Reggio Calabria, Demi Arena dopo l’assoluzione: “la Sinistra ha usato armi improprie per demolire la nostra classe dirigente” | INTERVISTA

L'intervista di StrettoWeb all'ex Sindaco di Reggio Calabria Demi Arena a qualche giorno dalla sua assoluzione

StrettoWeb

Demi Arena è stato assolto. L’ex Sindaco di Reggio Calabria non ha commesso alcun reato. “Il fatto non sussiste”, recita la sentenza di proscioglimento del GUP del Tribunale di Reggio Calabria, Dott.ssa Sergi. Era stato accusato, insieme ad alcuni dirigenti del Comune ai tempi in cui era Sindaco, di falso in bilancio. Parliamo di fatti di oltre 10 anni fa. Tanta attesa. Ora la parola fine. Che, permetteteci, è passata quasi in sordina. Qualche titolo di giornale, nulla più. Insomma, non la stessa eco mediatica che solitamente viene riservata quando parte l’inchiesta, quando viene lanciata l’accusa. Facile, lì. Oggi, dopo l’assoluzione, quasi tutto dimenticato, scontato. Funziona così, in una Italia sempre più giustizialista.

L’assoluzione è arrivata il 27 novembre, ma finora Demetrio Arena non aveva mai parlato pubblicamente. Lo fa adesso, attraverso i microfoni di StrettoWeb. Una lunga chiacchierata che parte dagli ultimi fatti che lo hanno coinvolto ma si sposta poi su altri temi d’attualità della città.

Partiamo proprio dall’assoluzione.

“Sono fatti verificatisi undici anni fa, nel pieno di una fase caotica e conflittuale della città, che ha determinato l’abbattimento di un’intera classe dirigente e del suo leader. La genesi di questa triste storia per la città è da individuare in ambito politico: un’ignobile azione mediatica messa in atto da quella parte politica che era stata sonoramente sconfitta dalla discesa in campo di Scopelliti. Quella sconfitta non è mai stata accettata né metabolizzata, a ciò si aggiunga l’incapacità di poter confrontarsi e sconfiggere l’avversario sul piano della democrazia e della politica. Tutto ciò ha indotto la Sinistra ad utilizzare armi improprie, ricercando sponde giudiziarie, attraverso una fuorviante serie di esposti alla Procura e coinvolgendo le massime Istituzioni del nostro Paese utilizzate a fini politici. Tutto questo però non sarebbe bastato, bisognava agire sulla comunità, occorreva aggredire e ribaltare i sentimenti dei Reggini che avevano dato un consenso plebiscitario a Scopelliti . E allora si utilizzò una violenta e cinica campagna denigratoria sfruttando la crisi finanziaria che affliggeva tutti i Comuni italiani. Si rappresentò Reggio come un caso unico nel panorama nazionale costruendo il ‘Grande Imbroglio’, un mastodontico raggiro mediatico perpetrato ai danni dei cittadini”.

Ora però il sospiro di sollievo.

“Io sono rimasto sereno nell’affrontare il processo, anche perché gli elementi a supporto delle tesi dell’accusa erano oggettivamente infondati. Ho provato però tanta amarezza perché quell’Amministrazione – che era stata chiamata a governare in quel contesto – aveva fatto un lavoro certosino, professionale, responsabile e trasparente, dimostrando un grande senso del dovere e mettendosi al servizio della città. Quando parlo dell’Amministrazione mi riferisco a tutte le sue componenti: Giunta, Consiglio, Revisori dei conti e i dirigenti che hanno partecipato a ‘quell’operazione verità’ che ha accertato quale fosse l’esatto importo del famigerato ‘buco di bilancio’. Ecco: senza l’approvazione di quei bilancio i Commissari non avrebbero potuto successivamente accedere a quel provvedimento ‘salva comuni’ che il Governo varò proprio per aiutare tutti i Comuni, a dimostrazione che non era solo Reggio a soffrire. Ritornando al mio stato d’animo, ribadisco che questa vicenda l’ho vissuta con grande amarezza, perché a quella Amministrazione andava fatto un encomio pubblico invece è stata, addirittura, chiamata a difendersi in Aula si Tribunale”.

Viene da pensare a Messina. In questi anni si è rimboccata le maniche, si è rimessa in sesto e questa estate ha ospitato tantissimi grandi eventi.

“Ricordo che Messina – che allora viveva nel degrado, un po’ come qui adesso – guardava Reggio Calabria con ammirazione ai tempi in cui governava Scopelliti. Ora è il contrario. Senza dimenticare la vicenda giudiziaria”.

Sì, stavo per chiederlo. Anche lì accuse di falso in bilancio.

“Sì, la differenza è che lì sono stati tutti assolti, allora, mentre qui a Reggio nella prima tranche ha pagato Scopelliti”.

Già, Scopelliti. Ora sta presentando il suo libro da uomo libero e ha fatto il pienone a Piazza Duomo.

“Dopo tanto tempo la città ha capito, ha compreso che Scopelliti è stato oggetto di un attacco politico virulento maturato nelle massime istituzione del nostro paese. E’ stato vittima di questa grande menzogna mediatica costruita ad arte. Bisogna scriverle quelle pagine, però, per due motivi: in primis perché senza verità non ci può essere una pacificazione, nel senso che bisogna ricreare serenità; e poi affinché tutto ciò che è accaduto non si possa ripetere”.

Non solo la comunità, ma anche qualche personaggio politico storicamente opposto ha esaltato la sua figura.

“Sì, ma la comunità che prende atto di questo non deve solo dare solidarietà e cambiare giudizio, ma anche fare auto critica e domandarsi come sia stato possibile che il Sindaco migliore dell’era moderna della città sia potuto passare dal Sindaco più amato a un soggetto contestato. Reggio Calabria doveva capire che dopo 50 anni aveva un Governatore reggino. La città non sarebbe dovuta cadere nell’inganno in cui è stata tratta”.

Gli crede quando dice che non si ricandiderà?

“Sì, ci credo, ed è anche normale. Questa attività di presentazione del libro era doverosa e non ha avuto difficoltà nel farla. Chi conosce Scopelliti e la sua storia sa che è normale che lui parli della sua città, di politica, perché è la sua vita, la sua formazione. A 18 anni è andato via da Reggio per fare politica. Chi ha questa formazione e passione non si libererà mai della politica stessa, ma credo che non abbia intenzione di ricandidarsi. E a me non lo chiede?”.

Se si ricandida?

“Sì”.

Posso immaginare che valga lo stesso discorso…

“Sì, confermo. Sono orgoglioso di quel periodo, di aver dato una mano alla città. Lo scioglimento è una ferita aperta, è vero, ma vedendo adesso il livello dell’Amministrazione, c’è un abisso. Mi arrabbierò, ho un amore viscerale per questa terra, se servirà un contributo lo darò, ma non ho alcuna intenzione di ricandidarmi”.

A proposito di Amministrazione attuale, che ne pensa del ritorno di Falcomatà? Si aspettava quella sentenza della Cassazione?

“La portata della sentenza di Cassazione dipenderà molto dalle motivazioni, il dispositivo non fa chiarezza. La realtà però è una: Scopelliti si è dimesso, Falcomatà ha fatto attendere la città per diciotto mesi. Questo perché l’approccio è diverso. Scopelliti ha messo davanti gli interessi della città, che con Falcomatà è rimasta invece ostaggio”.

E di questa nuova Lega reggina? Chi lo avrebbe mai detto solo qualche anno fa.

“Questo fa parte di un cambio di passo del partito che, da rappresentativo di una limitata area geografica, ha inteso seguire la strada di un partito nazionale. Dopo tanti anni c’è stato questo sdoganamento dalla Lega, che ai tempi di Bossi auspicava la scissione e che invece oggi è presente ed è riuscita a rimuovere, anche se non completamente, questo pregiudizio”.

Con nuovi ingressi recenti, Cardia e Neri.

“La scelta particolare dei componenti fa parte di una coalizione di Governo della città che, visti gli accadimenti recenti, traballa e si regge per una logica di attaccamento al posto. Ma a me non piace parlare di poltrone e posizionamenti di partito, in questi casi. Quando si governa la propria città non dovrebbero esistere, si dovrebbe guardare solo al bene comune, quello della città”.

Se si parla di Lega non si può parlare di Ponte.

“Il Ponte è ormai da decenni, come succede spesso in Italia, un’opera su cui si scontra l’aspetto ideologico. Il Ponte è di Destra, il No Ponte è di Sinistra. Sull’opera non ho pregiudizi rispetto all’impatto sul territorio, la considero strategica per l’Italia e penso che possa essere il grimaldello per liberare la nostra popolazione dal problema lavoro e non solo. Mi lascia solo un po’ perplesso una cosa, l’unica…”.

Prego.

“La sfiducia che ho nel sistema paese. Mi domando: se iniziano i lavori, poi finiranno?”.

Insomma: la speranza è che i lavori comincino il prima possibile e che questo Governo completi la sua legislatura…

“Esattamente”.

Da un’infrastruttura all’altra: dal Ponte all’Aeroporto. Ha seguito le ultime vicende?

“A prescindere da tutto, ho un’idea e la confermo: noi dobbiamo cercare di focalizzare il problema, la richiesta è di ripristinare i voli che l’Aeroporto aveva fino al 2015. Mi riferisco ai voli per Roma e Milano, ma con la stessa frequenza di allora. Poi ben vengano gli sviluppi, la crescita, le cose belle, i voli charter, le nuove tratte, Manchester, ma prima quello. Io penso che Occhiuto sia un buon Governatore, ma serve che chi interloquisce con lui faccia richiesta su questo primo passo”.

Non posso, in chiusura, non chiederle un giudizio sul momento attuale della Reggina. Cosa pensa della Fenice?

“Più che un giudizio su questa nuova società, rimarco l’amarezza sul momento, sull’essere in queste condizioni. Seguo la squadra, è pur sempre quella che ad oggi rappresenta la mia città, ma non la considero la Reggina. Sono pronto a considerarlo un anno, questo, in ogni caso perso. Mi auguro che si possa capire se questa cordata ha i mezzi e la volontà di continuare. Di contro c’è la possibilità di poter pensare ad altre soluzioni. Se un domani la storia riprenderà, non dovrà tenere conto di questa parentesi. Ovvio, mi dispiace che abbia questi risultati”.

E sulla scelta di Brunetti a settembre?

“Non c’è stata l’autorevolezza di un’Amministrazione, anche perché Brunetti era un f.f., non aveva autorevolezza da Sindaco e non aveva contatti e rapporti politici. Ci fosse stato un Sindaco autorevole e capace di dialogare con le Istituzioni, sarebbe stato diverso. E non ci voleva il fuoriclasse Scopelliti, ma bastava un qualsiasi Sindaco. Intanto però stiamo vicini alla Viola. Ho notato che si è riaccesa la speranza, speriamo possa riprendersi”.

Condividi