Dopo due punti nelle ultime tre gare, e dopo una settimana movimentata, la Fenice Amaranto torna a vincere. Ancora fuori casa, sul campo del Canicattì, ancora di misura, ma al termine di una prestazione sicuramente migliore – sotto il profilo del gioco e delle occasioni create – almeno delle ultime due. La partita si conclude sullo 0-1 grazie alla prima rete di Bolzicco.
Prima per Porcino dopo il ritorno sullo Stretto. Trocini lo schiera mezz’ala nel centrocampo a 3 con Salandria mediano e Mungo. Il reggino ogni tanto prova ad allargarsi, specie in avvio, nella sua posizione naturale, tendendo però poi ad accentrarsi, non senza difficoltà a trovare la posizione. La partita è da subito vivace, con entrambe le squadre propositive. La prima vera occasione è ospite, di Altamura, al 10′, ma il giovane spara incredibilmente altissimo da zero metri.
Nella seconda fase del primo tempo, la gara si accende. La compagine di Trocini, infatti, passa in vantaggio con un colpo di testa di Girasole, che salta più in alto dell’avversario. L‘arbitro, però, annulla tutto per un fallo che in realtà vede solo lui, che non c’è, perché Girasole non commette alcuna infrazione nel gesto tecnico. E’ l’ennesimo episodio di queste ultime settimane che penalizza oltremodo – per scelte arbitrali molto discutibili – la Fenice. Nell’occasione, forti proteste dalla panchina, pagate dal portiere Martinez, espulso. La rabbia, però, viene trasformata in in determinazione e cattiveria, doti che portano al gol qualche minuto dopo. E’ di Bolzicco, il primo stagionale: servito da Altamura, tutto solo, sbatte in rete di collo. Questa volta nessun fischio. 0-1 a ridosso della ripresa.
In avvio di ripresa grande occasione per il Canicattì, su cui è bravo Velcea ad opporsi, ma la Fenice risponde con Girasole e Provazza. Il difensore impatta bene di testa, ma il portiere risponde alla grande; il giovane esterno, appena entrato, incrocia invece malamente, aprendo troppo il tiro tutto solo davanti all’estremo difensore. Un errore forse ancora peggiore di quello di Altamura, ma che dimostra ancora una volta le grandi difficoltà della squadra di Trocini in fase di finalizzazione. Questa volta infatti le occasioni non mancano, a differenza di gare in cui si è reato pochissimo, ma le reti mancate fanno capire ampiamente perché quello amaranto è uno degli attacchi meno prolifici.
L’ultima fase di gara è quella di maggior spinta per il Canicattì, che alza pressione, baricentro e intensità, costringendo la Fenice a soffrire e ad abbassarsi, colpita anche dalla stanchezza. Grandi pericoli dai calci piazzati, modalità con cui i padroni di casa impensieriscono in due occasioni la porta di Velcea. Brividi in area nel finale, nati anche dalla mancata capacità di chiudere la gara da parte di Cham e compagni. Alla fine, però, finisce così: la Fenice Amaranto tira un sospiro di sollievo e torna alla vittoria dopo una settimana difficile.