Sono passati 43 giorni da quando Giuseppe Falcomatà è tornato ad essere Sindaco di Reggio Calabria grazie alla sentenza della Corte di Cassazione che ha messo fine ai due anni di “sospensione” per le condanne rimediate in primo e secondo grado nel processo Miramare. Due anni in cui Reggio è rimasta nelle mani dei facenti funzione: Carmelo Versace alla Città Metropolitana e Paolo Brunetti al Comune. Falcomatà aveva chiesto “pazienza” alla cittadinanza, promettendo un ritorno con nuovo entusiasmo politico e amministrativo ma con il passare del tempo anche i migliori auspici della vigilia si sono ridotti in frantumi di fronte all’evidenza dei fatti. Dopo un mese e mezzo dal ritorno a Sindaco, è ancora tutto fermo: Falcomatà non è ancora neanche riuscito a varare la nuova Giunta comunale!
Neanche dopo le elezioni ci vuole così tanto tempo a fare una Giunta, che deve in quei casi essere realizzata ex novo anche sulla base degli equilibri elettorali spesso sorprendenti e quindi con poco tempo a disposizione. Stavolta, invece, Falcomatà ha avuto due anni di tempo per prepararsi al rientro, ed evidentemente l’ha fatto nel modo peggiore possibile: è come lo studente che si presenta il giorno dell’esame senza mai aver aperto il libro. E in questo caso non ha neanche quell’estro creativo che possa consentire di rimediare in situazione di emergenza.
Non ha preparato uno schema, una soluzione, un’alternativa Falcomatà che pure aveva annunciato l’intenzione di rivoluzionare l’attuale assetto politico, addirittura ipotizzando l’azzeramento della Giunta uscente, quella dei facenti funzione. Dopo un mese e mezzo, però, la situazione si è ingarbugliata così tanto che venirne fuori sembra sempre più difficile, e tutto si potrà risolvere solo con clamorosi colpi di mano del primo cittadino che inevitabilmente scontenteranno qualcuno. E quindi creeranno nuovi nemici all’Amministrazione stessa.
Intanto chi ne paga le conseguenze è come sempre la città, immobile e paralizzata su tutti i fronti: i cittadini non hanno una risposta alle più ataviche emergenze che quest’Amministrazione non è stata in grado di affrontare (rifiuti, acqua, strade), ma persino sull’ordinaria amministrazione l’immobilismo politico sta provocando gravi ripercussioni sulla vita di Reggio Calabria. Basti pensare all’improvvisazione per le festività natalizie: Reggio è l’unica città giunta al 6 dicembre senza un simbolo del Natale, e senza alcun tipo di programma di eventi già illustrato alla cittadinanza che si sta già organizzando per partecipare ai grandi eventi in programma a Messina, a Palmi, a Cosenza, a Crotone, persino a Corigliano Calabro… La brutta figura per lo stand vuoto all’Artigiano in Fiera e il bando per il Centro Sportivo Sant’Agata pronto ma fermo da più di un mese sono soltanto altri esempi di quanto alla città stia pesando quest’incredibile e surreale situazione politica.
Il nodo principale per Falcomatà: confermare Paolo Brunetti
A proposito di Sant’Agata, e quindi di Reggina. Il nodo principale della nuova Giunta comunale ruota tutto intorno a Paolo Brunetti. Falcomatà vede in Brunetti l’unico punto fermo della sua nuova Giunta comunale, quella del “terzo tempo” (!), per riconoscenza nei confronti della fedeltà e lealtà dimostrata in questi due anni in cui Brunetti – a differenza di Versace – non ha mai agito autonomamente rispetto alle linee guida dell’indirizzo politico dettate dal Sindaco sospeso. Il problema è che l’immagine di Brunetti è stata gravemente compromessa dallo scandalo della Fenice Amaranto, al punto che persino il suo partito non lo vuole più. Italia Viva, infatti, ha preso le distanze da Brunetti come propria espressione in Giunta e chiede l’inserimento del segretario provinciale Nino Nucera come esterno nello slot che il partito rivendica all’interno delle caselle della nuova Giunta. Falcomatà, quindi, ha il problema di trovare una legittimazione politica per mantenere Brunetti in Giunta: come farà? L’idea è quella di posizionarlo in quota liste civiche di Falcomatà, uscendo da Italia Viva, proprio per giustificare la sua permamenza nella squadra di Governo. Ma non è facile perchè anche le altre liste e gli altri partiti chiedono i dovuti spazi e Brunetti è stato eletto con Italia Viva. Può rimanere Assessore un esponente eletto con Italia Viva che adesso Italia Viva non vuole più come Assessore?
Il caso del Partito Democratico
Falcomatà vorrebbe inoltre togliere tutti e 4 gli attuali Assessori del Partito Democratico, che ha già il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale. Ma come fa a perdere una figura come quella di Mimmo Battaglia, tra i politici più esperti e navigati di tutta la sfera politica della città, in un momento così delicato per i progetti previsti dal Pnrr tra cui il Waterfront di Zaha Hadid? E come fa a perdere un’altra figura storica e importante del partito come quella di Rocco Albanese, che è stato il più votato alle elezioni con 1.100 preferenze alle elezioni comunali e in caso di estromissione dalla Giunta non potrebbe neanche più rientrare in Consiglio? Come si può conciliare l’intenzione di liberarsi del più votato dal popolo, con quella di portare in Giunta la fedelissima Paola Carbone che alle elezioni è arrivata quinta (e quindi non è stata eletta) nella lista civica “Innamorarsi di Reggio” con appena 330 voti?
All’interno del Pd, poi, c’è anche il nodo di Nino De Gaetano. Con una manovra politica abbastanza spericolata, Nino Castorina è entrato nel gruppo consiliare dei Democratici e Progressisti che adesso ha 4 consiglieri comunali a fronte dei 5 del Pd. Ecco perchè a maggior ragione vista la presenza di Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale del Pd, il gruppo di De Gaetano chiede un riequilibrio delle presenze in Giunta. Falcomatà ha le proprie posizioni abbastanza nette sulla volontà di avere al suo fianco soltanto i propri fedelissimi, ma si scontra con i partiti e sembra non accettare il fatto che lui non possa decidere a casa degli altri. Liste e partiti che ricordano al Sindaco come lui è stato eletto esclusivamente grazie al peso delle liste e dei partiti, tra l’altro pagandone un forte gap di voto disgiunto, e quindi adesso non può ignorare le esigenze di quegli stessi partiti.
Intanto a Palazzo San Giorgio si stanno riunendo commissioni consiliari senza Presidente: questo significa compromettere tutto il meccanismo del lavoro del consiglio, vanificando persino le scadenze dei bandi per i lavori del Pnrr che rischiano di non essere rispettate buttando decine e decine di milioni di euro per l’ennesima volta soltanto per l’incapacità dell’Amministrazione politica che poi però da nove anni si giustifica con l’alibi che “non ci sono soldi“. Quando in realtà ne hanno tantissimi ma non riescono a spenderli perdendosi in beghe di cortile.
Trovarsi dopo due anni di tempo in questa situazione, paralizzato dall’impossibilità di fare la nuova Giunta dopo addirittura un mese e mezzo dal rientro, è raccapricciante: Falcomatà è riuscito nell’impresa di iniziare il terzo tempo molto peggio di quanto non avesse concluso il primo e il secondo… Ed era davvero un’impresa titanica…