Reggina, la scusante “vuota” della Fenice: “ecco perché non abbiamo risposto a Simone Dattola”

Reggina, la Fenice risponde sulla vicenda Simone Dattola: Giuseppe Praticò svela perché non hanno dato seguito alla richiesta del ragazzo

StrettoWeb

Il club manager della Fenice Amaranto, Giuseppe Praticò, ieri sera è stato ospite di Video Touring per parlare di svariati argomenti. Ha affrontato il tema Sant’Agata, con la proroga scaduta ieri, ma anche della questione pagamenti, di mercato e anche della vicenda Simone Dattola. Quest’ultimo ha inviato una manifestazione d’interesse tramite PEC nell’ultimo dei famosi “5 giorni di Ballarino”. Nessuno gli ha risposto dalla società. Lui così ha pubblicato la ricevuta di attestazione della PEC.

La società avrebbe dovuto rispondere. O forse ce le siamo inventate noi le parole del patron e DG Nino Ballarino? Quelle in cui evidenzia – nella conferenza di fine novembre – che avrebbe considerato e risposto a tutti. Parla addirittura di telefonate per prendere un appuntamento o fissare un incontro. E questo al di là dell’esito dell’eventuale trattativa o incontro. Lo stesso Ballarino qualche giorno fa ha preferito non rispondere all’argomento, trincerandosi dietro un “vogliamo bene al ragazzo”.

Alla fine Ballarino non aveva alcuna intenzione di cedere, men che meno ai reggini che aveva anche attaccato in conferenza stampa (“si sono presentati in 42…”). E, attenzione, nessuno pretendeva la cessione del club a Dattola. Ma se Ballarino afferma pubblicamente che tutti verranno presi in considerazione, è doveroso rispondere a chiunque si faccia avanti. Per correttezza verso la città e la tifoseria. Altrimenti è soltanto l’ennesima menzogna di tutte le bugie collezionate in questi mesi.

Reggina, Praticò rivela: “ecco perché non abbiamo risposto a Simone Dattola”

A differenza di Ballarino, però, Giuseppe Praticò ha deciso di affrontare la questione, motivando la mancata risposta al ragazzo di Reggio. Probabilmente, considerando le motivazioni, sarebbe stato meglio non rispondere. E’ più una giustificazione, una volontà di arrampicarsi sugli specchi. “Premetto che io non conosco il signor Simone Dattola, ma le mail arrivate sono due. La prima il 30 novembre alle 20.36 da un indirizzo scritto in inglese, andata a finire nello spam. E quindi non da parte di un’azienda o un nome e cognome. Aprendo la mail si richiede la possibilità di un primo incontro conoscitivo. Il giorno dopo è stata inviata una PEC, da una PEC a una mail, dove si chiede la stessa cosa. Il signore si è forse reso conto di aver inviato la richiesta da un indirizzo non italiano che sembrava più uno spam. Forse il signore non ha mai fatto una manifestazione d’interesse”.

Le motivazioni

“Se io, Giuseppe Praticò, invio una mail per comprare qualcosa, metto il mio nome e cognome e non mi conosce nessuno, chiaramente non si dà seguito alla stessa. La società pensa che a una manifestazione d’interesse vada accompagnata quantomeno una presentazione formale. Prima di sedersi a tavolo, gli interlocutori devono capire con chi hanno a che fare, sennò qui dovremmo fare gli incontri per ogni cosa. Potevamo comunque rispondere? Non ritengo che la società abbia sbagliato. Il club non si può sedere con chiunque scrive una mail del genere. Se dici chi sei, chi non sei, cosa fai, ci sediamo e approfondiamo”.

Dunque, secondo Praticò, l’email è scarna, quasi vuota, con la richiesta di incontro e il nome e cognome. Pochi dati, così pochi che la società ha preferito non rispondere. Però, come precisato anche nell’intervista a StrettoWeb, Simone Dattola ha solo richiesto un incontro conoscitivo: “era una manifestazione d’interesse e non una proposta”, ha detto. Non c’è scritto da nessuna parte che per una manifestazione d’interesse sia necessario presentare stato patrimoniale dell’azienda o altre informazioni. Nome, cognome e richiesta incontro bastano anche per ricevere un “no grazie”, che è comunque una risposta.

Il testo integrale della PEC

Pubblichiamo integralmente il testo della PEC inviata da Simone alla società. “Buongiorno, con la presente richiedo un primo incontro conoscitivo presso il Centro Sportivo Sant’Agata per valutare la fattibilità di un’eventuale acquisizione del 100% delle quote della Società La Fenice Amaranto. Certo di vostro pronto riscontro, porgo cordiali saluti. Simone Dattola (RC)”. La PEC è dell’1 dicembre, alle ore 12.11. Si poteva anche decidere di non incontrare Simone. Una risposta, come detto su anche con un “no grazie”, sarebbe però stata corretta e gradita, anche alla luce di quanto dichiarato da Ballarino in conferenza.

“A ottobre Simone Dattola ha chiesto di affiancare il Ds”

Giuseppe Praticò poi racconta un altro episodio: “Simone Dattola, oltre a mandare email scarne e senza nessuna presentazione – né dell’azienda, né della sua solvibilità – è la stessa persona che il 14 ottobre alle 00.55 scrive al Presidente se può affiancare il Direttore Sportivo. ‘Buongiorno, posso affiancare il Direttore Sportivo’, il testo. Simone Dattola sarà la persona migliore del mondo, mi dispiace se aspettava una risposta, ma non è questo il modo. Una persona che vuole comprare una società chiede di collaborare col Direttore Sportivo? Mi fermo qua”.

Reggina, Simone Dattola e la fattura di 8 mila euro

“Ho saputo che ha pagato uno studio di Milano pagando circa 8 mila euro per la presentazione di un progetto. Io non ho capito. Sicuramente non c’è niente di tutto questo in queste due righe. In questo testo c’è scritto… niente”, ha aggiunto Praticò. La redazione di StrettoWeb ha ricevuto il PDF della fattura, con tutti i dati. Il documento è dell’8 dicembre. Una fattura di 8.296 euro, per la precisione, per “consulenza strategica e redazione business plan” a una società di Milano.

“Dattola non trattato come Gallo con la Reggina? Vi spiego”

In chiusura di trasmissione, c’è chi chiede a Praticò se ritiene di aver trattato Dattola e Gallo allo stesso modo. E’ stato lui in prima persona, infatti, a trattare la cessione a Gallo a cavallo tra 2018 e 2019. “Gallo – risponde il club manager amaranto – ci ha dato delle referenze bancarie che erano assolutamente valide e abbiamo guardato la persona. Gallo Reggio è stato uno dei Presidenti che ha messo più soldi dentro la Reggina, e lo dicono i bilanci, non io. A me i soldi non li ha dati, Gallo, se non una minima parte di quelli pattuiti, che rappresentavano una minima parte del fondo perduto immesso. Gallo aveva referenze bancarie non importanti, di più. All’epoca dei fatti fatturava 100 milioni di euro. Di cosa stiamo parlando? Questo signore – chiude Praticò riferendosi a Dattola – sicuramente era lo stesso che è andato alla presentazione del pullman da parte di Gallo”.

Riflessioni

Ribadiamo il concetto: non è la forma che conta, ma la sostanza. Simone Dattola poteva essere anche l’ultimo arrivato, ma doveva essere degnato di una risposta, come chiunque. E non per rispetto verso di lui, o comunque non solo, ma per rispetto verso la piazza. Per mantenere l’impegno preso dallo stesso Ballarino in conferenza stampa. Dire “non abbiamo risposto perché l’email è scarna e non c’era una presentazione formale” sa tanto di volontà di arrampicarsi sugli specchi. L’incontro non era obbligatorio, e neanche la cessione. La risposta sì. Altrimenti non si fa altro che confermare l’idea, che è sempre più certezza, che volontà di incontrare o cedere a qualcuno non ce n’è mai stata.

Dopotutto chi sarebbe così pazzo da prendere una società che almeno per altri sei mesi ha solo debiti, costi, spese, nessuna entrata e nessuna prospettiva sportiva? E’ chiaro che soltanto la prossima estate qualcuno potrebbe farsi avanti, ma intanto Dattola ha smascherato l’ennesima bugia di Ballarino in quei “cinque giorni” che erano l’ennesima fuffa per incantare gli ultimi creduloni.

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