia esperienza di Presidente del Consiglio mi sono stati offerti svariati incarichi professionali, ma li ho rifiutati”.

“Ho fatto voto di povertà? – aggiunge – No. Per fortuna la mia lunga carriera di professore e di avvocato mi ha permesso – e mi permette, con i risparmi accumulati – di condurre una vita agiata. Con entrate che sono state anche superiori rispetto a un pur alto stipendio da parlamentare. Mi sento fortunato per questo, anche se dietro questa fortuna si nascondono anni e anni di sacrifici. E la mia condizione economica agiata non mi impedisce di lottare politicamente per chi invece ha uno stipendio da fame o per chi non ha niente. Battaglie che continuerò a fare con determinazione. E su questo se ne facciano tutti una ragione”.

Interviene anche Calenda

Sulla questione è intervenuta anche una terza persona, Carlo Calenda, ex recente “compagno” di Renzi alle ultime elezioni con il Terzo Polo. “Caro Matteo Renzi anche basta! Ci dobbiamo vergognare perché non prendiamo soldi da autocrati, imprenditori, lobbisti etc, mentre veniamo lautamente pagati dai cittadini italiani per svolgere una funzione pubblica? Questo è il messaggio? Perché ci fai la grazia di pagare le tasse? Il mondo all’incontrario altro che liberalismo. Goditi i tuoi soldi serenamente ma non farci la morale. Grazie”, ha scritto Calenda sui social.

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