A volte ritornano, potremmo dire. La questione del Natale di Reggio Calabria ormai fallimentare, lungi dall’essersi conclusa, apre scenari inaspettati. Già, perché al centro della scena non c’è solo l’inefficienza amministrativa contro cui i consiglieri di opposizione si battono da settimane, ma c’è anche una questione ben più seria e profonda. E’ di ieri la nota stampa del presidente dell’ANA UGL Salvatore Alessandria che chiede le dimissioni dell’Amministratore Unico di Svi.Pro.Re. Michele Rizzo.
Ma chi è Michele Rizzo? Porsi questa domanda diventa d’obbligo in questo momento, dato che la sua nomina ad amministratore della società in house della Città Metropolitana di Reggio Calabria era stata bocciata dal collegio dei revisori per mancanza di titoli, ma il sindaco Giuseppe Falcomatà si era impuntato e Rizzo era stato nominato comunque. Con le conseguenti dimissioni di alcuni membri del collegio sindacale.
Era infatti maggio 2021 quando Falcomatà nominò come Amministratore Unico della Svi.Pro.Re. Michele Rizzo, si crearono non pochi malumori e scontri all’interno del CDA con le seguenti dimissioni di due membri del collegio sindacale: il Dott. Zumbo, sindaco effettivo, e la dott.ssa Zinnarello, sindaco supplente. (anche se oggi gli stessi smentiscono a StrettoWeb che le dimissioni siano dipese da quella scelta).
Perché Falcomatà scelse Rizzo come Amministratore Unico di Svi.Pro.Re.?
La poca trasparenza della procedura utilizzata da Falcomatà gli avrebbe causato anche un procedimento giudiziario. Quel decreto n. 25 del 06/05/2021, con il quale Rizzo veniva nominato Amministratore Unico di Svi.Pro.Re., resta un altro neo nel curriculum del sindaco reggino. Lo ha scelto tra venti partecipanti, alcuni con curriculum vastissimi, master e anni di esperienza nella gestione di enti pubblici. Ed erano in effetti i titoli richiesti dal bando. Il curriculum di Rizzo, invece, oltre ad una buona esperienza nel settore alimentare non presenta titoli di laurea o altro che possa giustificare la scelta di Falcomatà (che nei comunicati lo chiamava comunque “dott.“).
Dopo tre anni il dubbio resta: perché il sindaco lo scelse come Amministratore Unico? La domanda torna prepotentemente attuale dato il fallimento di un Natale che alla città è costato oltre 340 mila euro. E oltre alle luminarie tardive ha portato con sé la desolazione delle casette natalizie chiuse e la fuga degli ambulanti. E ovviamente anche di turisti e cittadini.